La corrispondente di Ciudad Nueva argentina ha colto l'occasione dell'udienza con i rappresentanti della stampa per regalare al pontefice un "mate" con la cannuccia. Il contenitore è usato per sorbire una tipica bevanda del Cono Sud. La foto ha fatto il giro del mondo.
Con
un papa argentino poteva mai mancare il mate?! Sarebbe come eleggere un papa
napoletano che non prende caffè: una contraddizione. La foto della donna che
glielo offre ha fatto il giro del mondo. Lei è la collaboratrice della
redazione di Buenos Aires di Ciudad Nueva, la signora Virginia Bonard, in
questo momento a Roma.
Colta
di sopresa, come tutti noi, dall’elezione del cardinale di Buenos Aires,
Virginia ha approfittato dell’udienza concessa ai giornalisti per avvicinarsi.
Bergoglio l’ha subito riconosciuta, dato che la giornalista lavora in
arcivescovato all’ufficio stampa e nella vicaria dei bambini, e l’ha subito
chiamata sorpreso: “Virrrrginia!”
Si
sono scambiati poche parole, colme di emozione (...). Tutta commossa gli ha
regalato il mate, composto da un contenitore che si ricava dalla scorza seccata
di una zucca tipica dell'Argentina ed una cannuccia metallica bucherellata alla
base, che serve per aspirare l’infusione di un erba amara (yerba mate) usata
soprattutto nel Cono Sud (Argentina, Uruguay, sud del Brasile, Cile) come
stimolante.
Un
pò come a Napoli il caffé, il mate rappresenta un motivo di
socializzazione. L’acqua deve essere ben bollente e si usa un unico
contenitore e una unica cannuccia. Il calore dell’acqua impedisce la
trasmissione dei batteri (bah, a me hanno sempre detto così, ma preferisco non
farci troppo caso). La cerchia dei presenti riceverà a turno l’infusione per
poi passarla di nuovo all’incaricato di distribuirla. Nel frattempo si fa
colazione o merenda, si lavora avendo a fianco il termos con l’acqua e tutto il
necessario che viene trasportato in contenitori di cuoio tipici da queste
parti, o si fa una pausa, oppure quattro chiacchiere con gli amici
dell’isolato, in casa o fuori, o mentre si passeggia o si viaggia in auto
(facendo attenzione a passarlo al conducente al momento opportuno). I distributori
di benzina hanno una macchina speciale che distribuisce acqua calda e mate di
plastica da viaggio, tutto usa e getta. Oppure lo si prende tornando a casa dal
lavoro e al posto della cena se il bilancio familiare non la consente,
accompagnato da un pezzo di pane. Il mate è uno stimolante, anche abbastanza
forte, attutisce sia la sensazione di stanchezza che... la fame.
Agli
argentini piace una yerba più leggera, non cosí amara come in Uruguay (dove
infatti si usa il sinonimo di prendere un “amargo”). In Paraguay, dove le
temperature sono elevate tutto l’anno con poche eccezioni, il mate è diverso e
si prende ben freddo, si chiama “tereré”, dissetante e rinfrescante. Nel resto
dell’Argentina c’è chi ci aggiunge un po' di zucchero o una scorza di arancia o
di limone per dare più sapore. I puristi non ammettono eresie: pura yerba e ci
vanno piano a mischiarla tutta all’acqua, per farla durare di più: magari un
paio di litri di acqua senza che perda completamente il sapore. Ma, come dicevo
sopra, è sempre un'occasione per parlare, per dialogare, raccontarsi come è
andata la giornata, stabilire uno di quei momenti che tanto piacciono agli
argentini: trovarsi, parlare, farsi compagnia, approfondire l’amicizia.
Se
c’é un Paese al mondo che ha il culto dell’amicizia e la gente sa coltivarla,
questo è l’Argentina. E tutto diventa una scusa per celebrarla: il classico
"asado" della domenica (la carne cotta alla brace) seguito dalla
chiacchierata tra i commensali (la "sobremesa"), un compleanno (che
qui si festeggia rigorosamente con amici e parenti), un caffé dopo essersi
ritrovati magari per caso in strada. Tutto è motivo per rinsaldare rapporti e
alla fine dei conti dirsi: restiamo amici e ricordiamoci sempre.
Santità,
qui a Buenos Aires tutti la ricorderanno sempre. Speriamo proprio che le sia
utile il regalo della nostra corrispondente. Viene dal cuore, come le sue
parole di questi giorni.
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