tag:blogger.com,1999:blog-20439283749574019482024-02-19T02:40:25.465+01:00Y4UW (Youth for a United World) - Giovani per un Mondo UnitoOfficial websiteEmahttp://www.blogger.com/profile/00220880786185717630noreply@blogger.comBlogger2191125tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-75839371626043369552016-04-28T19:40:00.001+02:002016-04-28T19:41:55.574+02:00È online il nuovo sito dei Giovani per un Mondo Unito!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-bH0S9Day6D0/VyJKs8SrE_I/AAAAAAAAK7k/BZJNV8JHOo41dtFDFg7efDbHZS5cNWJhwCLcB/s1600/13090414_1003992819678251_1428879556_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://3.bp.blogspot.com/-bH0S9Day6D0/VyJKs8SrE_I/AAAAAAAAK7k/BZJNV8JHOo41dtFDFg7efDbHZS5cNWJhwCLcB/s400/13090414_1003992819678251_1428879556_n.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Potete seguire tutte le notizie della Settimana Mondo Unito e vedere le varie attività che si stanno svolgendo nel mondo al nuovo indirizzo:</div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="_5yl5"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<div style="text-align: center;">
<span class="_5yl5"><span style="font-size: x-large;"><b><span class="_5yl5"><a href="http://www.y4uw.org/en/" rel="nofollow" target="_blank">www.y4uw.org</a></span></b></span> </span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="_5yl5">Un abbraccio a tutti</span>!</div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-82504020154565060502016-04-27T09:02:00.000+02:002016-04-27T09:02:10.488+02:00La legalità del noi per cambiare la società<a href="http://cittanuova.it/FILE/FOTO/thumb/400/1461481070.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://cittanuova.it/FILE/FOTO/thumb/400/1461481070.jpg" height="180" width="320" /></a><i class="sottotitolo">A Villa Borghese dal palco del Villaggio per la
Terra sono intervenuti magistrati, giornalisti, imprenditori antiracket,
studenti e operatori del sociale impegnati in contesti ad alto rischio
di devianza</i><br />
<br />
<br />
È il “Noi” che dà il coraggio di ribellarsi al sopruso. Il “Noi” che
suscita la forza di denunciare nonostante la paura. Ancora il “Noi” che
alimenta la speranza nel cambiamento, per un domani che vede sconfitte
le mafie e prevalere la legalità.<br />
<br />
È questo il messaggio lanciato ieri a <b>Villa Borghese</b> dal palco del <b>Villaggio per la Terra</b>, promosso dal <b>Movimento dei Focolari</b> di Roma insieme con <b>Earth Day Italia</b>.
Di fronte a una platea composita, fra adulti e bambini, a parlare di
legalità sono intervenuti magistrati, giornalisti, imprenditori
antiracket, studenti e operatori del sociale impegnati in contesti ad
alto rischio di devianza. A fare da fil rouge il volume <b>La legalità del noi</b>,
edito da Città Nuova, scritto a quattro mani da Giuseppe Gatti,
sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Bari, e
da Gianni Bianco, giornalista del TG3, con la prefazione di don Luigi
Ciotti di <i>Libera</i>.<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
Proprio dai giovani ha preso le mosse un percorso volto a tratteggiare
il valore e la forza del “Noi” nella battaglia per una cultura della
legalità che investa e rinnovi tutti i contesti di vita. L’esperienza
del <b>Megaviaggio nella Costituzione italiana</b>, un
progetto che ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica,
raccontata in un video dai suoi protagonisti, ha evidenziato
l’importanza di far conoscere e attualizzare i principi della Carta
costituzionale presso i ragazzi delle scuole, per promuovere una
maggiore consapevolezza dei diritti e dei doveri insieme a un sentimento
di cittadinanza e di comunità.<br />
<br />
A seguire i <b>Giovani per un Mondo Unito</b> hanno
raccontato la loro esperienza con i detenuti del carcere di Rebibbia:
«Se le cose preziose sono nel fondo del mare, noi siamo cercatori di
perle. Più che coraggio ci vuole speranza e fiducia nell’altro per
costruire ponti al di qua e al di là delle sbarre».<br />
<br />
Gli studenti del liceo ginnasio Augusto di Roma hanno poi ripercorso le molteplici iniziative suscitate dalla lettura de “<i>La legalità del noi</i>”,
fra cui la presentazione in Senato di un ddl per promuovere
l’istruzione dei giovani di etnia rom e sinti. Il 7 maggio prossimo
saranno anche loro in piazza a Roma per partecipare a uno dei tanti <b>Slot Mob</b> contro il gioco d’azzardo che si terranno in molte città d’Italia.<br />
<br />
Quindi la parola è passata agli adulti, da chi la mafia la combatte
nelle aule di giustizia a chi le resiste “sulla strada”, denunciando con
coraggio minacce e tentativi di estorsione. <b>Tano Grasso</b>,
presidente onorario del FAI antiracket, ha spiegato che i commercianti
minacciati si sentono sulle prime molto soli, ma se si uniscono e fanno
fronte comune sono «più forti e la loro paura si attenua, pensano che ci
si può opporre a chi minaccia, denunciarlo e mandarlo in galera». Il
“Noi” ha aggiunto, «significa che ciascuno deve assumersi una
responsabilità individuale e accettare una porzione di rischio». Una
scelta coraggiosa, quella dei commercianti che si ribellano – ha
spiegato quindi <b>Giuseppe Gatti</b> ̶ che muove da un
sentimento di responsabilità collettiva, e che non manca di trovare
sostegno proprio nella gente comune: «Nella prima udienza del processo
alla cosiddetta mafia di Vieste – ha raccontato il magistrato – è
accaduto qualcosa che ha colpito duramente gli imputati per mafia, il
cui potere si fonda tradizionalmente sul consenso popolare. A sostegno
delle vittime presenti in tribunale si sono presentate circa 60 persone
per dire “siamo con voi”. In altre parole, una comunità che si ribella».
È la legalità del noi – ha aggiunto in seguito Gatti – che prevale
sulla legalità malata dell’io, la legalità di chi si sente parte di una
comunità e riconosce l’altro come fratello a cui andare incontro che
vince su quella dei boss fondata sull’intimidazione e il sopruso e
sull’idea dell’altro come nemico da contrastare.<br />
<br />
<b>La storia coraggiosa dell’imprenditore siciliano</b><b> Mario Caniglia</b>,
produttore di arance nel piccolo comune di Scordia, ha poi raccolto
tutta l’attenzione dei presenti: minacciato da ripetuti tentativi di
estorsione ha sempre denunciato e fronteggiato in prima persona i suoi
stessi estorsori, trovandosi talvolta solo ma senza «mai scendere a
patti col diavolo». Testimone al processo contro i suoi aguzzini, finiti
in carcere, da anni vive sotto scorta ma con soddisfazione ricorda “la
cosa più importante”: «Per l’occasione tutto il consiglio comunale di
Scordia si costituì parte civile contro i boss della malavita locale.
Vidi che non ero solo, le istituzioni e le associazioni antiracket della
Sicilia, e non solo, erano con me».<br />
<br />
È ancora il “Noi” che si fa motore di cambiamento nei contesti ad alto
rischio di devianza, quelli delle periferie cittadine dove la
marginalità e la carenza di mezzi e opportunità fa spazio alla
criminalità e alimenta il disagio dei più fragili. L’esperienza la
racconta <b>Massimo Vallati</b>, già poliziotto impegnato negli stadi, oggi presidente del <b>Calciosociale Corviale</b>,
una società sportiva dilettantistica romana impegnata in attività
pedagogiche in favore dei giovani con problemi giudiziari, di droghe e
di disabilità fisiche e psichiche, con sede in una delle borgate più
“difficili” della capitale: «Vogliamo cambiare le regole del calcio, che
è lo sport più seguito in Italia, per cambiare le regole del mondo,
cambiare noi stessi e la società. Basta doping, scommesse, violenza
negli stadi, qui vince solo chi custodisce il “Noi”, ovvero
l’accoglienza verso chi è in difficoltà, ma anche la democrazia della
partecipazione. Qui partiamo tutti con lo stesso coefficiente, non ci
sono squadre ricche e povere, con campioni o senza». Il <b>Campo dei Miracoli</b> è il nome, evocativo, che è stato scelto per questa prima sede italiana del Calciosociale.<br />
<br />
Infine l’associazione <b>Libera contro le mafie</b>, fondata
da don Ciotti. Uno degli operatori romani ha annunciato l’apertura,
proprio ieri a Roma, di una biblioteca pubblica costruita dopo anni di
battaglie su una proprietà confiscata a uno dei boss della banda della
Magliana, fra le più efferate organizzazioni della criminalità
organizzata romana.<br />
<br />
Le parole di <b>Paolo Borsellino</b>, pronunciate dal
magistrato dopo la morte di Giovanni Falcone e poco prima di essere
anch’esso ucciso dalla mafia, fanno da suggello all’incontro: «La lotta
alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima
e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di
repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e
specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la
bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del
compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della
complicità».Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-47324182735389700102016-04-24T09:03:00.000+02:002016-04-24T09:03:02.037+02:00On City, la bellezza che salva la città<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.cittanuova.it/FILE/FOTO/thumb/400/1460730432.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.cittanuova.it/FILE/FOTO/thumb/400/1460730432.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Alcuni elementi del convegno internazionale "On City" promosso da diverse agenzie del Movimento dei Focolari. Riflessioni, contributi, buone prassi, dialogo informale e workshop sui diversi volti della città come luogo del dialogo</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quasi <b>900 partecipanti</b>, molti giovani, provenienti da
46 Paesi del mondo – dalla Corea agli Usa, dalle Filippine all’Uganda,
passando per il Sudamerica e tanti Paesi europei, il Messico, il
Camerun, il Libano e molti altri – per condividere i punti di vista e i
volti più vari delle nostre città, le piste di azione e le esperienze
efficaci per renderle più umane, più fraterne, aperte al futuro e alla
vita delle nuove generazioni.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Come ha detto il professor <b>Giuseppe Milan dell’Università di Padova</b>,
si sono scoperte città diverse ma comunemente «frammentate, violentate
da conflitti, arcipelago di isole culturali separate che non si
incontrano… città autistiche, murate in cui si costruiscono muri, luoghi
chiusi, ghetti, periferie abbandonate, città dell’indifferenza o del
conformismo imposto…». Quale il significato del dialogo in città così
descritte? Oggi molto spesso si parla di dialogo in vari contesti
culturali e in varie aree geografiche. L’esperienza del congresso
internazionale <b>On City</b> ha focalizzato la città come il
luogo prossimo della nostra relazionalità. Come più volte ha detto
Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, si tratta di un
arricchimento reciproco, un volersi bene e creare già la fraternità
universale su questa terra e quindi a partire dalla città.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Gli sguardi e le buone prassi presentate a On City, provenienti da
approcci disciplinari e parti del mondo diverse, sono accomunate dalla
finalità di un percorso che fa intravvedere una comune tensione a <b>una città ideale</b>.
Lo abbiamo visto all’interno di contesti pedagogici, o dentro una corte
penale, attraverso la realizzazione di una nuova architettura in una
delle più violente città del Sud America, Medellin, o nella
ricostruzione di nuovi rapporti interculturali a Sarajevo. Attraverso
l’azione dei giovani in Libano durante la recente guerra, oppure nel
lavoro di un'associazione madrilena che sa guardare ed entrare in
dialogo con i poveri ma anche con quelli che l’impegno per una fattiva
cooperazione internazionale gli ha fatto scoprire in Africa.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
O nel lavoro paziente e lungimirante dell’<b>Associazione “Città per la Fraternità”</b>, rappresentata oggi dalla presidente <b>Silvia Monachesi, sindaco di Castel Gandolfo</b>.
Impegno che ha saputo mettere in dialogo e in rete più di cento comuni
d’Italia e oltre, per fare della fraternità una categoria politica da
vivere nel rapporto tra istituzioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Si coglie un’esigenza di bellezza per e nelle città. È questo il
possibile frutto del dialogo, con quale forma? Le buone prassi
conosciute e sperimentate durante On City hanno rappresentato una
speranza certa, testimoniato che è possibile far del dialogo il motore
di un nuovo sviluppo delle nostre città, una vera risposta al terrorismo
e alla paura che si respira. Direi di più, proprio perché tali hanno
mostrato una dimensione estetica; una bellezza capace veramente di
“salvare il mondo”. Occorre però riconsiderare<b> l’arte non più "cenerentola" della vita di una città.</b>
Essa ha una funzione sociale inimmaginabile. Da essa è possibile trarre
un’energia capace di generare una nuova armonia sociale quanto mai
necessaria alle nostre città.</div>
<br />
<span style="font-size: x-small;"><i>Fonte: <a href="http://cittanuova.it/">CittaNuova.it</a></i></span>Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-60831451296183901232016-04-22T09:09:00.000+02:002016-04-22T09:09:01.891+02:00Traffico armi: i giovani rispondono all’appello del Papa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://static.panorama.it/wp-content/uploads/2016/04/BERGOGLIO_GIOVANI.jpg?71a654" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://static.panorama.it/wp-content/uploads/2016/04/BERGOGLIO_GIOVANI.jpg?71a654" height="213" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Il movimento per il mondo unito raccoglie l’invito di Francesco e in Parlamento chiede di fermare i mercanti di morte
</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In volo di ritorno dall’isola greca di Lesbo, con ancora negli occhi le
immagini dei profughi del campo di Moria, il pontefice ha puntato di
nuovo il dito contro i mercanti di morte, i trafficanti di armi che
speculano sulle guerre da cui fuggono i rifugiati: «Io inviterei i
trafficanti di armi, perché le armi, fino ad un certo punto, ci sono
accordi, si fabbricano, ma i trafficanti, quelli che trafficano per fare
le guerre in diversi posti, per esempio in Siria: chi dà le armi ai
diversi gruppi, io inviterei questi trafficanti a passare una giornata
in quel campo. Credo che per loro sarà salutare!».<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non è la prima
volta che Francesco lancia il suo j’accuse contro il mercato delle armi.
Ma sembra cadere inascoltato. Lo hanno raccolto <b>i giovani delle Scuole di Partecipazione del Movimento Politico per l’Unità, insieme ai Giovani per un Mondo Unito, in collaborazione con il coordinamento italiano del Movimento Politico per l’Unità</b>
che fa capo al Movimento dei Focolari. Sono giovani provenienti da
diverse parti del mondo, di lingue, culture e religioni diverse.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Si
sono riuniti nei giorni scorsi nell’aula dei gruppi parlamentari, presso
la Camera dei deputati: «Attualmente ci troviamo in uno stato di
conflitto diffuso, che induce a parlare di “terza guerra mondiale”.
L’emergenza di questa situazione ci fa interrogare su quello che
possiamo fare noi e su quali politiche si possano attuare per cambiare
il corso degli eventi, che oggi ci appare quanto mai disastroso e
ingiusto», hanno detto rivolgendosi alla presidente della Camera, <b>Laura Boldrini</b> e al ministro degli esteri, <b>Paolo Gentiloni</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
«Crediamo
che la costruzione della pace non sia un’utopia, ma un percorso che
deve iniziare oggi sia dalle nostre scelte quotidiane che da decisive
azioni politiche volte a questo obiettivo», hanno detto ancora i
giovani. Perciò hanno lanciato un appello in cinque punti: «Come società
civile chiediamo:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
1. Il rispetto della legge 185/90; nello specifico
chiediamo di interrompere l’esportazione di armi e il loro transito sul
territorio nazionale, verso Paesi in evidente stato di conflitto
armato, e Paesi che stanno commettendo gravi violazioni dei diritti
umani;</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
2. Lo stanziamento di fondi per la riconversione a fini civili
dell’industria bellica, con riferimento a quanto stabilito nell’art. 1
comma 3 della legge 185/90.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
3. La trasparenza e il controllo delle transazioni bancarie verso importazioni, esportazioni e transito di sistemi d’arma</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
4.
L’inclusione tra le priorità dell’agenda politica di temi come
l’integrazione e l’accoglienza, promuovendo azioni volte a tutelare le
minoranze, contrastando l’esclusione sociale e promuovendo politiche di
dialogo che favoriscano una convivenza più pacifica, inclusiva ed
arricchente</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
5. L’investimento di maggiori risorse nella
cooperazione internazionale e nella promozione di vie non armate per la
costruzione della pace»</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ora tocca ai parlamentari e agli uomini di governo, che erano presenti a quell’incontro, raccogliere tale appello.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Fonte: <a href="http://panorama.it/">Panorama.it</a></i></span></div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-71686044850568615162016-04-20T09:06:00.000+02:002016-04-20T09:06:05.785+02:00Steadfast spirit<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://livingcitymagazine.com/sites/default/files/dorothy_day_vert.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://livingcitymagazine.com/sites/default/files/dorothy_day_vert.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Dorothy Day set in motion a grand work of reconciliation that is still bearing fruit today in Catholic Worker houses and farms spanning the globe</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Many people who hear the name Dorothy Day easily confuse her with the blonde-haired beauty, singer and actress Doris Mary Ann Kappelhoff, better known as “Doris Day.” Doris’ winning image was that of “the sweet all-American girl next door” with which she gained a large and devoted following in the 1950s and 60s. Though both Days were much admired, there is some distinction to be made between them.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Some years ago I met an old man who in his younger days was a devotee of Doris. Hearing she would be speaking in the area, he thought her appearance an event not to be missed. He learned upon his arrival, however, that it was Dorothy Day, not Doris, who was speaking. As disappointing as the loss of his much anticipated meeting with Doris was, he found himself pleasantly surprised to meet Dorothy Day. Here was the woman who, with Peter Maurin, co-founded “The Catholic Worker,” an adventurous lay initiative that began reaching out to the poor and workers with the social teachings of the Church in the dark days of the Great Depression.</div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
The movement started as a newspaper but soon dared to live out its stated ideals that readers found in print. Through round table discussions for the “clarification of thought,” the establishment of urban “houses of hospitality” to meet the immediate needs of the poor, and through the propagation of Catholic farming communes, the fledgling Catholic movement began its mission. It sought to elevate a more economically just and sanctified social order by better exercising Catholic social thought, by daily practicing the corporal and spiritual works of mercy, and by getting “back to the land, back to Christ,” as Peter Maurin advised. Although a city girl at heart — Dorothy lived most of her life in New York City — she backed Maurin’s vision of a Catholic “green revolution” that would be an ideal harbinger of things to come.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
The influence of Day has been farther reaching than might have been reasonably predicted. Pope Francis, in his September 24, 2015 address to the U.S. Congress, said of her: “In these times, when social concerns are so important, I cannot fail to mention the Servant of God Dorothy Day, who founded the Catholic Worker Movement. Her social activism, her passion for justice and for the cause of the oppressed, was inspired by the Gospel, her faith, and the example of the saints.” The pontiff then placed Dorothy alongside other Americans whose faith-filled vision in times of social stress might encourage a similar witness in us:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“A nation can be considered great when it defends liberty as Lincoln did, when it fosters a culture that enables people to ‘dream’ of full rights for all their brothers and sisters, as Martin Luther King sought to do; when it strives for justice and the cause of the oppressed, as Dorothy Day did by her tireless work; the fruit of a faith, which becomes dialogue and sows peace in the contemplative style of Thomas Merton.” Shortly following the address, search engines were abuzz with inquiries, and Day was soon among the list of who and what was trending on the Internet.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Inquirers learned that Day spent a lifetime “comforting the afflicted and afflicting the comfortable.” She was born in November 1897 and died on the last day of the liturgical year in November 1980. In their 2012 meeting, the U.S. bishops voted unanimously to put forth her cause for canonization. If she is found worthy of the honor, she will be added to that still small yet remarkable group of saints born in the U.S. Although Dorothy rejected suggestions she was a saint, she often took her cues from their lives. She is incrementally gaining in the reverential acclaim accorded to them.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
There is a quality in Day that might best be described as “perennial.” She was the editor of the movement’s penny-a-copy newspaper The Catholic Worker, which from the time of publication in May 1933 has remained “a penny a copy.” The movement’s message remains essentially the same, too — practice the works of mercy and abandon the works of war. Day went to jail repeatedly, first protesting the maltreatment of suffragettes in her youth, then refusing to take shelter during mandatory air raid drills in preparation for possible nuclear war in New York City. In her later years she stood beside Cesar Chavez and his United Farm Workers Union, seeking better conditions for agricultural workers in California.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In season and out, into the succeeding decades, Day held firm to faith, highlighting and imitating Jesus’ rejection of violence, embracing of the cross, and teaching that we love friend and foe. Her uncompromising pacifism put a dent in her popularity at times, but it also marked her as an especially steadfast spirit. Living in the slums with the poor, she, who had come to be loved by Christ, bore love for him by loving the hungry multitudes that came in droves to her door.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
These were the “ambassadors of God,” as her mentor Peter Maurin described them, and she treated them as such. Her life among the involuntarily poor was setting a bold, even heroic, precedent for fresh Christian engagement in the world.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“We cannot love God unless we love each other, and to love we must know each other” she taught. “We know Him in the breaking of bread, and we know each other in the breaking of bread, and we are not alone anymore. Heaven is a banquet and life is a banquet, too, even with a crust, where there is companionship.”</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
How well, it seems, Day’s lived witness parallels Pope Francis’ vision “for a poor church that serves the poor,” one resembling a “field hospital” more than an “ivory tower,” its leaders knowing better the “smell of the sheep” and thereby more aptly heralding and mediating God’s wide love and mercy to them.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Her journalism and books still stir the Catholic Church’s conscience. They still invite believers drawn to her into equally holy labors of their own. She continues to affect great social change that retains considerable appeal to that which is joyful and hopeful in her readers.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
As a convert, she is personally exemplary, especially for those who feel adrift in a self-absorbed culture. She herself was drawn to faith as a worldly, yet disenchanted bohemian. Reeling from sexual and youthful excesses, Dorothy was so moved by the unexpected grace of giving birth that she needed someone to thank. Her happiness surely stemmed from the fact that God had given her another chance, but it was the sheer gratitude to God for life’s joys and redeeming mercies that is her winning image.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Today Dorothy is that “sinner with a past and likely saint with a future,” as Oscar Wilde mentioned, that can educate a Church currently emphasizing mercy. With unvarnished love, extended to those for whom life is often a bitter struggle, she set in motion a grand work of reconciliation that is still bearing fruit today in Catholic Worker houses and farms spanning the globe. From the tiny “mustard seed” a mighty tree has grown.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: x-small;">Source: <a href="http://livingcitymagazine.org/">LivingCityMagazine.org</a></span></i></div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-16547984311261476882016-04-19T16:37:00.000+02:002016-04-19T16:37:02.927+02:00Emergenza Ecuador e Giappone<header class="main-post"><h4 class="entry-title">
<span style="font-weight: normal;">Fonte: Focolare.org</span></h4>
<time class="published" datetime="2016-04-18T11:22:56+00:00">18 aprile 2016</time><div class="summary">
Il
Movimento dei Focolari nel mondo esprime la propria vicinanza alle
popolazioni colpite dai terremoti in Ecuador e in Giappone. Un pensiero
particolare va alle vittime e alle loro famiglie. Attivato coordinamento
aiuti per l’emergenza umanitaria.</div>
</header> <figure class="wp-caption alignleft" id="attachment_137410" style="width: 386px;"><img alt="Ecuador__Jose_Jacomor_EEE_EEP" class="lazy wp-image-137410" data-lazy-src="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/04/Ecuador__Jose_Jacomor_EEE_EEP1.jpg" data-lazy-type="image" height="217" src="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/04/Ecuador__Jose_Jacomor_EEE_EEP1.jpg" width="386" /><figcaption class="wp-caption-text">Foto: Jose Jacome</figcaption></figure><strong>«Il nostro paese è stato colpito da</strong> <a href="http://cnt.rm.ingv.it/event/6608411">un forte terremoto</a> di magnitudo 7,8 su scala Richter con epicentro nelle zone costiere. È stato sentito in tutto l’<a href="http://www.focolare.org/focolare-worldwide/america-sud/ecuador/">Ecuador</a>,
ma anche in alcune regioni della Colombia e nel nord del Perù –
scrivono Ardita e Fabian dalla comunità dei Focolari di Quito
all’indomani del sisma – La situazione è critica, soprattutto in alcune
città distrutte».<br />
<strong>«La solidarietà della gente si sta manifestando in modo tempestivo e concret</strong>o:
persone che hanno messo a rischio la propria vita per l’altro,
testimonianze di tanti che hanno perso qualcuno; ma in mezzo al dolore
si sente forte la fede in Dio dei nostri popoli; è commovente, e questo
ci anima a credere di più nel Suo amore».<br />
<strong>Per rispondere all’emergenza</strong> in Ecuador il <a href="http://www.focolare.org/chi-siamo/">Movimento dei Focolari</a> attiva una raccolta fondi, mentre è in corso la valutazione circa l’opportunità e le condizioni per un intervento sul posto.<br />
<strong>Anche dal</strong> <a href="http://www.focolare.org/focolare-worldwide/asia/giappone/">Giappone</a> <strong>arrivano notizie dirette attraverso le comunità dei Focolari di Nagasaki e di Tokio</strong>:
«Il Paese da due giorni è in un clima di “sospensione” per il terremoto
sull’isola di Kyushu, nella regione di Kumamoto e di Oita, di fronte
alla regione di Nagasaki. Questa situazione ha attivato un’immediata
solidarietà e preghiere in ambito religioso ed anche civile». Le
autorità locali hanno già predisposto l’accoglienza per le <a href="http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2016/04/16/nuova-scossa-magnitudo-54-in-giappone_6e130e09-55e7-42b0-b9c7-991d139b70fd.html" target="_blank">quasi 184.000</a> persone sfollate.<br />
<strong>Per aiutare: </strong><br />
<strong>CAUSALE:</strong> <strong>Emergenza Terremoto Ecuador</strong><br />
<table><tbody>
<tr><td width="279"><strong>Azione per un Mondo Unito ONLUS (AMU) </strong></td><td width="279"><strong>Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN) </strong></td></tr>
<tr><td width="279">IBAN: IT16 G050 1803 2000 0000 0120 434<br />
presso Banca Popolare Etica</td><td width="279">IBAN: IT55 K033 5901 6001 0000 0001 060<br />
presso Banca Prossima</td></tr>
<tr><td width="279">Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2184D</td><td width="279">Codice SWIFT/BIC: BCITITMX</td></tr>
</tbody></table>
<br />
I contributi versati sui due conti correnti con questa causale verranno gestiti congiuntamente da AMU e AFN.<br />
Per tali donazioni sono previsti benefici fiscali in molti Paesi
dell’Unione Europea e in altri Paesi del mondo, secondo le diverse
normative locali.<br /> I contribuenti italiani potranno ottenere
deduzioni e detrazioni dal reddito, secondo la normativa prevista per le
Onlus, fino al 10% del reddito e con il limite di € 70.000,00 annuali,
ad esclusione delle donazioni effettuate in contanti.Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-5078981899783185362016-04-16T09:12:00.000+02:002016-04-16T09:12:05.233+02:00Ecuador: festival per la pace alla “Metà del Mondo”<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/04/SMU2016_02.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/04/SMU2016_02.jpg" height="254" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>L’edizione 2016 della Settimana per un Mondo Unito avrà il suo centro in Ecuador, all’insegna dell’interculturalità, la pace e l’unità nella diversità. Previsti itinerari per conoscere ed arricchirsi della cultura delle diverse comunità etniche del Paese.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’edizione 2016 della Settimana Mondo Unito avrà a Quito, capitale dell’Ecuador, il fulcro di tutte le manifestazioni che si svolgeranno contemporaneamente nel mondo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il titolo dell’evento è: <b>LINK CULTURES – Un Camino para la Paz</b>. Con la partecipazione di giovani provenienti da vari paesi sudamericani ed europei, il filo conduttore della SMU 2016 sarà quello dell’interculturalità, cioè entrare in dialogo con le diverse culture e riconoscere in tutte quella pari dignità che ci fa uguali.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
L’Ecuador è un paese dell’America del Sud situato strategicamente alla “metà del mondo”. Con una popolazione di circa 15 milioni di persone, si divide in quattro grandi regioni: costa, sierra, oriente e le Isole Galapagos. Il paese è stato internazionalmente riconosciuto per l’enorme biodiversità della sua flora e fauna, oltre che per la multiculturalità della popolazione. Dal 2008, la Costituzione ecuadoriana parla di interculturalità e di plurinazionalità definendoli aspetti caratteristici del Paese, come pure della difesa e promozione del “<b>Sumak kawsay</b>” (in kichwa, lingua indigena, indica il “buon vivere” cioè l’equilibrio dell’essere umano con la natura) e dei diritti della natura.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per tutto questo, la SMU 2016 si snoderà in due momenti principali per mettere in evidenza la fraternità attraverso l’interculturalità. Si inizierà con la <b>Scuola Itinerante </b>(dal 1° al 6 maggio), durante la quale i giovani visiteranno alcune regioni dell’Ecuador per poter fare un’esperienza diretta di interculturalità in varie comunità ecuadoriane, lavorare e vivere con le persone del luogo, conoscere la realtà più profonda del Paese sudamericano.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I partecipanti potranno scegliere tra due diverse proposte: <b>Costa-Sierra </b>e <b>Oriente-Sierra</b>. La prima, comprende le provincie di Esmeraldas e Imbabura, nelle quali i giovani partecipanti entreranno in contatto con le comunità di Gualapuro, Agato e Peguche; la seconda, include le provincie di Pastaza, Tungurahua e Bolívar, per incontrare le comunità di Shiwacocha, Kisapincha, Salasaka e Bolívar. Ogni percorso ha come scopo la costruzione di rapporti a vari livelli: con la natura, con gli altri e anche con sé stessi. In questo modo i giovani, con le persone del luogo, saranno protagonisti di veri e propri laboratori di convivenza nei quali si potrà condividere, imparare, sperimentare e saranno testimoni del lavoro di queste comunità e di un vero scambio di doni tra culture.</div>
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<br /></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/04/SMU2016_01.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/04/SMU2016_01.jpg" height="212" width="320" /></a></div>
Nel secondo momento, il 7 maggio, si realizzerà un <b>Festival per la Pace </b>nell’area turistica <b>Metà del Mondo</b>, icona dell’Ecuador riconosciuta a livello internazionale: sarà un grande evento che vedrà la partecipazione di giovani di varie culture, fedi, ceti sociali, con il fine di mettere in evidenza la fraternità in un contesto interculturale e di impegnarsi a vivere la pace e l’unità nel rispetto delle differenze, attraverso la pratica della Regola d’Oro che invita a “Fare agli altri ciò che vorresti facessero a te”. I Giovani per un Mondo Unito dell’Ecuador hanno inoltre promosso due concorsi, uno di musica e uno di fotografia e il loro sogno punta in alto: far nascere una “Scuola di Pace” permanente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Contemporaneamente, in molte altre città del mondo si svolgerà la SMU 2016, con modalità diverse, ma che vedrà dovunque i giovani come protagonisti e costruttori di pace.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<b>Informazioni:</b> <a href="mailto:info@mundounido2016.com">info@mundounido2016.com</a><br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Sito web ufficiale: </b><a href="http://www.mundounido2016.com/">www.mundounido2016.com</a></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: x-small;">Fonte: <a href="http://focolare.org/">focolare.org</a></span></i></div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-54525531245349042682016-04-14T09:07:00.000+02:002016-04-14T09:07:03.268+02:00OnCity, reti di luci per abitare il pianeta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.cittanuova.it/FILE/FOTO/thumb/400/1459949349.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.cittanuova.it/FILE/FOTO/thumb/400/1459949349.jpg" height="212" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Un convegno promosso dal Movimento Umanità Nuova, dal Movimento Giovani per un Mondo Unito e dall'Amu (Azione per un Mondo Unito ong) dei Focolari ha affrontato sfide e prospettive delle nostre città a livello mondiale.</i></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La fila è lunga, ma affatto noiosa. Persone un po’ di tutte le età, provenienti da vari Paesi del mondo, attendono con pazienza il turno per il pranzo scambiandosi impressioni e pareri su quanto vissuto al mattino. Si è conclusa, infatti, la prima sessione di OnCity-reti di luci per abitare il pianeta, un convegno che, dal 1° al 3 aprile, ha fatto davvero vedere le tante luci accese nei luoghi in cui viviamo, le città: «Anziché soffermarci sull’analisi della notte – dice Lucia Fronza Crepaz, una delle moderatrici del convegno – in questi giorni abbiamo scelto di passare dalla parte dell’alba, del sorgere del sole».<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
OnCity è organizzato dal Movimento Umanità Nuova, Giovani per un Mondo Unito e AMU (Azione per un Mondo Unito): tre agenzie impegnate nella costruzione di un mondo unito e più fraterno a livello sociale, tra i giovani e le generazioni, e attraverso azioni di sostegno e cooperazione allo sviluppo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Certamente l’attualità del momento sta interpellando tutti: attentati, terrorismo, nuove emarginazioni e povertà, “guerre a pezzi”: le nostre città stanno vivendo problemi e contraddizioni che sono sotto i nostri occhi, ma non mancano esperienze in positivo ormai consolidate, che confermano la possibilità di lavorare, credere e sperare in città più solidali e fraterne, più vivibili per tutti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Da questa consapevolezza sono partiti gli organizzatori per costruire un racconto di tre giorni, dove i quasi 900 partecipanti, hanno potuto sperimentare insieme un modo nuovo di vivere la città, di vivere i propri spazi quotidiani: un’occasione per approfondire i temi della solidarietà, della fraternità, per leggere i cambiamenti delle metropoli in cui viviamo, per imparare il dialogo come stile di vita, di approccio al mondo e alle cose: in un mondo globale, ma anche così frammentato, questo stile va coltivato e diffuso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
OnCity si snoda così tra sessioni plenarie, seminari tematici, e ben 32 gruppi di lavoro, questi ultimi fondamentali per verificare le proprie capacità di essere cittadini attivi, creativi e responsabili.</div>
<div style="text-align: justify;">
Facendo un rapido calcolo in questi giorni si sono concentrati 46 interventi, con l’obiettivo di valorizzare le reti che già esistono, incoraggiarne la nascita di nuove dove occorre, far nascere ovunque siamo delle “cellule di fraternità”, nodi strategici di un intreccio, anzi dei molti intrecci della vita e della storia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Fonte: <a href="http://focolare.org/">focolare.org</a></i></span></div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-20437550832653849222016-04-12T09:02:00.000+02:002016-04-12T09:02:00.741+02:00A message of solidarity<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Ka_047WiwH0/VwwU7W9XQbI/AAAAAAAAK7M/Rp09nNGjyLg8P2NCrgSVbfXFX9fVqvfrQ/s1600/11.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-Ka_047WiwH0/VwwU7W9XQbI/AAAAAAAAK7M/Rp09nNGjyLg8P2NCrgSVbfXFX9fVqvfrQ/s320/11.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="color: #222222; font-family: "arial" , "sans-serif";">Dear friends of Living Peace!<br />
In this delicate moment in Europe, a small gesture of peace makes the news and
can restore hope.<br />
In the city of Savignano sul Rubicone (in the province of Forlì-Cesena) in <b>ITALY</b>,
the Mayor of the city last year had invited a group of teens of Living Peace (</span><b><i><span lang="EN-US" style="color: red; font-family: "arial" , "sans-serif";">"Teens for
Unity") </span></i></b><span lang="EN-US" style="color: #222222; font-family: "arial" , "sans-serif";">to color a gray area of the city with a mural, the realization
of which the teens have been working on for a couple of months, which express their
ideas of peace and a united world. This place is a very popular underpass that
connects the center of the town with the train station.</span><br />
<a name='more'></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="color: #222222; font-family: "arial" , "sans-serif";"><br />
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span lang="EN-US" style="color: #222222; font-family: "arial" , "sans-serif";"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-8YmAf5MAy2s/VwwU7wWVpgI/AAAAAAAAK7I/oqBjACuMMTIjn5dsH89MWeBfwBNgR-d8g/s1600/14.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://3.bp.blogspot.com/-8YmAf5MAy2s/VwwU7wWVpgI/AAAAAAAAK7I/oqBjACuMMTIjn5dsH89MWeBfwBNgR-d8g/s200/14.jpg" width="200" /></a></span></div>
<span lang="EN-US" style="color: #222222; font-family: "arial" , "sans-serif";">For the <b>inauguration of the mural, in this next Sunday, April 10<sup>th </sup></b>there
will be the Mayor of the City and various civil and religious
authorities(Christians and Muslims) .</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="color: #222222; font-family: "arial" , "sans-serif";">Mr. Damiano Zoffoli, Member if the European Parliament, being
aware of this project he was very happy from the initiative, especially after
the events that took place in Brussels. He will be there to cut the ribbon as a
sign of solidarity with the message that these teensof Living Peace want to
transmit.<br />
<br />
You are all invited to send (before Saturday morning) your message of
solidarity and support that will be able to be sending to:</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="color: #222222; font-family: "arial" , "sans-serif";"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="color: #222222; font-family: "arial" , "sans-serif";"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="color: #222222; font-family: "arial" , "sans-serif";"><a href="https://draft.blogger.com/null" name="_GoBack"></a></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: #444444; font-family: "tahoma" , "sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%;">Living Peace Project - </span></b><b><span lang="EN-US" style="font-family: "tahoma" , "sans-serif";">Murales Cittadini del Mondo</span></b><b><span style="color: #444444; font-family: "tahoma" , "sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%;"></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: #444444; font-family: "tahoma" , "sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%;">Email: </span></b><span lang="EN-US"><a href="mailto:miriampotenza@libero.it"><b><span lang="IT" style="font-family: "tahoma" , "sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%;">miriampotenza@libero.it</span></b></a></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-Z3a-E831uOw/VwwU7nAJGBI/AAAAAAAAK7E/qd66Cr3rSV4rvyKimGpMjWAUhzOB2APKQ/s1600/13.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://3.bp.blogspot.com/-Z3a-E831uOw/VwwU7nAJGBI/AAAAAAAAK7E/qd66Cr3rSV4rvyKimGpMjWAUhzOB2APKQ/s200/13.jpg" width="200" /></a></div>
<span lang="EN-US" style="color: #222222; font-family: "arial" , "sans-serif";">We deeply need these small and large gestures of peace to create
this culture of peace that the world so desperately needs!<br />
THANK YOU!!!</span><b><span style="color: #444444; font-family: "tahoma" , "sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%;"></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #444444; font-family: "tahoma" , "sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%;">Carlos
PALMA</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #002060; font-family: "tahoma" , "sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%;">General Coordinator</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #002060; font-family: "tahoma" , "sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%;">Living
Peace International</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #002060; font-family: "tahoma" , "sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%;">Rome
(Italy)</span></b><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-1kwqllgY6SQ/VwwU8Wq5EgI/AAAAAAAAK7Q/-Ib2eLyzIBg7xs6CEYi_90PdEiaWM3J3g/s1600/15.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-1kwqllgY6SQ/VwwU8Wq5EgI/AAAAAAAAK7Q/-Ib2eLyzIBg7xs6CEYi_90PdEiaWM3J3g/s320/15.jpg" width="320" /></a></div>
</div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-90434177217402260352016-04-09T09:11:00.000+02:002016-04-09T09:11:05.512+02:00El Salvador: per i diritti dei minori<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/03/20160330-01.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/03/20160330-01.jpg" height="320" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Nel Paese centroamericano l'impegno per dare attuazione alla nuova normativa che prevede una “protezione integrale dell’infanzia e dell’adolescenza”. La risposta della comunità dei Focolari.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Proteggere i minori è un dovere civico che si inscrive nel più ampio rispetto dei diritti umani. Un atto dovuto, quindi, ma anche carico di lungimiranza, proprio per il valore inestimabile che rappresentano le nuove generazioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A scorrere i vari articoli della legge salvadoregna, entrata in vigore nel 2011, si coglie tutta la novità rispetto a quella precedente, che poneva attenzione soltanto ai casi di forti carenze come sopravvivenza, disabilità, abbandono.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
In questa nuova normativa, che recepisce le linee-guida dei trattati internazionali, è prevista la protezione a tutti i bambini, dal concepimento fino al 18° anno di età, garantendo adeguate opportunità per uno sviluppo integrale ed una vita ispirata ai canoni della dignità umana.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Come in tanti Paesi, anche in El Salvador non sono assenti fenomeni sociali che a volte mettono a repentaglio tali principi, proprio per la tipica vulnerabilità cui è esposto il settore infanzia e adolescenza. E come in ogni altro luogo del pianeta, anche qui c’è bisogno che la popolazione collabori attivamente con le Istituzioni per salvaguardare ogni diritto umano, ma specialmente quei diritti di cui ogni bambino al mondo è portatore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
È del 2014 un Documento, elaborato dal Centro internazionale dei Focolari, “per la promozione del ben-essere e la tutela dei minori” che ha suscitato in tutto il Movimento nel mondo una rinnovata sensibilizzazione a questa responsabilità. Grazie anche a tale iniziativa, la comunità salvadoregna del Focolare sta ora dando il suo valido contributo per una capillare conoscenza dei diritti del bambino e di come ci si deve disporre per promuoverne lo sviluppo integrale e il benessere psico-fisico-spirituale. Smascherando anche certe forme nascoste e sottili con le quali, involontariamente, genitori ed educatori potrebbero col loro operato danneggiarne la crescita armonica. Un’azione, quella dei Focolari, che trova ampio consenso nella locale Chiesa cattolica, che a sua volta incoraggia le associazioni ad adottare tutti i mezzi per aiutare a prevenire ogni azione che possa ledere tali diritti.</div>
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<br /></div>
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Il programma formativo dei Focolari prevede una lettura della legge secondo l’ottica dell’amore evangelico, nella prospettiva di concorrere alla formazione di nuove generazioni sempre più consapevoli, libere, capaci di scelte autonome improntate ai valori. In questo programma trova spazio anche il recente “Progetto Up2me” messo a punto dai Focolari e modulato secondo le diverse fasce dell’età evolutiva. Un lavoro appassionante da fare con adulti, giovani, ragazzi e bambini, per aprire con tanti un dialogo su temi oggi più che mai sentiti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Fonte: focolare.org</i></span></div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-51290045270598834122016-04-07T09:09:00.000+02:002016-04-07T09:09:01.549+02:00I disabili, la Costituzione e la politica<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://cittanuova.it/FILE/FOTO/thumb/400/1459636606.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://cittanuova.it/FILE/FOTO/thumb/400/1459636606.jpg" height="214" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Significativo e intenso incontro del presidente della Repubblica con le associazioni dei disabili. Gli invisibili e i “senza potere” nei palazzi delle istituzioni, spesso inadempienti verso le leggi che, rimuovendo le cause di esclusione, esprimono la pienezza della Carta fondamentale del Paese</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In occasione della Giornata mondiale della disabilità psichica, il presidente Mattarella ha invitato al Quirinale le associazioni dei disabili, i testimonial e ha fatto un discorso di grande rilievo, contribuendo in questo modo a cambiare la cultura della disabilità nel nostro Paese.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Così si è espresso: «La disabilità non è una malattia, tanto meno un problema da scaricare sul singolo individuo e sui suoi familiari. Le condizioni di disabilità divengono gravi soprattutto se il mondo circostante non tiene conto della diversità e trasforma la differenza in fattore di esclusione».</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Molti saranno rimasti sorpresi da questa affermazione, molto netta e nitida. La disabilità non è una malattia, ma è uno sguardo sulla relazione che tocca quelli che la nostra Costituzione chiama “minorati”. La parola è desueta e nel nostro linguaggio di oggi ha una valore dispregiativo, che tende a ferire.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Se guardiamo alla storia, la parola minor, minoris, minore nasce e si sviluppa nel Medioevo in ambiente francescano e indica semplicemente coloro che non hanno potere. I frati minori sono quei frati che per seguire Gesù vivono con coloro che non contano niente. Basti pensare all’incontro di Francesco con il lebbroso. Nell’abbracciare il lebbroso, Francesco esce dalla mondanità e inizia la via del vangelo con i suoi fratelli, tutti minori.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’esperienza dei disabili, ogni giorno, è un'esperienza di mancanza di potere, a cominciare dagli scalini che impediscono di salire su un treno, piuttosto che di andare a scuola, a lavoro, a teatro, allo stadio, fino alle chiese, che spesso, per mediocrità e disattenzione, contengono scalinate insopportabili e impossibili.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Siamo chiamati in ogni momento a passare dall’inaccessibile all’accessibile. E l’accessibilità è un privilegio se non è garantita a tutti, in primis a coloro che sperimentano sulla loro pelle ciò che esclude e non ciò che integra.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ciò che ferisce è il fatto che i disabili sembrano invisibili, in particolare la disabilità psichica – che pure rappresenta il 67 per cento della disabilità nel suo complesso – sembra ignorata e reclusa in spazi isolati, che feriscono in primo luogo chi li vive ogni giorno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
È vero. Ha ragione il presidente, la vera sfida viene dalla disabilità psichica e non da quella motoria che, per altro, costringe i disabili in carrozzina a esibire la propria fragilità, per andare alla toilette, al bar, al ristorante, allo stadio o nelle istituzioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dice Mattarella: «La disabilità intellettiva abbraccia uno spettro di condizioni, dalla sindrome di Down ai diversi disturbi dell’autismo, alle molteplici forme di disabilità dalla cause complesse o indeterminate. Questo deve ulteriormente spingervi a unire le forze per accendere i riflettori sugli ostacoli che si incontrano, per alleviare gli affanni delle famiglie, talvolta stremate, per spingere le istituzioni e per contrastare i pregiudizi che circondano queste condizioni e spesso nascondono indifferenza o egoismo. Uniti siete più forti e potete dare di più. Ai vostri figli e a tutta la società».</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le politiche per la disabilità rappresentano ed esprimono la misura della fedeltà alla Costituzione del nostro Paese e domandano di abbandonare corporativismi, divisioni, gelosie e conflitti di associazione. La Costituzione ci impone l’unità del Paese, è una battaglia culturale per la vita e per la morte.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La politica deve mettere al centro le complesse questioni della disabilità, investendo, innovando, ben sapendo che i disabili psichici e motori sono la perla preziosa delle nostre comunità. Non possiamo accettare di essere presi in giro da una politica distratta e pasticciona. I disabili sono una grande risorsa del Paese. La nostra crisi, che è in primo luogo culturale, sarà superata se metteremo al centro i diritti sociali, culturali e spirituali dei disabili, che saranno punto di riferimento per tutti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mattarella ha toccato il diritto allo studio e il diritto al lavoro per i disabili. Su questo punto si è aperta una polemica, perché Gian Antonio Stella ha notato impietosamente che la Camera, che ha approvato le quote e ha imposto l’obbligo di assunzione, secondo la legge 68/99, è la prima a disattendere questo obbligo, perché in sedici anni (dunque dall’approvazione della legge) non ha assunto nessun disabile. La Camera stessa ha disatteso un obbligo di legge.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La presidente Boldrini ha voluto puntualizzare che dal 2006 al 2016 c’è stato il blocco dell’organico, che è passato dai 1827 del 2006 ai 1252 del 2016, con una riduzione del 30 per cento. Rimane lo scandalo che in sedici anni non sia mai stato attuato l’obbligo di assunzione di disabili. Verrebbe da dire che forse andrebbe cambiata la legge. Peraltro nella finanziaria del governo Letta, il ministro Giovannini tolse il blocco alle assunzioni dei disabili nel settore pubblico con il decreto legge 101/2013.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Si è curiosi di sapere se la stessa linea è passata al Senato e alla presidenza della Repubblica. Se uno poi gira nei palazzi della politica e delle istituzioni cadono le braccia. Nuovamente leggi belle dello Stato non applicate, dalle barriere architettoniche, agli accessi nei luoghi della democrazia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il presidente Mattarella chiama la politica a non giustificarsi per il presente e per il passato, ma ad avere il linguaggio della verità, riconoscendo i propri errori e le proprie ipocrisie. Abbiamo bisogno di una politica che si inginocchi sul dolore civile del Paese.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Fonte: CittàNuova.it</i></span></div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-1534266838508962232016-04-05T20:34:00.002+02:002016-04-05T20:34:34.710+02:00Lahore, an attack against humanity<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/03/Credit_Photo_Unit_via_Flickr_CC_BY_NC_20__CNA-01.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/03/Credit_Photo_Unit_via_Flickr_CC_BY_NC_20__CNA-01.jpg" height="213" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>After the tragic Easter attack that took over 70 lives and left 320 wounded, Pakistan and the city of Lahore is in the midst of mourning.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lahore is the second largest city of Pakistan, in the north east Punjab Province. “For some time schools and universities have been protected like fortresses, as well as churches and mosques that have armed guards. A public park could never have been guarded in such a way. It is shocking that most of the victims are children and families, many of them celebrating the feast of Easter,” they write from the Focolare community in Lahore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
It was 19:00 local time, March 27th, when a suicide bomber blew himself up in the Gulshan-e-Iqbal Park. Pope Francis called it a “cowardly and senseless” crime as he recalled Easter in Pakisatn that was “bloodied by a detestable attack that slaughtered so many innocents” including 29 children and many women.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
“Along with everyone else,” they continue from Lahore, “we want to once again embrace this face of Jesus Forsaken so that he might transform this great suffering into new momentum to love, new light to illuminate minds and strengthen all people of good will. We’re praying for all the victims, the wounded and the families, that hatred will not beget hatred.”</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“I was on my way to the park with my grandkids, and at one point I felt like I had to go home again,” says one friend who was saved from the massacre. “Our relatives were there at the moment of the explosion, but none of them were harmed. One of them was an 18 year old boy who tried to help a child who later died in his arms.”</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“I invite us all to pray to the Lord for the many victims and their loved ones,” the Pope went on to say, appealing to “civil authorities and all members of society” in Pakistan “that they would make every effort to return peace and serenity to the population and, in particular, to the religious minorities that are most vulnerable.”</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“The sacred dignity with which they suffer the pain is striking,” the people of Lahore testify, “and how much solidarity has been shown. The wounded were driven in private cars, without fear or hesitation, to nearby hospitals. The hospital staff worked without stopping. The appeal for blood donations was immediately answered by long queues at hospitals. The suffering that people have been going through for some time now and seemed to have reached its limit, has produced a new attitude, new hope that is expressed in small gestures that demonstrate a common wish: Peace.”</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“In many places people are out on the streets with lit candles. The protests were carried out peacefully. In many newspapers around the world there is talk about attacks on Christians and perhaps that’s true, but here it seems to us like an attack against humanity which is the same thing. The victims are Christians and Muslims. The gestures of solidarity from abroad have been very well received, such as the offing of the lights on the Eiffel Tower. They did help Pakistan to feel that it wasn’t all alone in suffering this very painful and absurd tragedy</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Source: focolare.org</i></span></div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-69121607634351871632016-04-02T09:09:00.000+02:002016-04-02T09:09:01.840+02:00Dopo Grand Bassam: una testimonianza dalla Costa d’Avorio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/03/20160329-01.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/03/20160329-01.jpg" height="214" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>L’attentato terroristico del 13 marzo, che ha fatto 18 morti, ha portato
instabilità nella regione. Continuano le minacce in vari punti chiave.
La piccola comunità dei Focolari, nel quotidiano lavoro di costruzione
della pace, non si arrende alla violenza. Le parole del nunzio e
dell’imam.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>«Il 13 marzo scorso</b> <b>la Costa d’Avorio e il mondo intero hanno appreso</b>
con stupore che la città balneare di Grand-Bassam era stata duramente
colpita da sconosciuti e che era ancora difficile contare il numero
delle vittime», scrivono Jeanne Kabanga e Damase Djato, dei Focolari ad
Abidjan. «Si può immaginare la carneficina, perché durante il weekend
molte persone arrivano lì da Abidjan, città situata a 40 km e da altre
parti della regione, per riposare su questa spiaggia di fronte all’Hotel
chiamato «l’étoile du SUD». È un luogo frequentato soprattutto da
turisti di ogni provenienza. Grand-Bassam – ricordiamo – è stata la
prima capitale della Costa d’Avorio ed è classificata come patrimonio
mondiale dell’UNESCO».</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/03/MonsJosephSpiter.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/03/MonsJosephSpiter.jpg" height="213" width="320" /></a></div>
<b>Quello stesso giorno, 180 persone erano riunite ad Abidjan per sottolineare l’attualità</b> del messaggio di Chiara Lubich,
che nel 1996 aveva ricevuto il premio UNESCO per l’educazione alla
pace, e di cui il 14 marzo ricorreva l’8° anniversario della morte. Tra
loro c’erano sia il nunzio apostolico in Costa d’Avorio, mons. Joseph
Spiteri, sia l’imam Diara. Ogni anno, su suo invito, la comunità dei
Focolari partecipa nella sua moschea alla celebrazione del <i>Maouloud</i>
(commemorazione della nascita del Profeta). «Dalle loro parole – e
partendo dall’invito di Chiara ai decisori politici a vivere l’arte
d’amare come vera terapia per il nostro tempo – abbiamo riscoperto
insieme il nostro comune dovere di esercitarci con fedeltà ad amare
tutti senza distinzione, per non perdersi nel fondamentalismo, ma
coltivando la speranza e la misericordia». «La nostra tendenza, invece,
ha sottolineato il nunzio, è di far passare il giudizio davanti alla
misericordia», mentre «se musulmani e cristiani si amassero», ha
sottolineato l’imam, «il mondo si salverebbe».</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>I giovani e i ragazzi presenti raccontano del loro impegno nella raccolta di firme per la pace</b>:
dopo avere preparato con cura messaggi di Ghandi, Madre Teresa di
Calcutta, Chiara Lubich, Dalai Lama, da distribuire alle persone, sono
usciti per strada. «Non era facile avvicinare gli adulti per presentare
il progetto – che continueremo anche durante la Settimana Mondo Unito –
ma abbiamo vinto la nostra paura». Il racconto dei più piccoli è quello
che più colpisce i presenti, anche perché sostanziato da tanti episodi
concreti che dicono il loro impegno a essere “messaggeri di pace” nel
proprio ambiente. «Una volta, a casa, – racconta Marie Lucie – la mia
sorella più piccola non aveva lavato i piatti. Al momento del pranzo
quindi non potevamo mangiare. Le ho detto di farlo, ma non ha voluto. Mi
sono detta che – se li avessi lavati io – avrei fatto un gesto di pace.
Così ho fatto e abbiamo mangiato». «A scuola – racconta Prince – alcuni
miei compagni prendevano in giro un altro, più debole, insultandolo e
picchiandolo. Con un altro ragazzo abbiamo deciso di intervenire,
parlando con loro, spiegando gli ideali di pace in cui crediamo e
chiedendogli di lasciarlo stare. Hanno smesso e adesso sono diventati
amici».</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/03/160220_Abidjan_06_rid.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/03/160220_Abidjan_06_rid.jpg" height="203" width="320" /></a></div>
In questo contesto, anche la presentazione dell’Economia di Comunione, che in Costa d’Avorio
ha mosso già alcuni passi, è risultata come un possibile antidoto alla
povertà e alla miseria; azioni, anche piccole, come l’attività di Firmin
a favore dell’istruzione in uno dei quartieri di Abidjan, assumono –
sullo sfondo della costruzione capillare della pace – un significato più
grande. E la raccolta di firme per la pace ha sottolineato la presa di
impegno personale di ciascuno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>«Solo di ritorno a casa – continuano Jeanne e Damase – abbiamo appreso</b>
alla televisione la notizia dell’attentato di Grand Bassam. Dopo questa
giornata in cui abbiamo sentito parlare e sperimentato la pace, è
chiara la chiamata ad essere operatori di pace, mettendo in pratica
quanto imparato e sopratutto cercando prima di tutto di conservare la
pace in noi, per poi donarla attorno a noi. Solo così, ci sembra,
possiamo dare il nostro contributo per disinnescare il terrorismo e ogni
sorta di odio».</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Fonte: <a href="http://focolare.org/">focolare.org</a></i></span></div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-7205723531147339132016-03-31T09:04:00.000+02:002016-03-31T09:04:01.807+02:00Produzioni di armi: una questione di coscienza<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/03/20160329-a-685x325.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/03/20160329-a-685x325.jpg" height="188" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Si può rinunciare ad un lavoro ben remunerato perché va contro i
principi in cui si crede? Federico Di Iorio, giovane ingegnere
aerospaziale, lo ha raccontato nel convegno "La fraternità universale in
cammino: il disarmo possibile", svoltosi nel Parlamento italiano il 16
marzo in memoria di Chiara Lubich.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>«A 19 anni ho lasciato la mia regione – l’Abruzzo</b><b> – per studiare ingegneria aerospaziale a Pisa.</b>
È stato un percorso faticoso ma pieno di soddisfazioni: in 5 anni sono
riuscito a portare a termine la specializzazione con il massimo dei
voti, compreso uno stage in Germania che ha ancor più arricchito le mie
competenze. Tutto ciò con il sostegno e i sacrifici della mia famiglia.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Una volta laureato aspettavo con ansia di poter trovare il mio posto nel mondo del lavoro.</b>
Ma ho dovuto fare i conti con la disoccupazione giovanile, che nel
nostro Paese è del 40%, e con aziende che quando va bene offrono
soltanto contratti a tempo determinato o consulenze con pagamenti a
scadenza trimestrale se non addirittura semestrale. Dopo qualche mese
speso a inviare invano il mio curriculum, ho iniziato a pensare che
forse dovevo propormi in altre applicazioni industriali. Oppure
emigrare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Inaspettata, però, ricevo una proposta da
un’azienda che rappresenta in Italia il principale Consorzio Europeo
costruttore di missili e tecnologie per la difesa.</b> L’idea di un
vero colloquio di lavoro, in un’azienda importante come questa, era
molto allettante. Dopo un positivo approccio telefonico sono stato
invitato al colloquio in sede col personale tecnico. L’ambiente era
giovanile e stimolante; l’azienda seria e di elevata professionalità. La
progettazione di missili non rispecchiava affatto i principi in cui
credo ma dentro di me cullavo la speranza che mi venisse offerto un
impiego che non mi coinvolgesse nella fabbricazione di armi. Il
colloquio è andato bene: dopo appena una settimana, fra i tanti
candidati, sono stato richiamato per formalizzare l’assunzione. Con la
precisazione che si trattava di un incarico direttamente legato alla
produzione di missili.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Mi sentivo con le spalle al muro.</b>
Da una parte c’era un posto fisso, con un contratto a tempo
indeterminato, un buonissimo stipendio ed una sicura possibilità di
carriera. Dall’altra c’era il mio credo di cittadino, ma prima di tutto
di uomo, impegnato nella costruzione di una società non-violenta, basata
sul rispetto dei diritti umani, sulla giustizia sociale, sul giusto
equilibrio tra bisogni umani, ambiente e utilizzo delle risorse. Ho
sempre creduto infatti in una società nella quale l’ambizione di alcuni
non vada a calpestare la dignità dell’altro e il successo economico non
sia la scusa per dimenticarsi dell’essere umano. A complicare la
valutazione si aggiungevano i colleghi di studi che mi spingevano ad
accettare senza badare a questi miei moralismi, ribadendomi
l’incontestabile tesi che un ragazzo di 25 anni neolaureato non può
permettersi, di questi tempi, di rifiutare un lavoro così vantaggioso. E
con mille argomentazioni cercavano di pormi di fronte alla realtà
sottolineandomi quanto fossi fortunato e… incosciente! Non ultimo, con
questo lavoro avrei potuto sgravare la mia famiglia dall’impegno a
continuare a mantenermi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>A giocare un ruolo decisivo, oltre alla mia coscienza, sono state le persone a me più vicine:</b> la famiglia, la mia ragazza e i Giovani per un mondo unito con i quali mi sono formato. E che hanno fatto maturare dentro di me l’idea – che diventava sempre più chiara – che <b>per costruire una società solidale e non-violenta occorre operare concretamente, testimoniando e pagando di persona.</b>
Era il mio momento per poterlo fare. Ho risposto all’azienda che non
potevo proseguire la trattativa, precisando con trasparenza i motivi.
Indubbiamente non è stata una scelta facile, specie perché non avevo
altre offerte tra le mani. Ma non mi sono fatto fermare da ciò. Ho
continuato la mia ricerca e dopo alcune settimane, sono giunte altre
proposte che mi hanno portato dove sono oggi, felicemente soddisfatto
del lavoro che svolgo a Torino come ingegnere aeronautico nel settore
civile».</div>
<br />
<span style="font-size: x-small;"><i>Fonte: <a href="http://focolare.org/">focolare.org</a></i></span>Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-37625267859248467042016-03-29T10:37:00.000+02:002016-03-29T10:37:01.245+02:00Even being “anti” can open up dialogue<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://livingcitymagazine.com/sites/default/files/open_up_dialogue.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://livingcitymagazine.com/sites/default/files/open_up_dialogue.jpg" width="256" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Not speaking up is the privilege of those who have never suffered from racism</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Not long ago a video from The Guardian explained the difference between
being “non-racist” and “anti-racist.” It kind of startled me back to
consciousness. In it Jamaican novelist Marlon James listed a few
scenarios I had found myself in at different moments of my life: “I
don’t sing that n-word”; “I’m not burning any crosses”; “I didn’t vote
for that guy.”</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sure, avoiding those things doesn’t make the problem of racism worse. But what am I actually doing to stop it?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“Your going to bed with a clear conscious is not going to stop college
students from getting assaulted,” James said. He invited the listener to
take a more active stance, to speak up and say, we are against this,
“that what hurts one of us hurts all of us.” That’s where we have to
move from “non” to “anti,” he said.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
As someone committed to dialogue and to bringing the human family
together, I am not at all in favor of racism. But I’m also not generally
a person who likes to be “anti,” because I feel that “anti” often
builds up walls instead of creating understanding and open discussion.
Perhaps it’s because we sometimes argue against each other instead of
about the positions we hold. Just because one sides’ voice gets louder
does not necessarily mean a consensus has been reached.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
But that video helped me see how being “anti” can also be positive for
dialogue. If being “anti” means actively doing something to be part of
the solution that respects everyone, I’m in. What I am against, though,
are racist attitudes and behaviors, not the person who has them. That
person is still a brother or sister of mine, even if in the wrong.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
We were enjoying some pizza together in a youth workshop when the
conversation took an unexpected turn. One participant shared his dismay
at being stuck on the train near “some black guy,” and it made his whole
ride horrible. “Because he’s black?” I asked. “But he was drunk and
smelled funny, and he was saying things that didn’t make sense. I can’t
stand them!”</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I was shocked. He had assumed that the man was a drug addict or a
gangster simply because the color of his skin and the hoodie he was
wearing.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A nice non-racist — perhaps myself a decade earlier — might have been
content in not adding to the mean-spirited discussion. But in the last
few years I’ve learned that being quiet is the privilege of those who
have never suffered from racism, who don’t realize it is part of some
people’s experience every single day.</div>
<div style="text-align: justify;">
So as a white woman who does believe that “what hurts one of us hurts
us all,” for me being quiet is no longer enough. I had to say something
because, that man on the train, his struggle is my struggle. He is a
child of God just like me. And that boy’s struggle, to face those who
are different, was also my struggle, and I believed in the goodness of
his heart. So I continued my questions.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“How do you know he was drunk and not just a little upset?” “He just was.”</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“And what does that have to do with him being black? It could have been
a white guy who was drunk, if that was the case at all. Would that have
bothered you? Would you have had more compassion? What if he had just
lost his job and was grieving, or what if his dad just died?”</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
He responded: “Why do they have to be on the train? I hate riding on
the train because they are there.” So he was uncomfortable.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“Are there any black kids at your school?” No. “So you don’t know yet
what things they might know that you’d love to learn! Do you really
think that every black person you might meet on the train is a drunk or
on drugs or part of a gang? Come on, now!” He grinned sheepishly. “Maybe
he works on Wall Street, or maybe he has the same hobby as you. Would
you want to miss an opportunity to learn something from someone just
because you were stopped by the color of their skin?” Attentive silence.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
That was one time where I was able to speak up in a loving way. But
there have been other missed opportunities where I have stayed silent,
or didn’t find the right words and further hurt my neighbor instead of
healing that wound. I’ll keep trying.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: x-small;">By </span></i><i><span style="font-size: x-small;"><em>Sarah Mundell - </em>Source: <a href="http://livingcitymagazine.org/">LivingCityMagazine.org</a></span></i></div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-16567237110663468952016-03-24T09:04:00.000+01:002016-03-24T09:04:02.879+01:00Profughi bloccati a Idomeni. Il racconto: “Nel fango e al freddo, ho visto una umanità ferita”<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://agensir.it/wp-content/uploads/2016/03/042_CS_127783_1416912-755x491.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://agensir.it/wp-content/uploads/2016/03/042_CS_127783_1416912-755x491.jpg" height="208" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Il racconto dalla frontiera macedone con la Grecia di Dolores Poletto del Movimento dei Focolari a Skopje. “C'è una moltitudine di gente che arriva nelle condizioni più precarie. Le tende si distendono a centinaia lungo la pianura e sotto una pioggia battente sono sommerse letteralmente sotto il fango". I bambini? Sono tantissimi e si ammalano facilmente. La notizia: tre profughi sono morti tentando di attraversare illegalmente un fiume tra la Macedonia e la Grecia</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ha cominciato a piovere la settimana scorsa e non ha smesso più e la pianura si è riempita di acqua. Vivono sotto le tende e nel fango le migliaia di profughi che attendono di oltrepassare la frontiera greca con la Macedonia. Il “miraggio” è arrivare in Europa. <b>Dolores Poletto </b>è croata, lavora da sole due settimane con la Caritas Macedonia e vive nella comunità del Movimento dei Focolari a Skopje. E’ lei a raccontare cosa ha visto con i suoi occhi, lungo la frontiera. “Sono stata nel campo profughi a Gevgelija (Macedonia) con i colleghi di Caritas. E’ stata una visita non formale. Dall’altra parte del filo della frontiera, appare una marea di gente. Siamo passati anche attraverso la frontiera ufficiale in Grecia, a Idomeni”.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Frontiere chiuse. </b>La situazione umanitaria che i profughi stanno vivendo in Grecia, Macedonia e Serbia è l’esito della chiusura dei confini lungo la rotta balcanica. Da mercoledì 9 marzo le autorità slovene hanno chiuso le frontiere. Anche la Crozia ha annunciato la chiusura dei confini e subito dopo le autorità serbe.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Secondo gli ultimi dati – ma i numeri sono sempre approssimativi – sul confine macedone si trovano ora circa 14mila rifugiati. In Grecia sono più di 34mila.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>A Idomeni c’è una sorta di imbuto. </b>Si sta ripetendo qui quello che da mesi si sta vivendo a Calais, al confine francese sulla Manica. I migranti arrivano, dopo aver attraversato la Grecia e l’Egeo in un barcone. “Una moltitudine di gente – racconta Dolores -. Arrivano nelle condizioni più precarie. Le tende si distendono a centinaia lungo la pianura. Sono tende che vanno bene per l’estate ma qui vengono sommerse letteralmente sotto il fango. Quando siamo andati, la giornata era soleggiata, ma la stessa sera ha cominciato a piovere e da allora non ha smesso più. E’ una pianura. Siamo sulla frontiera dove prima si attraversava in Macedonia. La gente vuole essere più vicino possibile, così che le tende sono state montate a ridosso della ferrovia”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Alla pioggia si aggiunge anche il freddo. </b>“Di giorno la temperatura, se è sereno, può arrivare anche fino a 18 gradi, ma di sera scende attorno ai 2-3 gradi”. Le condizioni di vita nel campo si deteriorano di giorno in giorno. Al freddo, si aggiungono scarsità di cibo e insostenibili condizioni igienico-sanitarie. “I bambini – dice Dolores – sono tantissimi, anche piccoli”.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Bambini, ragazzi e donne: sono il 70% della popolazione del campo.</b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Medici senza Frontiere conferma: nell’ultima settimana svolto 2mila visite mediche. Le principali patologie riscontrate sono infezioni del tratto respiratorio e gastroenteriti, tutte collegate alle condizioni dell’accoglienza, alle scarse condizioni igieniche e al freddo.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>“Tanti si mettono in fila per ricevere il cibo”</b>, racconta ancora Dolores. “Difficile descrivere lo stato psicologico in cui si trovano. Tanti dicono di venire dalla Siria. Tutti vorrebbero andare in Germania, Austria. L’unica domanda che ci ponevano: quando apre la frontiera”. Sono pronti a tutto pur di raggiungere la meta, anche a costo della vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>“Sai proprio adesso ho sentito la notizia – dice Dolores – che 3 sono morti nel fiume tra Macedonia e Grecia cercando di passare illegalmente. E’ una tristezza”.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Caritas è presente sin dall’inizio della crisi con tante Ong. </b>“Stanno aspettando, sperando di poter passare la frontiera – spiega Dolores – per questo, non vogliono spostarsi in campi più adatti. E’ difficile aiutarli”. C’è la polizia di frontiera a sorvegliare perché non passi nessuno, secondo gli accordi presi con l’Europa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>“Alla popolazione che ho visto a Idomeni serve tutto, ma è in Grecia. Se la situazione non si dovesse risolvere, ci sono diversi rischi”.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Di fronte a questo “impasse”, “ti senti impotente di fare qualsiasi cosa”.</b> Dolores è rimasta profondamente colpita da questa esperienza sul confine. “Si può stare con loro sulla croce, non riesco a dimenticare quelle immagini. Sono presenti tantissimi giornalisti. Ho parlato con alcuni di loro e al ritorno a casa ho guardato i loro servizi in tv. Mi sono detta che se li avessi guardati senza visitare quel posto, sarebbero stati una delle tante notizie che passano ogni giorno, ma adesso avendo toccato con mano questa realtà, sento che si tratta di una ferita dell’umanità”.</div>
<br />
<span style="font-size: x-small;"><i>M. Chiara Biagioni - Fonte: <a href="http://agensir.it/">AgenSIR.it</a></i></span>Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-70281691012471582182016-03-22T09:10:00.000+01:002016-03-22T09:10:08.585+01:00 La vita di questo senzatetto è cambiata improvvisamente grazie al gesto gentile di un imprenditore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xtl1/v/t1.0-9/12804902_10156625803510615_4384753302329174646_n.jpg?oh=57f4c96863d9a393876a0d83b839b21e&oe=57524174" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xtl1/v/t1.0-9/12804902_10156625803510615_4384753302329174646_n.jpg?oh=57f4c96863d9a393876a0d83b839b21e&oe=57524174" width="320" /></a>Tutti i giorni il senzatetto Siyabulela "Dan" Magobiyane raggiungeva la spiaggia di Bantry Bay, a Cape Town, munito di sacchi per la spazzatura. A mani nude iniziava a raccogliere bottiglie di birra, cicche di sigaretta e tutti i rifiuti lasciati il giorno prima da turisti e residenti. In cambio di quel lavoro Dan non riceveva niente, nessuno gli aveva chiesto di farlo. Bastava a lui il pensiero di lasciare quel posto pulito per i turisti, in modo che potesse apparire al meglio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un giorno al suo rituale giro assiste l'imprenditore Jay Margolis. In attesa dell'arrivo di un cliente l'uomo si stava guardando intorno e notò il ragazzo, intento nelle pulizie, raggiungere ogni quarto d'ora la pattumiera con dei sacchi pieni di rifiuti. Incuriosito dalla scena decide di avvicinarsi al senzatetto e la spiegazione che ricevette lo colpì al punto da decidere di raccontare la sua storia <a href="https://www.facebook.com/jay.margolis.9/posts/10156625864205615">su Facebook</a> e fare un appello per lui.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xtf1/v/t1.0-9/12801412_10156625802920615_9074462876159560785_n.jpg?oh=0c5bed41a7231b43a6a68d0a4eb3ba45&oe=57526E9B" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xtf1/v/t1.0-9/12801412_10156625802920615_9074462876159560785_n.jpg?oh=0c5bed41a7231b43a6a68d0a4eb3ba45&oe=57526E9B" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>"Questo pomeriggio ero a Bantry Bay in attesa dell’arrivo di un cliente e noto questo tipo mettere due grandi sacchi nella spazzatura", scrive sulla sua bacheca, "La scena si ripete e decido di aspettarlo per parlargli. Risulta che lui è 'imbarazzato per l’inquinamento e vorrebbe che le spiagge avessero un bell’aspetto per i turisti e per il mare'. A lui non è stato chiesto di far questo e non ha un lavoro. Continua a ripetermi che pulisce le spiagge ogni giorno per un unico motivo: renderlo un bel posto. Gli ho comprato il pranzo e l’ho lasciato andare, sentendomi orgoglioso delle persone che popolano il nostro paese. Che leggenda Siyabulela Dan Magobiyane! Cape Town dà a quest’uomo un lavoro."</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xtl1/v/t1.0-9/12814132_10156625804105615_7885096994308165484_n.jpg?oh=ce973979ee80491b10ce9cdbd2f4b8a7&oe=575A98FE" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xtl1/v/t1.0-9/12814132_10156625804105615_7885096994308165484_n.jpg?oh=ce973979ee80491b10ce9cdbd2f4b8a7&oe=575A98FE" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
E Cape Town ha risposto all'invito. Nel giro di breve tempo il post è stato condiviso da oltre 37mila persone. Tutti sono rimasti colpiti dal racconto e tutti volevano far qualcosa per quell'uomo che si era dimostrato tanto volenteroso. E per Dan sono iniziate ad arrivate le prime offerte di lavoro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>“Da quando ci siamo incontrati Dan è stato posizionato in modo permanente in un rifugio per senzatetto", ha raccontato Margolis, "Starà lì per tre mesi. Lo stanno aiutando a effettuare il passaggio dalla vita di strada a un ruolo più attivo. Inoltre gli è stato offerto un lavoro permanente nella società Cape Skip. Si stanno tutti impegnando per il suo aggiornamento professionale."</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: x-small;">Fonte: <a href="http://huffingtonpost.it/">HuffingtonPost.it</a></span></i></div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-56724849441549537982016-03-20T09:07:00.000+01:002016-03-20T09:07:05.000+01:00Armi, utopia e principio di realtà<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.cittanuova.it/FILE/FOTO/thumb/400/1458204986.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.cittanuova.it/FILE/FOTO/thumb/400/1458204986.jpg" height="212" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Per ricordare Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, in Parlamento si è svolto un convegno su temi scottanti di attualità: l'incontro tra persone di culture e religioni diverse e il possibile dialogo tra cristiani e musulmani, le incongruenze esistenti in materia di armamenti, con il nostro Paese che è leader nelle esportazioni di armi, pur avendo una legislazione che non lo consente. Tre domande che attendono risposte</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il 16 marzo siamo stati nella sala dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati con oltre 200 giovani che hanno riflettuto interrogando il mondo politico sulle cause delle guerre. L’incontro, dal titolo “La fraternità universale in cammino: il disarmo possibile”, è stato promosso per ricordare Chiara Lubich e il suo lavoro per la pace.</div>
<a name='more'></a><br />
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</div>
<div style="text-align: justify;">
Intervenendo al dibattito avviato dai giovani delle scuole di partecipazione del Movimento politico per l’unità, assieme ai Giovani per un mondo unito, alcuni parlamentari, pur apprezzando bonariamente le intenzioni e le finalità della giornata, hanno invitato a rifarsi al "principio di realtà", vincolante le scelte decisive in politica.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Crediamo che l’invito vada preso seriamente. A partire dalla realtà attuale, che vede sempre più persone coinvolte in sanguinosi conflitti nel mondo, facciamo nostre le domande che i giovani hanno sollevato:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
1. Come mai micidiali bombe partono periodicamente dal nostro territorio (Sardegna) per essere esportate in Arabia Saudita (la cui aviazione il 15 marzo ha bombardato lo Yemen uccidendo oltre 60 civili) in violazione della legge 185/90? Attendiamo risposte.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
2. Come mai Finmeccanica (controllata per il 30% dal ministero dell’Economia e finanza) sta cedendo progressivamente il settore civile per investire nel comparto delle armi seguendo “l'utopia” di una politica industriale degli armamenti che offre meno posti di lavoro di altri comparti tecnologici, promuove di fatto i conflitti armati diffusi a livello planetario e ha una scarsa ricaduta economica sul territorio? Perché non si destinano fondi pubblici alla riconversione dell'industria bellica come pure aveva previsto la legge 185/90? Attendiamo risposte.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
3. Come mai l'Italia ospita sul suo territorio, nelle basi militari di Aviano e Ghedi, 70 bombe nucleari B61 quando può legittimamente chiedere agli Stati Uniti di riprendersi questi strumenti di morte come hanno fatto altre Nazioni che appartengono all’Alleanza atlantica? Attendiamo risposte.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: x-small;"><i>Andrea Goller, Rosalba Poli - Fonte: <a href="http://www.cittanuova.it/">CittàNuova.it</a></i></span>Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-40237510023522666512016-03-19T09:09:00.000+01:002016-03-19T09:09:09.642+01:00Rifugiati in famiglia: il calore dell’accoglienza<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://unhcr.it/images/dynamic/W1siZmYiLCJwdWJsaWMvc2l0ZXMvNTNhMTYxMTEwYjgwZWVhYWM3MDAwMDAyL3BhZ2VzLzU2YTYyYTA5MGI4MGVlZmUwYzAwMGNiYi9maWxlcy9QYXJtYV9VTkhDUi5TdGlsbDAwNF8tX0NvcHkuanBnIl0sWyJwIiwidGh1bWIiLCI3MzB4MzY5IyJdXQ/Parma_UNHCR.Still004_-_Copy.jpg?sha=f488436c60fb920c" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://unhcr.it/images/dynamic/W1siZmYiLCJwdWJsaWMvc2l0ZXMvNTNhMTYxMTEwYjgwZWVhYWM3MDAwMDAyL3BhZ2VzLzU2YTYyYTA5MGI4MGVlZmUwYzAwMGNiYi9maWxlcy9QYXJtYV9VTkhDUi5TdGlsbDAwNF8tX0NvcHkuanBnIl0sWyJwIiwidGh1bWIiLCI3MzB4MzY5IyJdXQ/Parma_UNHCR.Still004_-_Copy.jpg?sha=f488436c60fb920c" height="161" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Dieci rifugiati e altrettante famiglie partecipano al progetto sperimentale “Rifugiati in famiglia,” gestito da Ciac onlus nell’ambito del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) dei comuni di Parma e Fidenza.</div>
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Quelle che si sono affacciate al progetto sono famiglie con fatiche, lavori precari, giornate strapiene di impegni, che scelgono di partecipare ad una iniziativa del genere perché hanno una forte spinta motivazionale, culturale e politica rispetto a una proposta che sicuramente sconvolge la loro quotidianità. “Noi scherzando diciamo che non c’è una famiglia normale, ma proprio questa è la sua bellezza,” dice Chiara Marchetti, responsabile del progetto.</div>
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<br /></div>
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I racconti delle famiglie e dei rifugiati che condividono questo percorso parlano di normalità e quotidianità, di nuovi legami che si stringono all’interno delle mura domestiche ma anche nell’intera comunità. Una fase del percorso d’integrazione che non sostituisce, anzi, completa le precedenti fasi dell’accoglienza.</div>
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<br /></div>
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Tra loro c’è Giorgio Campanini, professore di filosofia in pensione che ospita Mursal, somalo di 25 anni, con la speranza di rappresentare un ponte verso un pieno inserimento del giovane nella società parmense. “Ho ritenuto doveroso fare anch’io la mia parte, e la farò volentieri. Una piccola parte, un atomo di un grande aggregato, ma l’aggregato è fatto appunto di atomi,” racconta.</div>
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<br /></div>
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Mursal svolge un tirocinio presso una fabbrica di metalmeccanica e frequenta le scuole serali per conseguire il diploma di ragioneria. Quando ritorna la sera a casa trova sempre la cena pronta: “Una cosa che mi rende felice, non me l’aspettavo ma l’ho trovata qua.”</div>
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<br /></div>
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<a href="http://unhcr.it/images/dynamic/W1siZmYiLCJwdWJsaWMvc2l0ZXMvNTNhMTYxMTEwYjgwZWVhYWM3MDAwMDAyL2NvbnRlbnRfZW50cnk1M2ExNjIxMzBiODBlZWFhYzcwMDAwMjcvNTZhNjMwNjQwYjgwZWUwZTE1MDAxMzlmL2ZpbGVzL1Bhcm1hX1VOSENSLlN0aWxsMDAyLmpwZyJdLFsicCIsInRodW1iIiwiNzMweDM4MCMiXV0/Parma_UNHCR.Still002.jpg?sha=51d3ef9da02861f2" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://unhcr.it/images/dynamic/W1siZmYiLCJwdWJsaWMvc2l0ZXMvNTNhMTYxMTEwYjgwZWVhYWM3MDAwMDAyL2NvbnRlbnRfZW50cnk1M2ExNjIxMzBiODBlZWFhYzcwMDAwMjcvNTZhNjMwNjQwYjgwZWUwZTE1MDAxMzlmL2ZpbGVzL1Bhcm1hX1VOSENSLlN0aWxsMDAyLmpwZyJdLFsicCIsInRodW1iIiwiNzMweDM4MCMiXV0/Parma_UNHCR.Still002.jpg?sha=51d3ef9da02861f2" height="166" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Oscar e Sabrina, infermieri e genitori di Rocco, 9 anni, e Manuel, 5 anni, hanno scelto di opsitare Siraj un giorno parlando in cucina. “Chiesi a Sabrina cosa ne pensasse dell'idea di ospitare un profugo rifugiato nella nostra famiglia e lei mi rispose con semplicità disarmante che sì, era d'accordo.” Così ha avuto inizio la loro avventura con Siraj, padre di due bambini lasciati in Somalia. Arrivato a Lampedusa nel 2013, mai avrebbe pensato di vivere un giorno con una famiglia italiana.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma questa è anche la storia di Stefania, che ha sempre voluto trasmettere alle sue figlie i valori dell’amore e dell’accoglienza e che ha tradotto in pratica quest’insegnamento accogliendo Kady, rifugiata della Costa D’Avorio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E’ la storia di Jacopo e Chantal che vogliono insegnare ai loro figli “che, sì, abbiamo le nostre belle cose ma si può anche condividere con chi, temporaneamente, è in difficoltà.”</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E’ la storia di Massimo e Salah, iraniano arrivato a Parma del 2011, che sono riusciti a trovare un incontro sulle posizioni politiche come anche sulle preferenze dei programmi televisivi e che alla fine hanno deciso di continuare a vivere insieme anche dopo la chiusura del progetto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Questa è la storia di tutte le persone che hanno scelto di aprire le loro porte per accogliere un rifugiato a Parma e provincia. La storia di un paese che accoglie.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/oCPrHgxhe9w" width="560"></iframe>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Fonte: <a href="http://unhcr.it/">UNHCR.it</a></i></span></div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-16379339996943291492016-03-18T09:44:00.000+01:002016-03-18T09:44:15.653+01:00Costruire la pace, nelle scelte di ogni giorno<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.cittanuova.it/FILE/FOTO/thumb/400/1458211783.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.cittanuova.it/FILE/FOTO/thumb/400/1458211783.jpg" height="180" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Riportiamo il testo dell’appello al Parlamento italiano lanciato il 16 marzo 2016 dai membri delle Scuole di partecipazione del Movimento politico per l’unità, insieme ai Giovani per un mondo unito. Una scelta di pace che esige il rispetto della legge 185/90 sull’invio di armi nei Paesi in guerra, una finanza disarmata, la riconversione delle industrie belliche, l’investimento sul dialogo, l’accoglienza e la cooperazione internazionale</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
«Mercoledì 16 marzo 2016, nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati, abbiamo promosso un dialogo con alcuni parlamentari su alcuni temi scottanti - il dialogo tra esponenti di religioni diverse, il rispetto delle limitazioni nella vendita delle armi stabilite dalla legge 185 del 1990, la riconversione delle industrie belliche - nell’ottica di un ampio dibattito sulla fraternità universale, intesa come categoria politica.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
L'iniziativa rientra nell'ambito di una serie di eventi promossi in occasione dell’anniversario della morte di Chiara Lubich (fondatrice del Movimento dei Focolari, realtà a cui afferiscono le organizzazioni promotrici), col proposito di creare spazi di approfondimento sulla pace, che generino proposte concrete.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A livello mondiale ci troviamo in uno stato di conflitto armato diffuso, tanto che si parla di “terza guerra mondiale”. Questa situazione ci fa interrogare su quel che possiamo fare noi e su quali politiche si possano attuare per cambiare il corso degli eventi, che ci appare disastroso e ingiusto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il 16 marzo, grazie al contributo di esperti e testimoni credibili, abbiamo approfondito le cause e le conseguenze dei conflitti in atto ed esplorato possibili percorsi per scardinare il complesso sistema di guerra esistente, per cercare di costruire una pace duratura e sostenibile.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Crediamo che la costruzione della pace non sia un’utopia, ma un obiettivo possibile, da raggiungere anche a partire dalle nostre scelte quotidiane e da azioni politiche forti. Come esponenti della società civile, ci impegniamo in tal senso e il 16 marzo abbiamo presentato al Parlamento un appello (vedi pdf allegato), sinteticamente riportato di seguito, in cui chiediamo:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Il rispetto della legge 185/90. In particolare chiediamo di interrompere l’esportazione e il transito sul territorio nazionale di armi dirette a Paesi in conflitto o che stanno commettendo gravi violazioni dei diritti umani.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Lo stanziamento di fondi per la riconversione a fini civili dell’industria bellica, con riferimento a quanto stabilito nell’art. 1 comma 3 della legge 185/90.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- La trasparenza e il controllo delle transazioni bancarie relative ad importazioni, esportazioni e transito di armamenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- L’inserimento, tra le priorità dell’agenda politica, di temi come l’integrazione e l’accoglienza, promuovendo azioni volte a tutelare le minoranze, contrastando l’esclusione sociale e promuovendo politiche di dialogo che favoriscano una convivenza più pacifica, inclusiva e arricchente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- L’investimento di maggiori risorse nella cooperazione internazionale e nella promozione di vie non armate per la costruzione della pace.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I Giovani per un mondo unito del Movimento dei Focolari e i membri delle scuole di partecipazione del Movimento Politico per l’Unità Italia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.cittanuova.it/FILE/PDF/web453114.pdf">Scarica l'appello in allegato</a></div>
<br />
<span style="font-size: x-small;"><i>Fonte: <a href="http://www.cittanuova.it/">CittàNuova.it</a></i></span>Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-16247659576303761512016-03-16T09:05:00.000+01:002016-03-16T09:05:12.647+01:00Colombia: people capable of peace<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/03/Cristina-Montoya.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2016/03/Cristina-Montoya.jpg" height="242" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Cristina Montoya, a researcher in social communications and politics at the Sophia University Institute, offers a retrospective reading of the fruits of Chiara Lubich’s spirituality in the tormented peace process her country, Colombia, is undergoing</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>«The contrary of peace in Colombia is the armed conflict that has been going on for more than 50 years</b>, the second longest in current history. It is a clash that has taken on multiple dimensions, and is fruit of inequality and political asymmetry, blown up to the extremes due to the establishment of a logic of illicit economies such as narcotraffic. More than 4.5 million people have been evacuated, 220,000 assassinated, and 25,000 officially registered as “desaparecidos.”</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<b>But we cannot consider the conflict only as that being fought on the front</b>: it affects everything, takes over the social and cultural processes, public life, and daily interactions, and wounds the lives of families.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>When one lives in a country which for three generations has gained the renown as a protagonist of the social bond of violence</b>, one has to come to grips with a true anthropological change: the logic of giving, trust, and gratuity seem to have disappeared. And yet the war has not consumed everything: there are numerous initiatives, creativity, groups that work to rebuild the social weft, and the faithfulness of God who is not absent in every historical moment.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>A newpaper thrown into a waste bin brought good news to a Columbian religious</b> who read that there were people who seriously believed in the Gospel and tried to live it. At almost 78 years of age, he was filled with life which immediately became contagious. The story of Chiara Lubich and her first companions, who – like them – were living in other places of the world, triggered new hope.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>The stories took on the countenance of people like Rosa who lives in the outskirts of Medellín</b>, one of the most struck regions. Her son had been assassinated by a friend and the normal answer would have been revenge, but believing in life means courage and forgiveness. It was a wound that continues to sting, but her answer was to live for that district. And this signifies peace.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Another one is Nubia, who had to escape at dawn since the guerrillas had occupied her town</b>. She left her home and fields: all that she had. Pregnant, and with a small baby and an adolescent, upon arriving in a new town, she lost her husband and elder boy in a construction site where they were working in precarious conditions, an absurdity that was so hard to believe. The love of one of the Focolare communities gave her support for years, and the strength to start a new life.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Peace in itself is not goods, justice has to be warrantied, and the causes have to be blocked and fought. This is what Gabrielina and Macedonio did</b>, donating their poor house for the construction of a social centre which then became an infirmary, after-school centre, and the seat of projects of urban architectural renewal.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Other types of future had to be created, educating people towards other possible worlds</b>. From the communion of goods, a kindergarten was created to receive the poor children, and today it has become a high school with more than 400 students and an educational offer centered on love and the generosity to build a peaceful and pluralist Colombia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Many initiatives have sprung up since no population can come in contact with Chiara Lubich and still remain inactive as before</b>. Her charism which leads us to discover and believe in Love, produces a change in mentality where we discover our capacity to love, and become subjects capable of peace.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>As affirmed by Rafael Grasa, President of the International Peace Institute Catalunya</b> and guest professor in Medellin, «peace begins from the people, and continues with interpersonal relationships, and groups. Peace is dynamic and its fulfillment touches the entire harmony of the human being with oneself, the others, and nature.»</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>But now that there will be the signing of that long-desired peace treaty with the FARC (Revolutionary Armed Forces of Colombia) in Havana by the end of the month</b>, we need to relearn how to live it – and like creation which is awaiting the birth pangs – the country is now awaiting a stronger manifestation of the sons of this charism.»</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: x-small;">Source: <a href="http://focolare.org/">focolare.org</a></span></i></div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-13385338676559894392016-03-15T15:57:00.002+01:002016-03-15T15:57:45.973+01:00Felicità, Benessere e Bene Comune<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://edc-online.org/images/loghi_vari/Logo_Cortile_Gentili_rid.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://edc-online.org/images/loghi_vari/Logo_Cortile_Gentili_rid.jpg" height="230" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
In occasione della presentazione a Roma del World Happiness Report 2016, il Cortile dei Gentili organizza il convegno:</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>Felicità, Benessere e Bene Comune</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
quali direzioni per una società ricca di senso e capace di creare valore economico sostenibile?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>17 marzo 2016 ore 10.00-13.00</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Auditorium Conciliazione</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Via della Conciliazione, 4</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>00193 Roma</i></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
La qualità della vita è oggi al centro di un ritorno di interesse, da molte prospettive.</div>
<div style="text-align: justify;">
In molti Paesi, che ancora lottano contro gravi forma di miseria e di esclusione, l’aumento quantitativo della ricchezza resta un obiettivo importante, che però deve fare sempre più i conti con i limiti globali ambientali allo sviluppo quantitativo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In Occidente e a Nord, abbiamo con fatica e finalmente compreso che ci sono molte dimensioni della vita buona che non solo non vengono oscurate e ‘inquinate’ dall’ossessione per la crescita e per la quantità, come emerge con forza anche dalla ‘Laudato Si’ di Papa Francesco. Beni relazionali, spirituali, sociali, simbolici, ambientali, hanno bisogno di sguardi diversi, e di altri indicatori, per essere prima visti poi, forse, misurati.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In occasione della presentazione del <b>World Happiness Report 2016</b>, che approda in Italia per la prima volta, nello spazio di dialogo offerto dal <a href="http://www.cortiledeigentili.com/category/eventi/">Cortile dei Gentili</a>, i redattori del Report si confronteranno con altri studiosi sulla felicità, qualità della vita e i loro indicatori.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Saluti e Introduzioni - Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura; Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Modera - Giuliano Amato, Presidente Fondazione Cortile dei Gentili</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Intervengono - Jeffrey Sachs, University of Columbia; John Helliwell, University of British Columbia; Leonardo Becchetti, Università di Roma Tor Vergata; Stefano Zamagni, Università di Bologna; Luigino Bruni, Università LUMSA</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per partecipare all’evento è necessario iscriversi mandando una mail a: <a href="mailto:direttore@cortile.va">direttore@cortile.va</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Disponibilità: fino ad esaurimento posti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: x-small;">Fonte: <a href="http://edc-online.org/">EdC-online.org</a></span></i></div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-62049283858343700692016-03-13T09:12:00.000+01:002016-03-13T09:12:05.448+01:00"Iris Grace", il libro che raccoglie gli straordinari dipinti della bambina di sei anni affetta da autismo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xal1/v/t1.0-0/p526x296/10421643_872331926114850_3049319259053948808_n.jpg?oh=15761fec4ec4f396b37ddd1e8d11b284&oe=574DE186" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xal1/v/t1.0-0/p526x296/10421643_872331926114850_3049319259053948808_n.jpg?oh=15761fec4ec4f396b37ddd1e8d11b284&oe=574DE186" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
"Il suo dono ci ha dato l'opportunità di mostrare alla gente che c'è
sempre una via da percorre, anche quando si è affetti da autismo. La mia
speranza è che le persone possano vedere che c'è un futuro ed è
luminoso". A parlare è Arabella, la mamma di Iris Grace, una bambina di
sei anni affetta da autismo, conosciuta in tutto il mondo per i suoi
dipinti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Era il 2014 quando i suoi lavori divennero famosi, contribuendo a creare
una consapevolezza diversa sull'autismo. Che non è fatta di
commiserazione, che non guarda chi ne è affetto pensando a una cura, ma
percepisce l'altro come essere umano e alle volte, come nel caso di
Iris, dotato di capacità straordinarie.</div>
<a name='more'></a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xpl1/v/t1.0-0/p526x296/11988243_1126799177334789_8092748235508001432_n.jpg?oh=49df2abffe74d5c2a53755902235c932&oe=57993B87" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="149" src="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xpl1/v/t1.0-0/p526x296/11988243_1126799177334789_8092748235508001432_n.jpg?oh=49df2abffe74d5c2a53755902235c932&oe=57993B87" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
"Si pensa meno alla cura o ai perché e ci si concentra più su come
migliorare la vita dei nostri cari, come possiamo aiutarli a vivere una
vita appagante, accettando la loro differenza e contribuendo a vedere la
magia dentro loro", ha raccontato la madre all'<a href="http://www.independent.co.uk/arts-entertainment/books/iris-grace-mother-of-six-year-old-girl-acclaimed-for-her-beautiful-paintings-on-new-book-about-a6905151.html" target="_hplink">Independent</a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nei suoi dipinti Iris riversa quella magia, che appare limpida,
luminosa, brillante. Non c'è traccia di oscurità nei suoi disegni, anche
se il suo percorso di vita è stato più complicato rispetto a quello dei
coetanei. Lo racconta la madre in un libro, dal titolo "<a href="http://irisgracepainting.com/book/" target="_hplink">Iris Grace</a>",
nel quale la donna ha raccolto le immagini dei dipinti e fotografie
della famiglia, racicordando i momenti difficili e quelli di speranza
attraversati nel crescere la figlia. Dalla diagnosi, alla difficoltà di
affrontare una verità con la quale sarà difficile convivere, all'andare
avanti.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xaf1/v/t1.0-0/q81/p480x480/12439545_1196651063682933_807871828926616654_n.jpg?oh=1ed64c13bdfc537607dfd04b78219d8b&oe=574BFA6B" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="305" src="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xaf1/v/t1.0-0/q81/p480x480/12439545_1196651063682933_807871828926616654_n.jpg?oh=1ed64c13bdfc537607dfd04b78219d8b&oe=574BFA6B" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Un libro come un viaggio incredibile attraverso la storia ispirante
della piccola Iris, per la quale star dello spettacolo e collezionisti
privati hanno espresso lodi e speso soldi per acquistare i suoi lavori. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xla1/v/t1.0-0/p280x280/12295334_1171415189539854_5756431008729785753_n.jpg?oh=7c476d28aaf574680d7ec35a91f70174&oe=574F174C" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="107" src="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xla1/v/t1.0-0/p280x280/12295334_1171415189539854_5756431008729785753_n.jpg?oh=7c476d28aaf574680d7ec35a91f70174&oe=574F174C" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
"Stiamo assistendo a un cambio di atteggiamento in positivo nei
confronti dell'autismo", ha continuato Arabella, "Le persone riconoscono
un potenziale e la copertura mediatica è stata molto incoraggiante. Ho
conosciuto sempre più storie che raccontano le opportunità di lavoro
date ai ragazzi affetti da questo disturbo. Sono cose emozionanti. La
mia speranza è che tutto questo continui". </div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xpf1/v/t1.0-0/p526x296/12509655_1199899996691373_3646032606012667126_n.jpg?oh=f9291d640dc4d2368bc7aaba67e9583d&oe=57985561" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="231" src="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xpf1/v/t1.0-0/p526x296/12509655_1199899996691373_3646032606012667126_n.jpg?oh=f9291d640dc4d2368bc7aaba67e9583d&oe=57985561" width="320" /></a></div>
<br />
<i><span style="font-size: x-small;">Fonte: <a href="http://huffingtonpost.it/">HuffingtonPost.it</a></span></i>Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-33741975142202271942016-03-11T09:05:00.000+01:002016-03-11T09:05:01.567+01:00Martire dello sfruttamento della Terra<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://cittanuova.it/FILE/FOTO/thumb/400/1457087877.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://cittanuova.it/FILE/FOTO/thumb/400/1457087877.jpg" height="212" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i class="sottotitolo">Berta Cáceres assassinata a casa sua da due
uomini armati. Leader dei diritti dei popoli protagonista di molte
battaglie. Oltre 80 gli ambientalisti assassinati in Honduras.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i class="sottotitolo"><br /></i>
<i class="sottotitolo"></i></div>
<div style="text-align: justify;">
L'Honduras piange di nuovo, e sono lacrime sempre più dense di rabbia e indignazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Oltre 80 sono ormai gli ambientalisti assassinati in Honduras negli ultimi quattro anni</b> – triste record mondiale - nella piú assoluta impunità, e lontanissimi dal mainstream dei mass media internazionali.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Fa eccezione l'<b>omicidio di Berta Cáceres</b>,
ambientalista e paladina dei diritti dei popoli nativi dell'Honduras
contro lo sfruttamento delle risorse naturali, assassinata nella notte
di mercoledì, a casa sua, da due uomini armati. Avrebbe compiuto 43 anni
proprio oggi. Lascia quattro figli.</div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Indigena del popolo lenca</b>, che nella sua cosmovisione
si considera custode della natura e dei corsi d'acqua, un giorno,
sull'esempio dell'impegno civile e della lotta della madre - ex sindaco,
infermiera e “ostetrica” che negli anni '80 si dedicò all'assistenza
degli sfollati dalla guerra civile de El Salvador - decise di mettersi
in gioco per proteggere la vita della sua gente. E per questo fu
perseguitata e minacciata.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo un'infanzia nella quale aiutò attivamente la madre e una gioventù
di impegno studentesco, Berta Cáceres fu cofondatrice del Consiglio
Civico delle Organizzazioni Popolari Indigene dell'Honduras (COPINH),
attraverso il quale organizzò i lenca (la maggiore etnia del paese)
nella lotta contro il progetto idroelettrico Agua Zarca, previsto in
un'area del loro territorio ancestrale. La diga avrebbe compromesso il
corso del fiume Gualcarque, sacro per gli indigeni e vitale per la loro
stessa sopravvivenza. I lenca credono che nelle acque vivano gli spiriti
femminili, e che le donne ne siano quindi le custodi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La campagna condotta dalla Cáceres riuscì a far desistere dall'accordo
la più importante azienda costruttice di dighe a livello mondiale, la
cinese a capitali pubblici <b>Sinohydro</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo Stato honduregno e il CFI, ente finanziario della Banca Mondiale,
dovettero abbandonare l'iniziativa dichiarando che il motivo era la
forte pressione sociale contraria allo stesso. Ma il prezzo di questo
straordinario successo è stato alto: Berta ha denunciato l'assassinio di
quattro compagni di lotta, oltre a minacce praticamente quotidiane alla
sua incolumità. Senza contare i durissimi lunghi mesi di occupazione
fisica del terreno dove erano entrate le ruspe, senza preavviso, in
totale violazione delle norme internazionali ratificate dall'Honduras
circa l'obbligatorietà della consulta “libera, piena ed informata” ai
popoli indigeni. Vessazioni di poliziotti ed altri abusi erano allora
all'ordine del giorno, oltre alle naturali penurie.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E dopo “la vittoria”, presero più forza le reazioni del mondo
imprenditoriale, mentre la questione si politicizzava e si
ideologizzava. La presidente del Consiglio delle Aziende Private (la
Confindustria e Confcommercio honduregna) accusò pubblicamente in la
Cáceres, in televisione, di “boicottare i progetti di sviluppo
dell'energia rinnovabile” “protetta da organismi di diritti umani che
ricevono fondi da contribuenti europei e statunitensi che non sanno dove
vanno a finire i soldi delle loro tasse”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma dopo la vittoria iniziale, il progetto idroelettrico
pubblico-privato era tornato alla carica in un'altra zona lenca e la
lotta delle organizzazioni indigene era ritornata su questo fronte.</div>
<div style="text-align: justify;">
In un corteo, a fine febbraio, Berta e suoi compagni si sono scontrati
con vigilantes e promotori del progetto idroelettrico che secondo il
COPINH li avrebbero aggrediti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il 25 febbraio il consiglio indigeno ha denunciato la deportazione
forzata di 50 famiglie della zona. Poco dopo, la leader ha pronunciato
il discorso pubblico con il quale denunciava l'uccisione di quattro
compagni, preambolo della sua tragica fine.</div>
<div style="text-align: justify;">
Varie organizzazioni internazionali hanno condannato l'assassinio, e il
COPINH non ha esitato a accusare le aziende, entità e fondi di sviluppo
coinvolti nel progetto idroelettrico, di origine olandesi, finlandesi,
tedesche e statunitensi, con “la complicità dello Stato dell'Honduras”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per la famiglia, i compagni di lotta e le ong, le autorità non hanno
fatto nulla per proteggere la Cáceres, ed ora la madre e i familiari,
denunciano che la protezione di cui doveva essere oggetto da parte delle
forze dell'ordine si limitava a un pattugliamento ogni tanto e negano
che Berta abbia mai richiesto l'anullamento della misura cautelare, come
ha affermato giovedì il portavoce della Polizia. Un attivista messicano
che pernottava presso la famiglia di Berta Caceres è rimasto ferito la
notte dell'assassinio ed è ora un testimone chiave per il chiarimento
del crimine. Ma poca è la fiducia degli honduregni nella propria
Giustizia, ed anche i parenti ed i compagni di lotta della leader uccisa
hanno richiesto la presenza di legali di fiducia in tutti i
procedimenti giudiziari.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel pomeriggio, tafferugli nella capitale Teguchigalpa tra studenti
universitari e forze dell'ordine, mentre l'indignazione sale tra la
cittadinanza. Troppa è l'impunità che finora ha coperto i delitti di
questo tipo. Intanto, governi e personalitá, dal presidente venezuelano <b>Nicolás Maduro a Leonardo Di Caprio hanno espresso dolore e condanna ed esigono giustizia.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Fonte: <a href="http://cittanuova.it/">CittàNuova.it</a></i></span><b> </b></div>
Anonymousnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2043928374957401948.post-53999036970415280342016-03-09T09:09:00.000+01:002016-03-09T09:09:02.540+01:00Why You Need to Give Yourself Permission to Be Happy<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://i.huffpost.com/gen/1704543/images/n-HAPPINESS-628x314.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://i.huffpost.com/gen/1704543/images/n-HAPPINESS-628x314.jpg" height="160" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Over the last week, I felt a weight lifted off my shoulders.</div>
<div style="text-align: justify;">
I've been actively searching for wisdom and fulfillment, both
external and internal, for a few years now. Ever since my
self-proclaimed "quarter-life crisis," I've started a journey of consciously trying to live out my truth and empower others to do the same.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
It's taken me a long time to get here, and I certainly still have a
long time to go on this journey, but, over the last week or so, I felt
this huge barrier break. Now it's not to say I won't have to work each
and every day to make sure that pesky little obstacle won't rebuild
itself while I'm not looking, but the destruction of it was something so
simple and straight forward that I needed to share with all of you.</div>
<div style="text-align: justify;">
First, let's backtrack for a second.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<b>I believe we are all put here for a purpose</b>. You
were created with unique, God-given talents, skills, and passions -- and
I'm a firm believer that our purpose in life is to live out all of
those things for which we were created.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I used to think this sounded fluffy. And I held myself back from voicing my beliefs because I was scared that <i>other</i>
people would think this too. Thankfully along the journey I've slowly
been learning to shed the weight of others' opinions (huge shout out to
Brené Brown's <a data-beacon="{"p":{"mnid":"entry_text","lnid":"citation","mpid":1}}" href="http://www.quarterforyourcrisis.com/daring-greatly-13-lessons-embrace-vulnerability/"><i>Daring Greatly</i></a> for a huge mental shift with this one).</div>
<div style="text-align: justify;">
If anyone one else struggles with filtering their thoughts or holds
themselves back from sharing their truths, I'll leave you with this
quick excerpt:</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote>
Nothing has transformed my life more than realizing that it's a waste
of time to evaluate my worthiness by weighing the reaction of the
people in the stands. -- Brené Brown</blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Until people are joining you in the arena and not hiding behind their
social media feeds, until they start showing up as their true,
authentic, and <i>vulnerable </i>selves, then their opinions are of no concern of mine.</div>
<div style="text-align: justify;">
Accepting this was a fairly big breakthrough for me on its own, and
if it resonates at all with what you're going through, I cannot
recommend reading <i>Daring Greatly</i> enough.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Back to the point: <b>I am finally, fully committing to sharing all aspects of this journey</b>.
You have my word that I will no longer hold back in fear of what others
may think or say. I will speak my truth, and I hope you will <a data-beacon="{"p":{"mnid":"entry_text","lnid":"citation","mpid":3}}" href="http://www.quarterforyourcrisis.com/" target="_hplink">join me</a> on this endeavor.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>So what's the big secret discovery to finding your happiness?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Giving yourself permission to be happy.</div>
<div style="text-align: justify;">
That's it.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
It sounds so simple, but until someone actually TELLS you to give
yourself permission, it can be hard to accept it yourself. A few weeks
ago, my boyfriend (who is also my co-founder) and I met with a life
coach who immediately sensed all of my self-doubt or uncertainty in what
I was sharing. She told us that in her years of coaching and empowering
others, the thing that she has always received the most positive and
appreciative response was her simple statement that we need to give
ourselves permission to be happy.</div>
<div style="text-align: justify;">
We all deserve to be happy. We genuinely believe that, and it's a large part of why we created <a data-beacon="{"p":{"mnid":"entry_text","lnid":"citation","mpid":4}}" href="http://www.quarterforyourcrisis.com/" target="_hplink">Quarter for Your Crisis</a> - to build a community of Millennials who are all looking to live their most fulfilling, intentional lives (aka: happiness).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Then, last week I started reading Elizabeth Gilbert's <i>"Big Magic: Creative Living Beyond Fear</i>". In it she has a section titled<b> "Your Permission Slip"</b> where she writes:</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote>
"<i>You do not need a permission slip from the principal's office to live a creative life</i>.
Or if you do worry that you need a permission slip - THERE, I just gave
it to you. I just wrote it on the back of an old shopping list.
Consider yourself fully accredited. Now go make something."</blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Now, you may not be thinking in terms of a "creative" life here, but I believe this idea rings true for all of us. <b> </b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>You do not need a permission slip to live your best life.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
So many of us worry that we are too young, or don't have the right
degree, or don't have the right experience, or [insert excuse here] -
when all we're really doing is getting in the way of our own happiness.</div>
<div style="text-align: justify;">
Stop.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Give yourself permission to be happy.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
For me, it took two completely unrelated and qualified sources gave
me the EXACT SAME advice before I finally felt the shift in my mind.
It's okay to want happiness. It's not selfish to want to live your best
life. It's perfectly acceptable to want to live a more authentic,
intentional life - actually, it's more than acceptable. I think it's
vital - It's what we're all looking for at the end of the day:
happiness. Or joy. Or fulfillment. Or whatever that word is for you, at
the end of our days, we're looking to live the life God created us for.</div>
<div style="text-align: justify;">
Today, I want to pass along the permission slip to you.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
We are all created for a purpose, and the only way to even begin our
journey of fulfilling that purpose is to first give ourselves the
permission to be happy.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: x-small;">Jordan Dansky - Source: <a href="http://huffingtonpost.com/">HuffingtonPost.com</a></span></i></div>
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