Fonte: Città Nuova
Tre momenti significativi
della visita di Maria Voce, presidente del movimento dei Focolari, in Austria. Per approfondimenti, vedi focolare.org
Il soggiorno in Austria
della presidente
del movimento dei Focolari Maria Voce e del copresidente
Giancarlo Faletti ha visto nei giorni scorsi tre appuntamenti di grande
significato: la visita all’abbazia cistercense dell’Heiligenkreuz, cuore
mistico della Foresta Viennese; l’incontro, all’arcivescovado di Vienna, col
card. Christoph Schőnborn; e infine, presso il Centro Mariapoli “Am Spiegeln”, la serata con un folto gruppo di “Giovani per un mondo unito” giunti
da varie località del Paese, dal titolo “Let’s Bridge Austria”, una delle tappe
introduttive verso il prossimo Genfest
di Budapest (31 agosto - 2
settembre 2012).
Maria Voce, a proposito del
colloquio molto aperto e cordiale avuto col primate di Vienna, ha detto: «Il
cardinale ha una grande stima del Movimento per quello che opera in Austria e
per la testimonianza data dal Centro Mariapoli; ha anche ringraziato le
focolarine e i focolarini di Vienna per aver subito accolto e messo in atto il
suo appello per una scuola di formazione a diventare discepoli di Cristo.
Quello della vita in comune tra sacerdoti è un argomento al quale il Cardinale
ci è parso particolarmente sensibile, avendo lui molto a cuore la solitudine in
cui spesso essi si trovano a vivere. Tra l’altro ha ricordato Chiara Lubich, che aveva visto per la prima volta al Sinodo del ventennio del
Vaticano II, a cui lei era stata invitata insieme a madre Teresa di Calcutta.
Allora lui era un giovane teologo e non aveva osato avvicinare queste due
figure, di cui ammirava tutta la forza carismatica».
Entrambi poi, a proposito
dell’effervescente serata trascorsa al Centro Mariapoli – due ore e più di
testimonianze, momenti musicali e dialogo tra generazioni –, concordavano: «Ề
stato bellissimo, un vero bagno di vitalità. Per apertura e libertà da tanti
schemi i giovani si somigliano in ogni parte del mondo. Era interessante guardare
i loro occhi, i loro volti, sentirli proiettati verso il futuro ma anche in
ascolto di noi, che abbiamo più esperienza. Quando il Cardinale ha saputo di
loro e del Genfest, era contento: osservava che i giovani hanno bisogno di
queste manifestazioni di massa per non sentirsi soli e pochi, ma insieme essere
incoraggiati a testimoniare la loro fede in Cristo».
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