mercoledì 23 maggio 2012

Incoraggiare i giovani a credere in Cristo

Dall’inviato Oreste Paliotti.
Fonte: Città Nuova

Tre momenti significativi della visita di Maria Voce, presidente del movimento dei Focolari, in Austria. Per approfondimenti, vedi focolare.org

Il soggiorno in Austria della presidente del movimento dei Focolari Maria Voce e del copresidente Giancarlo Faletti ha visto nei giorni scorsi tre appuntamenti di grande significato: la visita all’abbazia cistercense dell’Heiligenkreuz, cuore mistico della Foresta Viennese; l’incontro, all’arcivescovado di Vienna, col card. Christoph Schőnborn; e infine, presso il Centro Mariapoli “Am Spiegeln”, la serata con un folto gruppo di “Giovani per un mondo unito” giunti da varie località del Paese, dal titolo “Let’s Bridge Austria”, una delle tappe introduttive verso il prossimo Genfest di Budapest (31 agosto - 2 settembre 2012).
Maria Voce, a proposito del colloquio molto aperto e cordiale avuto col primate di Vienna, ha detto: «Il cardinale ha una grande stima del Movimento per quello che opera in Austria e per la testimonianza data dal Centro Mariapoli; ha anche ringraziato le focolarine e i focolarini di Vienna per aver subito accolto e messo in atto il suo appello per una scuola di formazione a diventare discepoli di Cristo. Quello della vita in comune tra sacerdoti è un argomento al quale il Cardinale ci è parso particolarmente sensibile, avendo lui molto a cuore la solitudine in cui spesso essi si trovano a vivere. Tra l’altro ha ricordato Chiara Lubich, che aveva visto per la prima volta al Sinodo del ventennio del Vaticano II, a cui lei era stata invitata insieme a madre Teresa di Calcutta. Allora lui era un giovane teologo e non aveva osato avvicinare queste due figure, di cui ammirava tutta la forza carismatica».
Entrambi poi, a proposito dell’effervescente serata trascorsa al Centro Mariapoli – due ore e più di testimonianze, momenti musicali e dialogo tra generazioni –, concordavano: «Ề stato bellissimo, un vero bagno di vitalità. Per apertura e libertà da tanti schemi i giovani si somigliano in ogni parte del mondo. Era interessante guardare i loro occhi, i loro volti, sentirli proiettati verso il futuro ma anche in ascolto di noi, che abbiamo più esperienza. Quando il Cardinale ha saputo di loro e del Genfest, era contento: osservava che i giovani hanno bisogno di queste manifestazioni di massa per non sentirsi soli e pochi, ma insieme essere incoraggiati a testimoniare la loro fede in Cristo».

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