venerdì 8 giugno 2012

La Parola vissuta


 “Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il figlio dell’uomo vi darà”
Alfonso Di Nicola 
Ieri sono stato a Rebibbia per fare dei colloqui con i detenuti.
Il primo che incontro è G., lo conosco da tanto tempo, ha iniziato un cammino di “Parola Vissuta”. 

Mi racconta: « (...) Nel mio reparto è arrivato una persona senza braccia (…). Bisogna lavarlo, dargli da mangiare e aiutarlo nelle minime cose. Subito ho pensato: se questa persona fosse Gesù, lo accudirei volentieri? Il Vangelo dice che se aiuto qualcuno, Gesù lo ritiene fatto a sé. Così mi sono messo a lavarlo, a imboccarlo con amore. Anche se ti confesso ho dovuto far violenza a me stesso perché non ero abituato a fare certi servizi. …mi sono accorto che l’ho fatto felice ma io ero ancora più felice di lui. Ho capito che aiutare il prossimo bisognoso ti fa fare una esperienza di contentezza mai provata. Ringrazio Dio di essere venuto in carcere perché qui ho conosciuto il vero cristianesimo, cioè l’amore, quello che ti porta alla comunione con Dio.»
A me veniva la pelle d’oca  nel sentire come questo mio fratello aveva centrato l’essenza della vita. Era felice perché amava.
Mi diceva ancora: «Sai, tempo fa credevo che il cristianesimo era avere tante immaginette (…), le appiccicavo nella mia cella da tutte le parti. Invece ora ho capito che Dio è dentro di me se lo amo attraverso i prossimi. Questo è importante, è molto importante. Quando esco voglio continuare a vivere così, voglio aiutare a far felice gli altri.»    

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