“Procuratevi non
il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il figlio
dell’uomo vi darà”
Alfonso Di Nicola
Ieri sono stato
a Rebibbia per fare dei colloqui con i detenuti.
Il primo che
incontro è G., lo conosco da tanto tempo, ha iniziato un cammino di “Parola
Vissuta”.
Mi racconta: « (...) Nel
mio reparto è arrivato una persona senza braccia (…). Bisogna lavarlo, dargli
da mangiare e aiutarlo nelle minime cose. Subito ho pensato: se questa persona
fosse Gesù, lo accudirei volentieri? Il Vangelo dice che se aiuto qualcuno,
Gesù lo ritiene fatto a sé. Così mi sono messo a lavarlo, a imboccarlo con
amore. Anche se ti confesso ho dovuto far violenza a me stesso perché non ero
abituato a fare certi servizi. …mi sono accorto che l’ho fatto felice ma io ero
ancora più felice di lui. Ho capito che aiutare il prossimo bisognoso ti fa
fare una esperienza di contentezza mai provata. Ringrazio Dio di essere venuto
in carcere perché qui ho conosciuto il vero cristianesimo, cioè l’amore, quello
che ti porta alla comunione con Dio.»
A me veniva la
pelle d’oca nel sentire come questo mio fratello aveva centrato l’essenza
della vita. Era felice perché amava.
Mi diceva
ancora: «Sai, tempo fa credevo che il cristianesimo era avere tante immaginette (…),
le appiccicavo nella mia cella da tutte le parti. Invece ora ho capito che Dio
è dentro di me se lo amo attraverso i prossimi. Questo è importante, è molto
importante. Quando esco voglio continuare a vivere così, voglio aiutare a far
felice gli altri.»
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