Appena oltre l’ingresso dello storico parco di
Quinta Boa Vista nel quartiere carioca di San Cristoforo, Lucas sta spiegando a
Maria, giovane argentina, cos’è il Movimento dei Focolari. Per Maria sarà solo
la prima tappa della mattina: davanti a lei ci sono poco meno di 150 stand dove
potrà immergersi completamente nel variegato mondo dei carismi che animano la
vita della Chiesa in tutto il mondo. La fiera delle vocazioni, uno spazio vivo
e animato che ha caratterizzato tutte le ultime Gmg, è un’occasione preziosa
per i pellegrini, perché li aiuta a capire che la fede può avere innumerevoli
espressioni concrete.
Ma è anche una vetrina internazionale dove piccole
e grandi Congregazioni, antichi e nuovi movimenti, famose e sconosciute
associazioni si trovano una accanto all’altra per far conoscere la propria storia,
la propria vita e le proprie attività. Ognuna utilizzando mezzi e strumenti
spesso originali. Come le Apostole del Sacro Cuore di Gesù, che hanno piazzato
nel loro stand un grande cuore rosso illuminato dall’interno. I salesiani,
invece, invitano a fare su Foursquare, rete sociale basata sui luoghi che gli
utenti visitano, il check-in presso la loro postazione: un modo per condividere
l’esperienza e ricevere un piccolo gadget. Ognuno degli espositori, d’altra
parte consegna ai giovani un numero indefinito di volantini, depliant, santini
o addirittura libri.
Come fanno i «Lectionautas», progetto nato dalla
collaborazione tra la Conferenza episcopale latino americana e le Società
bibliche unite, per far avvicinare i giovani alla Sacra Scrittura attraverso la
lectio: nel loro stand c’è un piccolo spazio di meditazione e ai
pellegrini regalano il Vangelo di Luca. Idea originale anche quella delle
Congregazioni Mariane che hanno preparato alcuni cartoni a grandezza naturale
con le figure di uomini o donne congregati o sacerdoti, ma senza la faccia: i
giovani posso infilare la loro e farsi fotografare, provando così la sensazione
di entrare a far parte di questa famiglia religiosa. Una piccola forma di
«promozione religiosa» adottata anche dall’Istituto Hesed, nato dalla
spiritualità carmelitana. Gettando uno sguardo all’interno degli stand dove,
spesso, campeggiano le foto dei fondatori si nota che moltissimi sono sono
santi e beati italiani.
Ma accanto a queste realtà di antica data, come i
francescani, i domenicani, o la famiglia guanelliana, esistono anche nuove
comunità che spesso hanno le proprie radici in America. Un esempio è la
Comunità «Mar a dentro», nata nel 1990 dal lavoro di evangelizzazione a favore
dei soldati svolta da Antonio Dilben Rabelo Fleming a Resende, nello Stato di
Rio de Janeiro. «Il nostro carisma è radicato nel passo evangelico di Luca in
cui Gesù invita a gettare le reti – spiega il trentaduenne don Joao Paulo
Ferreira da Macedo, prete da due anni –. Un’immagine che ci ha portati lontano
in questi anni». E infatti dal 2008, ad esempio, la Comunità ha aperto una casa
a Lugano, in Svizzera.
Qui vive André, 23 anni, consacrato e seminarista:
«Essere qui oggi è molto importante per noi – spiega –, è un modo per
avvicinare i giovani alla nostra missione». Le case di «Mar a dentro» oggi sono
sei, con tre sacerdoti e due seminaristi: una realtà che può crescere ancora
molto e che quindi vive in uno stato di continua missione. Nello stand vicino,
intanto, i Sacramentini di Bergamo stanno mostrando a un gruppo cileno una
mappa che evidenzia i luoghi in cui sono presenti in Sud America. Davanti al
punto dei Figli della Povertà del Santissimo Sacramento, Congregazione nata dal
carisma francescano, si canta e si danza in gruppo. Mentre le Sorelle
Francescane della Provvidenza di Dio offrono ai giovani pellegrini della Gmg
una piccola cappellina per la preghiera.
A riassumere il senso della Fiera è suor Maria
Salette, 45 anni, della Congregazione di Nostra Signora di Belem: «È una forte
esperienza di unità e comunione – dice, non nascondendo la gioia per il fatto
di vedere la sua Rio animata dalla Gmg –: prima di tutto perché i pellegrini
arrivano da tutto il mondo, ma anche perché in questo parco stiamo
sperimentando la bellezza dell’unione nella diversità dei carismi». Tutti
chiamati a portare il Vangelo in ogni angolo della Terra, quindi, ma ognuno
secondo la propria specifica vocazione.
Matteo Liut
Nessun commento:
Posta un commento