Don Ciotti ai Giovani per un Mondo Unito: “Entrate in
società con Dio. Non ve ne pentirete, perché Lui detiene il pacchetto di
maggioranza”. Con queste parole, rubate al mondo imprenditoriale, e rivolte ai
Giovani per un Mondo Unito del Movimento dei Focolari, riuniti al PalaVignola
di Caserta, don Luigi Ciotti si è guadagnato, se mai ce ne fosse stato bisogno,
la “standing ovation” della folta e giovanissima platea, accorsa al forum su
Legalità e accoglienza.
Dopo quella di don Patriciello, il giorno precedente, il
Meeting della legalità, che si sta svolgendo a Caserta dal 29 luglio al 2
agosto, si è così arricchito di un’altra presenza carismatica, che non poteva
non suscitare unanimi consensi. Il presidente nazionale di Libera
(Associazioni, nomi e numeri contro le mafie), che vanta oggi 1600 presidi in
tutta Italia, ha così esordito: “L’unico modo per amare se stessi, è provare ad
amare gli altri. Circa la legalità, essa è solo uno strumento per raggiungere
la giustizia, il vero obiettivo. Purtroppo oggi tutti parlano di pace, diritti,
giustizia, ma molti hanno svuotato le parole del loro vero significato. L’atto
d’amore è ridare il giusto valore alle parole”. E ancora: “Non c’è legalità
senza uguaglianza. Noi dobbiamo impegnare la nostra libertà a liberare chi
libero non è, perchè la libertà è un diritto di tutti”.
Sul diritto di cittadinanza agli immigrati, emblematico e
commovente il suo racconto di una piccola rom, trovata carbonizzata nella sua
povera baracca di legno e lamiera, che aveva affidato il suo piccolo testamento
al foglio del suo ultimo tema scolastico: “Il mio sogno? Essere considerata
cittadina italiana”.
Don Ciotti ha poi mostrato meraviglia dinanzi al fatto
che molti mostrano a loro volta meraviglia dinanzi alle parole di Papa
Francesco, semplici, ma sempre forti e dirette al cuore. “Papa Francesco - ha
detto - non fa altro che ribadire quello che è un insegnamento di 2000 anni fa:
il Vangelo di Cristo”. In questo insegnamento, ci deve essere anche la
denuncia, perchè anche quella può diventare annuncio di salvezza. E a riguardo,
ha citato alcuni esempi degni di ammirazione: per il recente passato, quello
del vescovo emerito di Caserta, monsignor Raffaele Nogaro, sempre vicino agli
“ultimi”; per il presente quello di suor Rita Giaretta e delle sue consorelle
orsoline di Casa Rut, tra l’altro presenti al meeting. “Perchè uno dei peccati
più gravi - ha continuato - è la delega, l’indifferenza. Bisogna invece agire,
essere protagonisti e non accontentarsi mai, ma sentire il “morso del più”.
In un precedente intervento di una vostra giovane amica,
si parlava di democrazia. Ebbene, legalità e giustizia sono componenti della
democrazia, ma sono nulla se non ci si assume ognuno le proprie
responsabilità”. Sulla politica, ha invece ricordato l’invito di un altro
grande sacerdote, don Tonino Bello, rivolte proprio al mondo politico: “Amare
senza riserve la gente che Lui vi ha affidato. A Dio ne dovrete poi rendere
conto prima che al partito”. Ha quindi citato Paolo VI, che affermò come la
politica, quella vera, sia il più alto atto di carità. Dopo aver invitato a
togliere la “g” dalla parola integrazione, così inflazionata, per sostituirla
con quella, auspicabile, di interazione, don Ciotti ha infine esortato tutti a
non abbandonare la speranza, come lui sta facendo da quasi cinquant’anni, anche
in una terra, come la Campania, nella quale la speranza sembra sia stata
sepolta insieme ai rifiuti tossici. “Perchè questa - ha concluso - è,
nonostante tutto, terra generosa di bella gente”.
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