ROMA
– Le facce di chi arriva e le facce di chi accoglie. Migranti e
volontari. Uomini, donne, bambini. Secondo l’ UNHCR, Alto Commissariato
delle Nazioni Unite per i Rifugiati, nel 2015 sono state oltre un
milione le persone arrivate in Europa via mare, mentre i morti o i
dispersi sono stati 3.771. Numeri dietro ai quali si nascondono delle
storie, delle vite. E dei volti. Gli stessi volti di chi accoglie i
migranti quando arrivano nel nostro Paese. Perché al momento sono
soprattutto i volontari che offrono sostegno ai rifugiati. Per questo
Anpas e la rete europea degli operatori umanitari Samaritan
International lanciano la campagna «Quando i numeri diventano facce» che
ha l’obiettivo di ricordare l’impegno dei volontari Anpas che portano
soccorso alle persone che arrivano dal Mediterraneo, o IDC Serbia e ASB
Germania accolgono le persone che prendono la rotta balcanica portando
assistenza e soccorso.
LE ATTIVITA’ DI ASSISTENZA DELL’ANPAS
Gran parte delle operazioni di assistenza medica e di logistica,
infatti, vengono svolte gratuitamente dai volontari Anpas delle
pubbliche assistenze delle zone costiere di Sicilia, Puglia e Sardegna,
ma anche nel Lazio, Toscana e Sud Tirolo. Non a caso, nei giorni scorsi
Anpas si è resa disponibile per definire con il ministero dell’Interno
un protocollo d’intesa per l’accoglienza e la gestione di rifugiati e
migranti. Anche per questo, Fabrizio Pregliasco, presidente nazionale
dell’associazione, ha detto che «le pubbliche assistenze Anpas vogliono
affrontare lo scottante tema dei migranti partendo dalle proprie
associazioni come luoghi di condivisione ed integrazione proponendo alle
prefetture alcune opzioni che possono contribuire al processo di
integrazione tanto complesso da attuare».
L’obiettivo, dunque, è che le Prefetture diano la possibilità di
gestione dei centri di accoglienza anche alle strutture di volontariato.
Di conseguenza, «Anpas Sicilia, da sempre in prima linea per aiutare i
migranti, – ha aggiunto Lorenzo Colaleo – farà tesoro del parere del
Ministero e cercherà di portare, partecipando ai bandi, l’accoglienza ai
popoli in fuga dalla guerra alla stessa maniera di come accoglie e
gestisce le popolazioni colpite da calamità naturali».
Fonte: Sociale.Corriere.it
Fonte: Sociale.Corriere.it
Nessun commento:
Posta un commento