mercoledì 2 febbraio 2011

Dal Pakistan ci raccontano...

Alcuni di noi hanno continuato ad andare diverse volte per portare gli aiuti agli alluvionati di Risalpur, cittadina a nord di Islamabad. Qui in dicembre le difficoltà sono aumentate a causa del freddo e della nebbia, dato che queste famiglie vivono ancora nelle tende.

   Le persone che abbiamo incontrato avevano bisogno di vestiario invernale, coperte, materassi e scarpe adatte, così li abbiamo acquistati e portati loro. Però ci raccontavano di sentirsi soli e senza speranza, e che vedevano la vita come un peso pensando che nessuno li avrebbe aiutati. Erano veramente depressi e frustrati in questa difficile situazione.

    Abbiamo cercato, come potevamo, di essere loro vicino: piano piano il rapporto cresceva e hanno condiviso le loro sofferenze con noi.
    Mentre stavamo distribuendo quanto avevamo loro portato una donna anziana di 70 anni ci raccontava il suo dolore: “Non posso dormire alla notte e sento un freddo terribile perché non ho coperte e penso sempre come potrò ritornare a vivere una vita normale. Ogni notte prego Dio che ci aiuti in questo momento duro.” Quando le abbiamo detto che avevamo delle coperte anche per la sua famiglia ci ha risposto: “Dio sa i nostri bisogni”.
    Javed ci racconta che: “Due giorni prima di Natale, anche se era difficile trovare il tempo per i molti impegni familiari natalizi, ci sono venute in mente le parole di Gesù: ‘avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero ignudo e mi avete vestito’…, e non potevamo non andare dalle diverse famiglie cristiane alluvionate per festeggiare con loro il Natale.
    Abbiamo portato loro cibo, saponi e detersivi. Siamo rimasti toccati quando ci hanno detto: ‘abbiamo trovato in voi degli autentici fratelli e sorelle…, ricorderemo per sempre l’amore che ci avete portato questo Natale!

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