martedì 26 aprile 2011

La nostra Africa

L’iniziativa di studenti e docenti del Majorana
L’INPUT è partito da due studentesse, Marjam e Giulia, che dopo aver visto un servizio in tivù sulla povertà in Africa hanno sollecitato i loro compagni e i professori. «Non possiamo stare fermi di fronte a tragedie come queste». E’ nata così, nel settembre scorso all’interno del Liceo scientifico Majorana di Latina, l’iniziativa denominata «Progetto Africa». Il primo obiettivo, condiviso da studenti, docenti e corpo non docente, è stato quello di raccogliere fondi per contribuire alla realizzazione di un pozzo nel Burundi, uno dei paesi africani più colpiti dalla siccità. La raccolta di denaro ha avuto successo e i ragazzi del Majorana hanno potuto inviare Euro 1.200 all’AMU, l’Associazione Mondo Unito: il pozzo è stato realizzato e nel villaggio è arrivata l’acqua.
Oggi al Majorana Marjam e Giulia non sono più sole; con loro ci sono Sofia, Dario, Giulia e Leonardo, e a sostenerli c’è l’intero corpo docente ed anche il preside Giovanni Cogliandro. I ragazzi si sono entusiasmati, ma soprattutto hanno capito attraverso l’esperienza della raccolta di fondi per la realizzazione del pozzo in Burundi, che l’impegno può essere contagioso come un virus, e che vale pena trasmetterlo a tutti quelli che hai attorno. Ora la loro attenzione è puntata sulla costruzione di un centro nutrizionale per bambini in Uganda. Una nuova scommessa, un nuovo traguardo da raggiungere.
«Grazie a questi progetti siamo riusciti a vivere la scuola al di là della classe - spiega uno dei ragazzi che coordinano il Progetto Afria - Abbiamo sperimentato attraverso i mercatini, gli scambi e la socializzazione il piacere della partecipazione e scoperto il fascino dei rapporti che si sviluppano dentro la scuola, ma per finalità che escono da queste pareti». Concetti che i docenti e lo stesso preside del Majorana mostrano di aver metabolizzato e fatto propri. «La collaborazione, la solidarietà e la fratellanza sono valori un po’ trascurati, ed è giusto che sia la scuola ad aiutare i ragazzi a riscoprirli e ripromuoverli all’esterno», sottolinea il Preside Giovanni Cogliandro.
Dopo quattro anni di attenzione verso questo tipo di impegno, i ragazzi del Majorana hanno capito che è arrivato il momento di estendere la partecipazione ad altri istituti della città; il lavoro di coordinamento è già avviato e sono tre le scuole che si stanno muovendo sullo stesso percorso. «Uno dei nostri obiettivi primariè quello di combattere l’indifferenza e l’insensibilità verso problemi che appartengono all’intera umanità anche se riguardano di volta in volta delle minoranze - spiega ancora uno dei ragazzi che vive in prima persona il Progetto Africa - Siamo convinti che l’attivismo giovanile sia uno dei migliori antidoti contro i pregiudizi razziali e una chance per l’integrazione» .
Per non lasciare fuori nessuno dei compagni di istituto, i ragazzi del Majorana hanno pensato insieme ai docenti di creare il binomio solidarietà-sport. E così, ieri mattina, mentre alcuni di loro promuovevano l’iniziativa con i giornalisti, gli altri erano impegnati nelle fasi conclusive di due tornei, uno di pallavolo e l’altro di calcio a 5. I proventi delle iscrizioni dei partecipanti, vanno nella raccolta di fondi per il centro nutrizionale in Uganda.
Sembra tutto così semplice, ma in realtà le carte vincenti di questa scommessa si chiamano sensibilità, impegno e dedizione.

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