martedì 17 maggio 2011

Settimana Mondo unito 2011 a Bujumbura

Sabato 7 maggio, siamo andati in una scuola secondaria dove studiano alcuni di noi Giovani per un Mondo Unito (GMU) a fare la pulizia del giardino. Nel nostro paese, le scuole non hanno i fondi per curare gli ambienti esterni dall’edificio della scuola e perciò sono gli studenti stessi che devono occuparsene. Questa attività ha incoraggiato i giovani sia a “darsi” gli uni per gli altri che a vedere quanto potrebbe essere armonioso l’ambiente se si curasse di più. Non siamo riusciti a finire ma abbiamo deciso di ritornarci per completare il lavoro iniziato. Siamo partiti tutti felici del lavoro fatto insieme.
Domenica 8 maggio, ci siamo trovati in focolare ed abbiamo messo in comune quanto avevamo come soldi, vestiti, ecc… Dopo siamo andati a visitare i rimpatriati, cioè burundesi, che a causa delle guerre degli anni passati (1970-80-90) si erano trasferiti in paesi vicini e che ritornando, in questi ultimi anni in patria, non hanno più potuto ritornare nelle loro case.
Più di 400 famiglie erano accampate in un terreno, paludoso e malsano, alla periferia della città in condizioni igenico/sanitarie praticamente inesistenti, con costruzioni di fango e paglia di pochi metri quadrati nelle quali vivono anche più nuclei familiari.
Arrivando li siamo rimasti scioccati, non ci potevamo immaginare una situazione così. Davanti a quella situazione, ci sentivamo troppo piccoli: il nostro contributo sarebbe stato solo una goccia nell’oceano di necessità. Abbiamo distribuito quanto avevamo portato e tutti hanno ricevuto qualche cosa. Ma forse il dono più grande è stato l’amore reciproco che ha scaturito mentre giocavamo con i bambini, prendendoli in braccio, dialogando con loro ed i loro genitori. I loro visi tristi e cupi sono cambiati in volti sorridenti. I bambini hanno cantato per noi, e gli adulti si divertivano mettendo subito i vestiti per esprimere la loro soddisfazione e gratitudine.
Alcuni impressioni:
"Quando sono entrato li dentro, sono rimasto senza parole, mi chiedevo che cosa potremmo fare. Ho sentito che qualche cosa abbiamo dato, non solo le cose materiali perché ne avevamo poche, ma l’amore, sento che dobbiamo continuare in questa linea assicurandoci sempre che tra noi siamo uniti, proprio come oggi";
"All’inizio non volevo starci per via della sporcizia e l’odore che si sentiva, ma dopo ho sentito dentro che questo mi ha aiutato a svuotarsi di me stessa per dedicarmi a loro e questo mi ha fatto molto felice";
Alcuni di noi ci siamo proposti di tornarci la settimana prossima per capire se realmente un gruppo sarà trasferito in un posto più decoroso, così come le autorità governative hanno promesso loro, e per vedere come proseguire i contatti.
I e le GMU di Bujumbura

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