lunedì 11 luglio 2011

C’è un modo sano di fare politica?

A conclusione dell'anno, alcuni echi di giovani impegnati nel percorso di formazione delle locali "Scuole di partecipazione" del Mppu.
In Italia le Scuole attive sono 10: in Trentino (Trento), in Liguria (Genova), in Piemonte (Fossano-Cuneo), in Toscana (Prato), in Umbria (Spoleto), in Emilia Romagna (Carpi-Modena), in Sardegna (Cagliari), in Sicilia (Palermo, Catania, Caltanissetta). Altre Scuole si preparano: in Lombardia (Milano, Crema), in Abruzzo (Giulianova), nelle Marche (Macerata), nel Lazio (Rocca di Papa, Latina).
D.: “Essendo già laureato in giurisprudenza, avrei potuto ritenere superflue determinate lezioni su argomenti a me molto noti, invece ogni volta era una scoperta perché i temi venivano analizzati da tutta un’altra prospettiva, quella della fraternità. Questa scuola mi lascia in particolare tre cose:
• in questa nuova visione, ho imparato che non bisogna vedere l’avversario come nemico, ma ascoltarlo e rispettarlo e ricordarsi che siamo tutti fallibili;
• non è fondamentale ricoprire ruoli istituzionali per essere politici, ma anche fare bene il proprio lavoro lì dove si è, e vigilare per mantenere un leale rapporto eletto-elettore;
• nessuno è indispensabile, ma tutti possiamo e dobbiamo portare un importante contributo alla vita pubblica”.
C.: “Anch’io provengo da giurisprudenza e sono quindi abituata a sentire parlare di politica, ma il modo in cui in questa scuola è stato trattato il tema della politica mi sembra quello più 'vero'. Qui ho capito cosa è la politica per me e chi sono i cittadini: non coloro che criticano e si lamentano senza agire in alcun modo per risolvere i problemi. Qui ho trovato un modo di agire positivamente per costruire una società migliore e una politica migliore. Grazie per avermi dato questa possibilità!”.
A.: “Non posso che esprimere un giudizio più che positivo. Sotto un aspetto, sono state confermate quelle che erano le mie aspettative: il richiamo ai valori che fin da bambina mi erano stati trasmessi... fraternità, solidarietà, condivisione. Allo stesso tempo, però, ascoltando i diversi interventi sono rimasta stupita. Trovandomi di fronte delle persone che ancora credono in un modo sano di fare politica mi sono rincuorata. E' ancora possibile, per noi giovani, sperare in un sistema politico che davvero si preoccupi del bene della società. E' stato entusiasmante scoprire che ci sono ancora dei giovani che ci credono davvero. Ed è con questo entusiasmo che mi auguro che un maggior numero di giovani si avvicini a queste iniziative, che ritengo fondamentali per la crescita personale e culturale di ciascuno e, di riflesso, per uno sviluppo onesto dell'intera società”.
L.: “Qualcuno tempo fa disse: “...per conoscere te stesso devi conoscere gli altri”. Per questo ritengo un'occasione irripetibile quella della ‘scuola di partecipazione’. Viviamo una realtà difficile, una realtà senza controllo, senza più comunicazione, dove le persone si sfiorano ma non si ascoltano. Una civiltà diretta verso l’autodistruzione, verso la perdita di tutti quei valori civili e morali che ne sono il fondamento. Credo che ‘la scuola di partecipazione’ possa essere un trampolino da cui partire per ritrovare, per riconoscere quei valori che oggi giorno vengono meno anche in tanti politici, che ne dovrebbero essere l’essenza”.

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