venerdì 1 luglio 2011

Come posso esercitare la mia cittadinanza con responsabilità?

Davanti a 250 persone a Montecitorio, il 14 giugno la Presidenza della Camera ha voluto ricordare Igino Giordani (1884-1980), costituente e deputato al Parlamento italiano dal 1946 al 1953, oltre che scrittore, giornalista, ecumenista, che ha lasciato tracce profonde ed ha aperto prospettive profetiche a livello culturale, ecclesiale, politico (registrazione video sul sito della Camera dei Deputati). Questo evento è stato arricchito dalle esperienze di partecipazione politica di tre giovani in contesti sociali e diversi:
Mi chiamo Carlos Martinez, sono argentino e ho studiato e lavorato a Cordoba (Argentina) come avvocato prima di venire in Italia, un anno fa. Qui mi sto specializzando in diritto del lavoro.
Non è lontana l'Argentina quando si parla di Igino Giordani: infatti le sue idee, la sua vita è arrivata nel mio Paese già tanti anni fa, anche tramite i libri che ha scritto e che sono stati tradotti in tutto il Latino America.
Per questa via, il suo impegno politico ha ispirato tanti che hanno fatto della politica la loro passione, e dell'impegno pubblico la loro vita.
E poi, com'è stato detto, l'esperienza di Giordani è alla radice del Movimento politico per l'unità, che si è costituito anche in Argentina nel 2001, proprio quando abbiamo visto esplodere nel nostro Paese una delle peggiori crisi sociali, economiche e istituzionali.
Mancanza di lavoro, aumento della povertà a livelli allarmanti, corruzione... erano segni evidenti. Ma era soprattutto la politica, incapace di rappresentare i bisogni e le esigenze della gente, a non riuscire a dare risposte, al punto che in quei giorni era sulla bocca di tutti lo slogan: “Che se ne vadano tutti!”- “Que se vayan todos!”. Un grido che si ripeteva ogni volta che si accendeva una protesta e che oggi torniamo a sentire in altri Paesi, come sta accadendo ad esempio in Spagna.
In questo contesto, politici e non, di partiti e ideologie diverse, guardando a figure come Giordani, hanno deciso di percorrere altri sentieri. Ed è stata l'idea della fraternità universale, che Chiara Lubich proponeva con forza anche alla politica, anche alla nostra Argentina così oppressa, il punto da cui ripartire.
Così, un piccolo gruppo di politici, di operatori nel sociale, di semplici cittadini hanno dato avvio in tutto il Paese ad una rete di scuole di formazione politica per giovani, che oggi sono presenti lungo l'intero territorio, dai confini con la Bolivia fino alla Patagonia.
A questo appello abbiamo risposto in tanti, interessati sicuramente ad acquisire gli strumenti per comprendere meglio la realtà argentina e latino-americana, ma soprattutto a sperimentare una strada efficace per il cambiamento che la società chiedeva a gran voce.
Anch'io ho frequentato il primo corso biennale della Scuola del Movimento politico per l'unità a Buenos Aires. E quella esperienza ha segnato le mie prospettive, chiamandomi a esercitare la mia cittadinanza con responsabilità, ad essere solidale e fraterno con tutti (la pensino come me o no), a dedicare la mia professione alla tutela dei lavoratori, degli immigrati, a quei gruppi sociali i cui diritti spesso non sono riconosciuti.
Ed è stato così per tanti altri giovani (quasi 200 ogni due anni, a partire dal 2002), che oggi fanno parte di partiti politici diversi, sono entrati nell'amministrazione pubblica ed esercitano la loro competenza politica nella società.
Col passare dei mesi, abbiamo avvertito che c'era un'altra domanda a cui rispondere: accanto a noi c'erano giovani non scolarizzati, che avevano meno risorse per frequentare un percorso di formazione specialistica. Così abbiamo completato un profondo adeguamento dei contenuti e della didattica del corso per renderlo più accessibile, perchè superando le sperequazioni strutturali ancora così forti nella nostra realtà, tanti altri giovani possano dare pienamente il loro contributo civile alla società.
Oggi possiamo dire che l'esperienza dolorosa della crisi argentina non è stata solo il contenitore di una protesta, ma anche di tante iniziative come questa, che hanno dato forza alla società civile in un nuovo rapporto con le istituzioni della politica.

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