sabato 16 luglio 2011

Come si fa ad amare sul serio?

“Abbiamo bisogno di dilatare il cuore sulla misura del Cuore di Gesù. Quanto lavoro! Ma è l’unico necessario. Fatto questo, tutto è fatto. Si tratta di amare ognuno che ci viene accanto come Dio lo ama. E dato che siamo nel tempo, amiamo il prossimo uno alla volta, senza tener nel cuore rimasugli d’affetto per il fratello incontrato un minuto prima. Tanto, è lo stesso Gesù che amiamo in tutti. Ma se rimane il rimasuglio vuol dire che il fratello precedente è stato amato per noi e non per lui... non per Gesù. E qui il guaio.” (Chiara Lubich, La dottina spirituale, cit., p. 135)
Per arrivare a questa meta, Chiara ci insegna “l’arte d’amare”, perché l’amore, come ogni arte, non s’improvisa, ma ha bisogno di essere imparato.
La simpatia o l’antipatia che proviamo nei riguardi di chi ci sta intorno, i difetti fisici o caratteriali che ci infastidiscono, il calcolo dei pro e dei contro nei rapporti con gli altri, il ricordo delle impressioni buone o cattive, sono condizionamenti trannici che possono lasciarci per tutta la vita “analfabeti dell’amore”. Se non impariamo ad amare, rischiamo di essere “esteti” dell’amore, di amare chi è lontano e dimenticare i nostri prossimi, di amare qualcuno o qualcosa “contro” qualcun altro o qualcos’altro.
Chiara ha posto in evidenza quelle che potremmo chiamare le “lettere” di questo alfabeto evangelico: amare tutti, senza escludere nessuno, come Gesù che ha dato la sua vita per ciascuno di noi (cf. Mt 20, 28; Mc 10, 45); amare per primi, prendere l’iniziativa, come lui che ci ha amato quando eravamo ancora peccatori (cf. Rm 5, 8); amare i nemici (cf. Lc 6, 35), quelli che ci fanno torto o che sentiamo come una minaccia; farci uno, mettendoci al servizio degli altri senza esitare a rimboccarci le maniche (cf. Mt 20, 28; 1 Cor 9, 22).

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