giovedì 28 luglio 2011

Una tregua dalla guerra

Ormai la guerra in Libia sembra non avere più risalto mediatico. Purtroppo, invece, continua senza tregua; di pochi giorni fa sono le notizie che riguardano nuovi violenti attacchi, che hanno preso di mira nella notte fra venerdì e sabato il centro di Tripoli, in particolare l’area dove si trova Bab el Aziziya, la residenza bunker di Muammar Gheddafi, già bersaglio di decine di raid aerei dell’Alleanza.
La cosa più importante è cercare di porre fine alle ostilità il prima possibile. Come dice giustamente il giornalista britannico Tony Caron del Time: “La Nato sta dando segnali sempre più chiari della sua volontà di porre fine al proprio impegno in Libia trovando una soluzione politica al conflitto; sebbene le potenze occidentali vorranno mostrare che saranno i ribelli libici ad avere l’ultima parola in proposito, molto probabilmente a questi ultimi verrà fatta la classica offerta impossibile da rifiutare” .
Nella strada verso la pace ci sembra importante e di rilievo la proposta del Vescovo di Tripoli mons. Martinelli. La proposta è apparsa in un articolo di Michele Zanzucchi sul sito di Città Nuova. Mons. Martinelli propone una tregua delle ostilità durante il Ramadan, periodo di pace per tutti i musulmani, che comincerà il prossimo 1 agosto e dichiara: “Il Ramadan è il mese del digiuno per tutti i musulmani, ma è anche il mese della pace. La religione vieta di combattere nel periodo sacro della religione islamica. Perché la Nato non accetta la tregua che da qualche tempo aleggia qua e là, intavola trattative serie attraverso l’Unione africana, la sola entità internazionale “accettata” da Gheddafi, ed evita così di continuare una guerra di cui non si vede la fine? Ne avrebbe tutto da guadagnare anche l’Unione europea, che non sta facendo una bella figura in questo conflitto. È una chance che va colta al volo, tra l’altro perché sarebbe un segno di grande rispetto per la religione musulmana”. Anche noi Giovani per un Mondo Unito ci sentiamo vicini a questa proposta nella speranza che possa essere accolta.

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