Chiara Lubich alla II° Giornata dell'Interdipendenza - Auditorium di Roma, il 12.09.2004
"La realtà dell’interdipendenza richiama nell'animo di molti l'urgenza e la necessità di quell'ideale, per il quale persone di buona volontà, sparse in tutto il mondo, hanno deciso di spendere la vita: concorrere a realizzare la fraternità universale, per la quale si attua l’unità della famiglia umana.
Sì, perché interdipendenza significa rapporto di connessione reciproca tra due realtà che si condizionano a vicenda. Rapporto che non si potrà attuare alla perfezione, fra i singoli e fra gli Stati, se non sarà caratterizzato dal rispetto reciproco, dalla comprensione vicendevole, dal saper far posto gli uni e gli altri alle difficoltà, ai problemi e alle realtà altrui, all'accoglienza dei rispettivi doni. In pratica dal mutuo amore così come si vive tra fratelli veri.
L’interdipendenza fraterna comporta infatti la scelta del dialogo rispetto a quella dell’egemonia, la via della condivisione rispetto a quella della concentrazione di risorse e dei saperi in una sola area del mondo.
L’interdipendenza fraterna è davvero "mutua dipendenza", perché implica che l’affermazione della mia identità non può avvenire né per difesa, né per opposizione, ma si raggiunge attraverso la comunione: delle risorse, delle virtù civiche, delle caratteristiche culturali, delle esperienze politicoistituzionali."
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