Dal 22 luglio all’8 agosto un gruppo di giovani di Roma e di varie città dell’Abruzzo sono partiti per la Repubblica Centrafricana per conoscere la realtà di questo Paese e per un’esperienza di condivisione e di donazione con bambini e ragazzi di Bangui, capitale dello Stato. Benedetta, Dario, Mariana, Pierfrancesco, Tecla e Valentina sono partiti per questa esperienza. «Prima di partire per il Centrafrica ognuno di noi ha cercato di prepararsi al meglio e fra di noi abbiamo redatto programmi sul da farsi durante la nostra permanenza. La provvidenza è stata essenziale per superare le piccole difficoltà di ognuno. Abbiamo capito che c’era bisogno di perdere ogni aspettativa o programma per essere in grado di fare bene la cosa più importante: condividere la vita e l’anima di ogni persona incontrata.
Arrivati in Repubblica Centrafricana, davanti agli occhi ci si presenta un altro mondo: strade dove si alterna il passaggio di macchine e persone che trainano carretti pieni di tronchi o altro da vendere, disordinatamente baracche nascoste dalla natura rimasta ancora selvaggia. Ospiti della comunità degli Apostoli di Gesù Crocifisso (alla periferia di Bangui) abbiamo avuto la possibilità di condividere la vita quotidiana attraverso i loro racconti e l’aiuto concreto che abbiamo potuto offrire. Un’oasi di pace alle porte di Bangui, pace a tratti bruscamente interrotta dal dramma umano di madri che perdono i loro figli rubati dalla malaria nella clinica sita proprio dietro al nostro dormitorio. “La povertà peggiore della gente é l’ignoranza” ci spiega padre Jean Claude.
Tutto ciò che veniva proposto era accolto con grande entusiasmo, non c’è stato mai uno screzio, un momento difficile da dover gestire. Impressionante è stato constatare come era facile capirsi pur parlando lingue così diverse. La loro simpatia e freschezza è stata così forte che sono stati loro a farci giocare e a coinvolgerci. La voglia di incontrarsi era talmente tanta da spingere i bambini a camminare ogni mattina per parecchi chilometri pur di raggiungerci. Ci riportiamo nel cuore ognuno di loro, ogni sorriso, pianto ed esperienza e il grande desiderio di costruire insieme un pezzo di mondo unito».
http://www.amu-it.eu/ 07.09.2011
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