sabato 17 marzo 2012

In marcia verso l'unità


Quest'anno il quarto anniversario della dipartita di Chiara Lubich è dedicato al suo rapporto con i giovani.
Contemplando il cielo stellato di un agosto di montagna aveva pensato a loro. Era il 1962. Chiara Lubich, già fondatrice dei Focolari, in quel momento aveva intuito che sarebbero nate nuove generazioni: «La prima, la seconda, la terza e la quarta» aveva detto alle sua compagne. Appena cinque anni dopo, nel pieno della contestazione giovanile nascevano i Gen – la generazione nuova –, i giovani del movimento e successivamente anche i più ampi Movimenti Giovani per un Mondo unito e Ragazzi per l'unità sparsi in tutto il mondo.

A quattro anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 14 marzo 2008, la ricordiamo così attraverso alcune delle risposte –tratte dal libro Cercate la pienezza della gioia. 50 risposte ai giovani, Città Nuova 2012 –, che negli anni ha dato ai giovani incontrati in appuntamenti ristretti e in grandi manifestazioni.
 Eccone due:
Chiara, tu trasmetti sempre il positivo, l'ottimismo che cosa ti dà la certezza che il mondo unito non è un'utopia? 
«Il fatto è che io credo in una cosa molto importante: che l'unità, e quindi l'unità del mondo, è un segno dei tempi. Significa una precisa volontà di Dio e Dio non è mai estemporaneo. Lui è sempre puntuale. L'unità è una volontà di Dio per il nostro tempo. Lo stanno dimostrando tante cose. Per esempio,
il Concilio Vaticano II, il quale spesso nei suoi documenti nominava la parola "comunione" o la parola "unità". E non solo, ma apriva i cattolici ai tre grandi dialoghi, che erano il principio d'unità di tutto il mondo: il dialogo con le altre Chiese, quello con le altre religioni, il dialogo anche con tutti gli uomini di buona volontà. In seguito la Chiesa ha creato quei Segretariati così importanti per portare avanti questo dialogo. [...]
«Non solo nel mondo cattolico si preme su questo concetto dell'unità, ma anche in tutto il mondo cristiano. [...] Inoltre, voi conoscete, perché vi avete anche collaborato, la Conferenza mondiale delle Religioni per la pace. Ebbene, essa riunisce le religioni più importanti del mondo: magari per uno scopo preciso, per la pace; però, intanto si conoscono, e così una certa unità si stabilisce pure con loro. Ma non è solo nel mondo delle religioni che si punta verso l'unità. [...] La stessa TV che porta tutto il mondo in una stanza, in una famiglia, è già segno di unità. Ma poi gli enti internazionali, anche se non sono ancora perfetti, indicano al mondo una presenza di unità.
«Ma ciò che mi convince più di tutto sapete cos’è? Siete voi gen, giovani per un mondo unito. Perché io lo so come siete nati. Voi siete nati da una volontà, da una forza, da capacità umane. Voi siete nati per volontà di Dio, perché è venuto sulla terra un carisma che è quello proprio dell’unità. Voi ne siete stati informati e avete incominciato questa marcia nel mondo verso l’unità».
A cuore aperto cosa vorresti dire a tutti noi che siamo qui al Genfest e ai giovani che ci seguono per televisione?
«Vi ripeto quello che ha detto una volta santa Caterina da Siena, quella grandissima santa, quella donna meravigliosa, parlando ai suoi discepoli: “Non accontentatevi delle piccole cose, perché egli, Dio, le vuole grandi”. È quello che vi dico io: gen, giovani, non accontentatevi delle briciole. Avete una vita sola, puntate in alto, non accontentatevi delle piccole gioie, cercate quelle grandi, cercate la pienezza della gioia. E potrete chiedermi: “Ma dove la troviamo?”. Ebbene, finisco il mio discorso con voi ancora nominando Gesù. Lui ha detto che chi vive l'unità avrà la pienezza della gioia; quindi l'eredità che avrete, se vivrete questo Ideale, sarà la pienezza della gioia. Questo è l'ultimo mio augurio e l'ultima parola che voglio dirvi».

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