giovedì 5 aprile 2012

Chiara Badano, una luce che ci svela il mistero di Pasqua


Intervista a Paola Squillante, laica del movimento dei Focolarini, compagna di fede ed amica di Chiara Luce Badano
Roma
 
Paola è stata vicina a ChiaraLuce Badano, la nuova beata dei giovani, negli ultimi due anni di malattia; proprio in quel periodo l’ha conosciuta, ne ha carpito la dolcezza del cuore, il suo amore per i poveri. Paola è una testimone della fede di Chiara, testimone di un Dio che già da bambina era in grado di rivelare.
 Cosa vuole testimoniare oggi?
Vorrei testimoniare il dono che Dio mi ha dato di vedere con i miei occhi: i due anni di malattia di Chiara Luce. Allora, io ero a Torino, nella nostra comunità dei Focolari. Ricordo la prima visita dal professore Madon, uno specialista nel campo, e soprattutto come ho avuto il dono di accompagnarli. Dopo non ci siamo più lasciate.
Lei e Chiara Luce eravate già amiche?
Ci conoscevamo perché anche la famiglia di Chiara faceva parte del gruppo dei Focolarini. Chiara Luce era nei Gen, che lei frequentò sin da quando era piccolina, dai nove anni, e i genitori del movimento delle famiglie. Per cui ci conoscevamo nell’ambito del movimento. Io ero a Genova in quegli anni quando Chiara Luce era piccola, poi sono arrivata a Torino e l’abbiamo avuta nella nostra comunità per due anni. E’ stato un cammino che abbiamo fatto insieme,
proprio con tutta la comunità, puntando a quella promessa che Gesù ci ha lasciato nel Vangelo, quando ci ha detto: ‘guardate, se voi vi volete bene come io vi voglio bene, se voi vi amate nel mio nome, non vi preoccupate di altro, io sarò lì con voi’.
Come avete vissuto l’esperienza del dolore e si può dire che proprio nel dolore si è rivelato il cuore di Chiara?
Era un dolore troppo grande quello emerso da una diagnosi senza speranza; abbiamo cercato proprio di volerci bene, tra tutti noi, proprio per permettere a Gesù di venire, di starci vicini. Quella di accogliere questo grande dolore, è stata una forza che non è arrivata solo a noi, ma anche ai genitori. Una bambina attesa dodici anni di matrimonio e nel fiore dell’età, della bellezza, della giovinezza, di una vitalità bella, con tanti valori, vedersela rubare così, in due anni!
I genitori di Chiara sono stati esempio di fede per la ragazza.
La famiglia è stata la prima culla di Chiara Luce, in cui ha ricevuto il nutrimento spirituale. C’è un bigliettino che scrisse lei, alle elementari, da piccolina, in cui diceva: “dalla mamma sto imparando ad ascoltare una voce dentro, che è la voce di Gesù”. Chiara ha fatto un allenamento della vita evangelica sin da piccola, e con piccole cose. Poi, quando ha incontrato l’ideale dei Focolarini con il movimento Gen, è stato un accogliere la sfida che Chiara Lubich lanciava a queste bambine, di scrivere con la propria vita, il Vangelo.
 L'esperienza con i Focolarini è stata decisiva per Chiara Luce.
Chiara Lubich, un giorno, fece una proposta molto forte alle bambine che la seguivano. Ha presentato Gesù in Croce come un amico. Gli diceva: “Gesù, sulla terra, per noi, per essere modello nostro, ha portato su di sé, ha vissuto, ha voluto fare l’esperienza di ogni dolore, dal più piccolo al più grande”. Per cui, anche quando, nella nostra vita, come nella vita di tutti, impastata da tante forme di dolore, dall’offesa al mal di denti, ad una malattia più seria, ad una bocciatura, e Chiara Luce, ad esempio, la bocciatura l’ha subita, bisogna vedere questo Gesù, questo Amore per noi, che si avvicina a noi, e aspetta per consolare ogni offesa e ogni dolore ricevuto.
 In questo senso, Chiara è un esempio anche per i ragazzi che oggi festeggiano qui.
In questi due anni dopo la beatificazione, è stata accolta con grande apertura di cuore la consegna che il Papa ha dato a tutti noi. Egli ce l’ha consegnata come modello.

Nessun commento:

Posta un commento