giovedì 14 giugno 2012

“Se si insegnasse la bellezza alla gente...”

Proposta di una camminata intorno al Lago Albano per affrontare le problematiche che affliggono la zona lacustre dei Castelli Romani.
Il LUOGO di INCONTRO è il parcheggio tra il convento dei cappuccini e l’ospedale “Regina Apostolorum”.
Il lago Albano, ormai da tempo, subisce attacchi continui che compromettono l’equilibrio idrogeologico del territorio.
Gli studenti della Scuola di Partecipazione Politica del Movimento Politico per l’Unità (http://www.facebook.com/pages/Scuola-di-Partecipazione-Politica-dei-Castelli-Romani/206977972732237 ) invitano a capire insieme le possibili soluzioni, con il contributo di alcune realtà che da tempo sono attive nei Castelli Romani.
Perché non possiamo permettere che un simile attacco ad un bene comune passi inosservato. Perché la fraternità in politica comincia dal vincere l’indifferenza. Perché non basta mettere “le tendine alle finestre”.
Il percorso è pensato con diverse tappe nelle quali si potrà dare spazio all’approfondimento delle varie tematiche trattate. I punti in cui ci fermeremo sono:
• al convento di Palazzolo, dove c'è un bel punto panoramico;
• a 250m dal convento di Palazzolo, dove c'è una grotta naturale;
• a 45 minuti da questa grotta, presso una piccola pineta sotto il convento dei Cappuccini.
La frase del titolo è tratta da un discorso di Peppino Impastato:
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”

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