Come il vecchio continente si
prepara all'evento e ad accogliere i partecipanti provenienti da tutto il mondo
Prosegue il nostro viaggio alla scoperta di come i giovani stanno preparando il Genfest oltre i confini italiani: oggi è la volta del vecchio continente, l'Europa, che ospiterà anche “fisicamente” l'evento.
Prosegue il nostro viaggio alla scoperta di come i giovani stanno preparando il Genfest oltre i confini italiani: oggi è la volta del vecchio continente, l'Europa, che ospiterà anche “fisicamente” l'evento.
Partiamo da Est, dalle fredde sponde del
Baltico: a Vilnius, capitale della Lituania, i giovani hanno
organizzato una serata di giochi e danze in un caffè, a cui hanno partecipato
persone di ogni età e nazionalità. «Ultimamente nel nostro Paese c'era un po'
di tensione tra polacchi e lituani – commenta uno dei partecipanti – ma durante
questa serata tutte le tensioni sono sparite».
Del resto, anche i loro vicini polacchi sono
impegnati a promuovere il Genfest. A Varsavia sono stati invitati a
partecipare ad una trasmissione di due ore alla radio, occasione perfetta per
far conoscere l'evento anche tramite il dialogo con gli ascoltatori: tra questi
un ragazzo ebreo, che ha chiesto di poter partecipare. I giovani di Lublino
hanno invece “costruito ponti” con altre Chiese cristiane preparando insieme la
Via Crucis del venerdì santo, e con gli adulti allestendo uno spettacolo
teatrale per una casa di riposo.
Rimanendo in zona troviamo la Bielorussia,
dove il Genfest – ammettono i giovani – «non ha ancora acquistato grande
popolarità». Un grande aiuto è però arrivato dalla casa editrice Pro Christo,
che durante la Fiera internazionale del libro a Minsk li ha aiutati a
distribuire materiale promozionale presso il loro stand, e regalato cartoline e
segnalibri con le informazioni sul Genfest alle persone che compravano i libri.
Sempre in Europa dell'Est, i ragazzi slovacchi
hanno messo in campo diverse azioni. Hanno infatti presentato sia il
Genfest che la figura di Chiara Luce in molte parrocchie, raccogliendo anche
diverse donazioni spontanee per sostenere coloro che non possono pagare la
quota di partecipazione; ma la promozione passa soprattutto attraverso
Internet, grazie ad un sito che hanno appositamente creato.
Inoltre si sono letteralmente rimboccati le maniche,
cercando dei lavori che consentiranno loro di mettere da parte un po' di soldi
per sé o per chi può averne bisogno.
I giovani austriaci, metodici, hanno
organizzato la loro azione lungo tre direttrici: let's bridge people
(costruire rapporti), let's bridge countries (raccolta di fondi per chi
arriva da più lontano), e let's bridge and make it visible, un concorso
di foto e video. Tra le tante idee e iniziative vale la pena ricordare la cena
di Capodanno per i senzatetto preparata a Vienna, dopo aver passato il
pomeriggio con anziani e disabili; ma anche l'opportunità di prepararsi al
Genfest incontrando direttamente la presidente del movimento dei Focolari,
Maria Voce, e il copresidente Giancarlo Faletti, in occasione della loro visita
nella capitale.
A Zurigo, in Svizzera, ogni
venerdì si organizza un cosiddetto fridate, unione delle parole inglesi Friday
e date: un appuntamento con testimoni che aiutino a riflettere su
cosa significhi concretamente “costruire ponti”. Ad aprire la serie è stato un
abitante dell'ex Germania Est, che ha portato la propria esperienza di vita ai
tempi del muro.
A Lisbona, in Portogallo, i
giovani approfittano del mercato dell'usato per vendere libri, scarpe da
ginnastica, giocattoli, vestiti, e molto altro per finanziare il viaggio. «A
volte è difficile staccarsi da queste cose – ammettono – ma ne vale la pena». A
quanto pare il sistema funziona, visto che è stato replicato a Oporto.
E veniamo infine all'Ungheria, sede del
Genfest. I giovani della capitale stanno accogliendo organizzatori anche dal
resto del mondo, lavorando insieme al programma ed “ispezionando” la città. A
dare una spinta al lavoro di promozione è il gruppo musicale ZöldGomb (pulsante
verde), che ha approfittato della tournée di lancio del loro ultimo disco per
portare a tutti l'invito a Budapest. Ma soprattutto, scrive Marti, «uno
dei nostri obiettivi è quello di stabilire bei rapporti tra noi nel corso della
preparazione del Genfest, così che i ragazzi provenienti da ogni parte del
mondo trovino qui una vera casa». Buon lavoro!
Chiara Andreola

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