mercoledì 7 agosto 2013

Caserta, Vera Araujo chiude il meeting della legalità

CASERTA - Con l’incisivo intervento di Vera Araujo, sociologa del Movimento dei Focolari, si è concluso venerdì scorso il meeting della legalità, organizzato al PalaVignola di Caserta dai Giovani per un Mondo Unito, in sinergia con una rete di associazioni e movimenti coinvolti in prima linea nella promozione e sensibilizzazione di un agire legale.
Prima di lei, nel corso della mattinata, avevano dato il loro personale, prezioso contributo, anche Giuseppe Gatti, sostituto procuratore della DDA di Bari e Gianni Bianco, giornalista RAI, coautori del libro “La legalità del noi”.
Si è concluso il meeting, ma rimane apertissimo il cantiere legalità, sorto due anni fa nell’ambito del Progetto Italia. Se una cosa infatti, questo meeting ha voluto sottolineare, è stata che le parole rimangono confinate tra le pareti di un salotto o di un palazzetto, ma i fatti vanno costruiti attimo per attimo, giorno per giorno. Ed è stato questo il messaggio recepito dai circa 500 giovani che, per quattro giorni, non si sono limitati ad ascoltare e fare domande durante i forum su legalità, ambiente, accoglienza e lavoro, ma sono andati essi stessi, sotto un sole spesso impietoso, a Teano, nella cooperativa don Peppe Diana, di recente oggetto di un attentato malavitoso, a raccogliere le pesche sui terreni confiscati alla camorra, in tante cittadine del casertano a ripulire aiuole e giardini, sulle spiagge del litorale domizio a fare altrettanto.

Ai giovani che le chiedevano da dove cominciare per cambiare in meglio questo nostro mondo, così spesso calpestato e violentato, Vera Araujo ha semplicemente risposto: “L’inizio siete già voi, un’autentica esplosione di gioia, il germoglio di cui si riesce a percepire persino il rumore che fa nel suo crescere esponenziale”. E come ribadito da coloro che nei giorni scorsi l’avevano preceduta nell’incontro con i ragazzi, da don Maurizio Patriciello, appassionato difensore della cosiddetta Terra dei fuochi, a don Luigi Ciotti, da sempre sinonimo di lotta a tutte le mafie, l’importante è non essere indifferenti, non delegare di fronte alle ingiustizie, ma denunciare e agire in prima persona e in unità con i propri fratelli. “Tre sono le parole chiave da rispettare - ha aggiunto la Araujo - : azione, relazione e interazione. E quando verranno, e verranno inevitabilmente, i momenti di sconforto, ricordiamoci che non siamo soli, che Qualcuno è morto sulla croce per venire in nostro aiuto ed è risorto. La nostra vita è un continuo morire e risorgere, un'alternanza tra il buio e la luce, ma sarà la luce alla fine ad avere il sopravvento”.
E proprio dalle “parole di vita” ascoltate e “vissute” in questi 4 giorni, è nato il Manifesto dei giovani, lanciato al termine dell’incontro e lasciato in eredità a tutti i presenti. Almeno in quest’ultimo giorno, tuttavia, ci piace sottolineare il lavoro di quanti, in silenzio, con umiltà e grande spirito di sacrificio, si sono adoperati, sotto un sole inclemente e rubando spazi e tempo alle proprie famiglie, per la perfetta riuscita del meeting. Ci riferiamo al dirigente di banca, all’impiegato delle poste, alla casalinga, allo studente e a tantissimi altri che, smessi i panni del quotidiano, abbiamo visto dipingere i murales del PalaVignola, andare su e giù con i carrelli della differenziata, cucinare per i ragazzi del meeting e non solo, servire ai tavoli, persino provvedere alle pulizie dei bagni. In fondo, parte anche da loro la legalità, prerequisito - aveva sottolineato pochi giorni fa don Ciotti - per raggiungere il vero obiettivo, che è la giustizia.

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