“Nel mondo 1200 miliardari ma ogni ora 300 bimbi muoiono di fame”
L’Osservatore Romano analizza il rapporto 2012 pubblicato di recente da
Caritas Internationalis. “Uno scenario di forti contrapposizioni”
È uno
scenario dalle forti contrapposizioni quello che emerge dall’ultimo rapporto
della Caritas Internationalis, riferito all’anno 2012 e pubblicato
recentemente. E’ quanto scrive l’Osservatore romano. «Viviamo in un mondo —
sottolinea nella presentazione il cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga,
arcivescovo di Tegucigalpa e presidente di Caritas Internationalis — nel quale
ogni ora circa trecento bambini muoiono di malnutrizione e dove quasi un
miliardo di persone non hanno accesso all’acqua potabile. Ma, al
contempo, nel mondo vi sono milleduecento miliardari, il numero più alto mai
registrato».
Nel rapporto
si osserva che continuano a crescere le emergenze nel mondo, in particolare
quelle legate alle guerre e ai disastri naturali. Un totale di quarantaquattro
appelli sono stati lanciati dalla Caritas per raccogliere sostegni in tutto il
mondo a favore di trentaquattro Paesi colpiti da varie emergenze. Tra le più
rilevanti, nel 2012, vi è stata quella delle popolazioni del Sahel, in Africa,
dove vi sono milioni di persone a rischio malnutrizione. Di questi appelli, il
61 per cento ha avuto esito favorevole. In questo modo più di tre milioni e
mezzo di individui hanno potuto beneficiare di aiuti umanitari. Oltre 39
milioni di dollari sono stati messi a disposizione per garantire la
realizzazione dei programmi umanitari. Inoltre, trentacinque Caritas nazionali
hanno fornito risorse economiche e tecniche per la realizzazione di questi
programmi.
«Ci
scandalizziamo — aggiunge il cardinale Rodríguez Maradiaga — che milioni di
nostri fratelli e sorelle vivono in condizioni di estrema povertà in un mondo
di ricchezze. Ma siamo pieni di speranza, perché siamo la prima generazione
dotata di strumenti per cambiare il sistema che tiene i poveri in questa
situazione». Nel 2012, ricorda il porporato, tra i fronti principali d’azione
vi sono stati l’Africa, con il problema della fame, l’emergenza profughi in
Siria e la ricostruzione delle case ad Haiti dopo il terremoto che ha colpito
l’isola nel 2010. Il presidente della Caritas Internationalis, tuttavia,
puntualizza: «Fornire aiuto non è sufficiente. Dobbiamo spezzare il ciclo di
povertà». Per il cardinale «la nostra sfida più grande non è la povertà o
la crisi economica» ma «è la crescita del secolarismo in molte parti del mondo,
soprattutto in quello più ricco: quando la gente non crede in Dio, trionfa
l’individualismo e perdiamo di vista i nostri principi etici». Solo «vivendo la
verità della Parola di Dio — conclude — possiamo superare la povertà spirituale
del nostro tempo e costruire un mondo fraterno in cui vivere uniti e in pace».
La Caritas Internationalis riunisce centosessantacinque Caritas nazionali e coordina gli interventi nelle situazioni di emergenza e di crisi. Dal 2004 ha personalità canonica giuridica pubblica, sia in ragione della natura delle Caritas nazionali e diocesane, che sono l’organo ufficiale della carità dei vescovi, sia in riconoscimento dei grandi servizi che l’istituzione internazionale svolge per il bene della Chiesa e dell’umanità.
En este mundo se promueve mas a ser millonario que a ser humano, no se promueve el amor ,todos miramos mucho mas allá el dinero y somos materialistas.
RispondiEliminaEl único lenguaje que comprenden los hombres es el amor, podremos tener éxito, algún día nos daremos cuenta cuanto vale el AMOR !!!!!!!!!!!