400 giovani cristiani, musulmani e di religioni
tradizionali riuniti all’insegna della fraternità e della pace. La prima
edizione del ‘Festival des jeunes’ nasce già con l’impegno di superare, con il
dialogo, le diversità.
«Al momento di cominciare il
“Festival des jeunes”, nel grande teatro all’aperto di Bobo-Dioulasso, moderno
e bello, é partita l’elettricità… ed eravamo in 400!». È l’inizio incerto del
racconto della gioiosa manifestazione del 19 ottobre scorso, organizzata dai Giovani
per un mondo unito di Burkina Faso.
Infatti, nella città l’energia
elettricità viene distribuita per settori, e proprio a quell’ora corrispondeva
il black out nel settore dove si svolgeva lo spettacolo. “Quando ci siamo
accorti che sarebbe successo – raccontano i giovani – siamo andati di corsa a
fare la richiesta alla Società di distribuzione d’energia elettrica nel Paese e
per fortuna, quando hanno conosciuto il motivo, è stato subito accettato il
cambio di turno, evitando che mancasse l’energia elettrica per la durata di
tutto l’evento”.
“È stato molto bello – confida
Omar, giovani per un mondo unito musulmano – il tempo di preparazione del
Festival: quattro mesi di lavoro insieme, superando ogni volta le nostre
diversità”.
Poi, è arrivato finalmente il
giorno della manifestazione. “La sorpresa era già iniziata la mattina – spiega
Aurora – alla conferenza stampa: ci siamo trovati con circa 150 persone, tra
cui il vicario generale e il vice sindaco di uno dei Cantoni di Bobo-Dioulasso,
e la copertura della radio e della televisione”.
“E anche i 400 partecipanti
allo spettacolo – continua – sono stati una sorpresa, perché in genere per i
concerti, anche importanti, non si arriva quasi mai a quel numero”.
Tra i giovani c’erano dei
musulmani, della Comunità di Sant’Egidio, cristiani di diverse Chiese e
rappresentanti delle religioni tradizionali. Erano anche presenti il vicario
episcopale, il vice sindaco, il rappresentante del governatore, il pastore presidente
dell’associazione delle Chiese Protestanti e quello delle Chiese delle
Assemblee di Dio.
“In breve si è creato un bel
dialogo tra gli animatori ed il pubblico, un clima di famiglia”, racconta Paul.
E aggiunge: “Abbiamo letto quanto ci aveva scritto Maria Voce nel suo messaggio
con l’invito a diffondere intorno a noi una cultura di pace e di unità perché
l’amore trionfi sull’odio e perché le guerre spariscano. Sono state parole accolte
con molta attenzione dai giovani presenti”.
Il programma si è snodato fra
canzoni, danze e belle coreografie, realizzate sia dai giovani per un mondo
unito, che da quelli di Sant’Egidio e dai ragazzi protestanti. Mme Toussy, una
cantante famosa in Burkina Faso, ha intonato la canzone “amiamoci”; quindi, un
cantante del Togo ha interpretato una sua canzone sulla pace.
Commovente il discorso di un
ragazzo musulmano, figlio di un Iman ex presidente delle comunità musulmane del
Burkina, il quale ha incoraggiato i presenti a non mollare davanti alle
difficoltà che possono sorgere nei rapporti fra cristiani e musulmani. Ed ha
concluso dicendo che “il Movimento dei Focolari è una corrente d’amore, che non
cerca addetti, ma desidera creare un mondo di fraternità”.
“Non immaginavo che sarebbe
stato così bello, altrimenti avrei invitato tutti i giovani della mia chiesa”,
ha detto uno dei pastori presenti. Infatti, i partecipanti sono partiti tutti
nella gioia, desiderosi di portare avanti l’ideale della fraternità che porta
alla pace e all’unità.
La televisione nazionale ha
diffuso più volte parte dell’evento, una delle quali durante un telegiornale; e
la radio ha continuato per due giorni di seguito a trasmettere brani del
concerto.
“Ora – spiegano con entusiasmo i giovani per un mondo
unito –, vogliamo impegnarci a continuare la collaborazione e il dialogo fra di
noi, in questo clima di apertura reciproca. E per la prossima edizione vogliamo riempire lo stadio”.
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