Fonte: Zenit.org
Santità e politica, un matrimonio impossibile? Se ne discuterà
sabato 16 novembre, dalle ore 09.30 alle ore 18.00, un convegno su «Da Robert
Schuman al domani. Sequela di Cristo e impegno politico» alla Pontificia
Università Gregoriana.
L’anniversario dei 50 anni dalla morte di Dio Robert
Schuman, uno dei “padri fondatori” dell’Europa Unita, assume particolare
importanza nell’attuale necessità di riappropriarsi dell’identità europea. La
Dichiarazione Schuman (9 maggio 1950) risulta ancora oggi un appello di
formidabile attualità: «La pace mondiale non potrà essere
salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la
minacciano. [...] L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita
tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una
solidarietà di fatto».
PROFILO BIOGRAFICO
Lo statista Robert Schuman (1886-1963), apprezzato
avvocato e ministro degli Esteri francese tra il 1948 e il 1952, è considerato
uno dei padri fondatori dell’unità europea. Deportato in Germania nel 1940,
riuscì a fuggire due anni dopo, unendosi alla resistenza francese. Quando, dopo
la guerra, assunse la carica di ministro degli Esteri, non mostrò mai alcun
risentimento. Le sofferenze inflitte dal nazismo lo avevano semmai convinto che
l’unità dell’Europa poteva avere basi salde solo poggiandosi su una
riconciliazione duratura con la Germania.
Tre furono le parole chiave della politica di Schuman per la nascente
Federazione europea: “creatività” e “concretezza” per costruire una credibile
“unità”. In collaborazione con Jean Monnet redasse la
Dichiarazione Schuman, pronunciata il 9 maggio 1950, giorno ancora oggi
considerato come la data di nascita dell’Unione europea. Schuman proponeva il
controllo congiunto della produzione di carbone e acciaio, cioè delle
principali materie prime per l’industria degli armamenti. La proposta di
fondere le produzioni franco-tedesche aveva come obiettivo non tanto un comune
vantaggio economico, quanto il risanamento del contrasto secolare tra due
potenze, trasformando la rivalità in collaborazione. «La solidarietà di
produzione in tal modo realizzata – sostenne Schuman nello storico discorso nel
Salon de l’Horologe du Quai d’Orsay a Parigi – farà sì che una qualsiasi guerra
tra la Francia e la Germania diventi non solo impensabile, ma materialmente
impossibile».
Schuman informò del Piano il cancelliere tedesco
Adenauer, che subito vi riconobbe un’opportunità per la pace in Europa e lo
accolse favorevolmente. Poco tempo dopo aderirono anche i governi di Italia,
Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. I sei Stati firmarono l’accordo per la
creazione della CECA (Comunità del Carbone e dell’Acciaio) a Parigi, nell’aprile
del 1951. In questo senso, l’Europa si fonda su un’iniziativa di pace.
Schuman sostenne inoltre la formulazione di una politica
europea di difesa comune e fu presidente del Parlamento europeo dal 1958 al
1960. Fu proclamato Servo di Dio nel maggio 2004, con la conclusione del
processo diocesano.
Nessun commento:
Posta un commento