venerdì 15 novembre 2013

Da Robert Schuman al domani

Fonte: Zenit.org
Santità e politica, un matrimonio impossibile? Se ne discuterà sabato 16 novembre, dalle ore 09.30 alle ore 18.00, un convegno su «Da Robert Schuman al domani. Sequela di Cristo e impegno politico» alla Pontificia Università Gregoriana.
L’anniversario dei 50 anni dalla morte di Dio Robert Schuman, uno dei “padri fondatori” dell’Europa Unita, assume particolare importanza nell’attuale necessità di riappropriarsi dell’identità europea. La Dichiarazione Schuman (9 maggio 1950) risulta ancora oggi un appello di formidabile attualità: «La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. [...] L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto».
PROFILO BIOGRAFICO
Lo statista Robert Schuman (1886-1963), apprezzato avvocato e ministro degli Esteri francese tra il 1948 e il 1952, è considerato uno dei padri fondatori dell’unità europea. Deportato in Germania nel 1940, riuscì a fuggire due anni dopo, unendosi alla resistenza francese. Quando, dopo la guerra, assunse la carica di ministro degli Esteri, non mostrò mai alcun risentimento. Le sofferenze inflitte dal nazismo lo avevano semmai convinto che l’unità dell’Europa poteva avere basi salde solo poggiandosi su una riconciliazione duratura con la Germania.

Tre furono le parole chiave della politica di Schuman per la nascente Federazione europea: “creatività” e “concretezza” per costruire una credibile “unità”. In collaborazione con Jean Monnet redasse la Dichiarazione Schuman, pronunciata il 9 maggio 1950, giorno ancora oggi considerato come la data di nascita dell’Unione europea. Schuman proponeva il controllo congiunto della produzione di carbone e acciaio, cioè delle principali materie prime per l’industria degli armamenti. La proposta di fondere le produzioni franco-tedesche aveva come obiettivo non tanto un comune vantaggio economico, quanto il risanamento del contrasto secolare tra due potenze, trasformando la rivalità in collaborazione. «La solidarietà di produzione in tal modo realizzata – sostenne Schuman nello storico discorso nel Salon de l’Horologe du Quai d’Orsay a Parigi – farà sì che una qualsiasi guerra tra la Francia e la Germania diventi non solo impensabile, ma materialmente impossibile».
Schuman informò del Piano il cancelliere tedesco Adenauer, che subito vi riconobbe un’opportunità per la pace in Europa e lo accolse favorevolmente. Poco tempo dopo aderirono anche i governi di Italia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. I sei Stati firmarono l’accordo per la creazione della CECA (Comunità del Carbone e dell’Acciaio) a Parigi, nell’aprile del 1951. In questo senso, l’Europa si fonda su un’iniziativa di pace.

Schuman sostenne inoltre la formulazione di una politica europea di difesa comune e fu presidente del Parlamento europeo dal 1958 al 1960. Fu proclamato Servo di Dio nel maggio 2004, con la conclusione del processo diocesano.

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