Alessandro Gisotti
Fonte: Radio Vaticana
Riscoprire la fraternità in famiglia, nell’economia e nel
rapporto tra i popoli
Senza fraternità è impossibile costruire una società
giusta e una pace solida e duratura. E’ quanto sottolinea Papa Francesco nel
suo primo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, pubblicato oggi. Tema
del documento è “Fraternità, fondamento e via per la pace”. Il Papa leva,
anche, un appello vibrante affinché quanti seminano violenza e morte rinuncino
alla via delle armi e una denuncia contro la corruzione e il crimine
organizzato. Alessandro Gisotti:RealAudioMP3
“Rinunciate alla via della armi e andate incontro
all’altro con il dialogo, il perdono e la riconciliazione per ricostruire la
giustizia, la fiducia e la speranza intorno a voi”. E’ il pressante appello
che, nel suo primo Messaggio per la Giornata della pace, il Papa rivolge a
“quanti con le armi seminano violenza e morte”. E aggiunge: “Riscoprite in
colui che oggi considerate solo un nemico da abbattere il vostro fratello e
fermate la mano!”. Dal Pontefice, che auspica dunque una “conversione dei
cuori”, anche un forte appello per il “disarmo da parte di tutti, a cominciare
dal disarmo nucleare e chimico”. Anche perché, rileva con amarezza, “finché ci
sarà una così grande quantità di armamenti in circolazione”, “si potranno
sempre trovare nuovi pretesti per avviare le ostilità”.
Architrave del documento pontificio è la fraternità,
“dimensione essenziale dell’uomo”, scrive il Papa, senza la quale, “diventa
impossibile la costruzione di una società giusta” e di “una pace solida e
duratura”. E subito precisa che “una fraternità priva del riferimento ad un
Padre comune, quale suo fondamento ultimo, non riesce a sussistere”. Una “vera
fraternità tra gli uomini – ribadisce – suppone ed esige una paternità
trascendente”. La radice della fraternità, si legge ancora nel Messaggio, “è contenuta
nella paternità di Dio”, una “paternità generatrice di fraternità” che
trasforma la nostra esistenza. Al riguardo, il Papa indica come il racconto di
Caino e Abele insegni che “l’umanità porta inscritta in sé una vocazione alla
fraternità, ma anche la possibilità drammatica del suo tradimento”.
Il Papa sottolinea, dunque, che tale “vocazione” alla
fraternità è oggi spesso contrastata dalla “globalizzazione dell’indifferenza”
che “ci fa lentamente abituare alla sofferenza dell’altro, chiudendoci in noi
stessi”. Del resto, osserva, alle guerre “fatte di scontri armati si aggiungono
guerre meno visibili, ma non meno crudeli, che si combattono in campo economico
e finanziario con mezzi altrettanto distruttivi di vite, di famiglie, di
imprese”. Francesco cita la Populorum Progessio di Paolo VI e la Sollicitudo
rei socialis di Giovanni Paolo II per ribadire che “non soltanto le persone, ma
anche le nazioni debbono incontrarsi in uno spirito di fraternità” e aggiunge
che la pace “è un bene indivisibile. O è bene di tutti o non lo è di nessuno”.
La fraternità, ne è convinto il Papa, è la via maestra anche per sconfiggere la
povertà. Al tempo stesso, è il suo auspicio, “servono anche politiche efficaci
che promuovono il principio della fraternità” assicurando alle persone di
“accedere ai capitali” e alle risorse. Così come si ravvisa “la necessità di
politiche che servano ad attenuare una eccessiva sperequazione del reddito”.
Il Papa si sofferma sull’attuale crisi
economico-finanziaria, indicandone l’origine nel “progressivo allontanamento
dell’uomo da Dio e dal prossimo, nella ricerca avida di beni materiali” e nel
“depauperamento delle relazioni interpersonali e comunitarie”. Papa Francesco
sottolinea che “il succedersi delle crisi economiche deve portare agli opportuni
ripensamenti dei modelli di sviluppo economico e a un cambiamento negli stili
di vita”. Anzi, la crisi odierna “può essere anche un’occasione propizia per
recuperare le virtù della prudenza, della temperanza, della giustizia e della
fortezza”. L’uomo, ribadisce, “è capace di qualcosa in più rispetto alla
massimizzazione del proprio interesse individuale”. Papa Francesco denuncia
dunque con forza la corruzione e il crimine organizzato. Una comunità politica,
è il suo monito, “deve agire in modo trasparente e responsabile” per generare
la “pace sociale”. I cittadini, ammonisce, “devono sentirsi rappresentati dai
poteri pubblici nel rispetto della loro libertà”. Invece, constata, “spesso tra
cittadino e istituzioni, si incuneano interessi di parte che deformano una tale
relazione, propiziando la creazione di un clima perenne di conflitto”.
Papa Francesco non manca di denunciare l’egoismo che “si
sviluppa socialmente sia nelle molte forme di corruzione, oggi così
capillarmente diffuse, sia nella formazione delle organizzazioni criminali, dai
piccoli gruppi a quelli organizzati su scala globale”. Queste organizzazioni, è
il suo avvertimento, “offendono gravemente Dio, nuocciono ai fratelli e
danneggiano il creato, tanto più quando hanno connotazioni religiose”. Enumera
alcuni drammi del nostro tempo come la droga, lo sfruttamento del lavoro,
“l’abominio del traffico di essere umani”, gli “abusi contro i minori”. E
dedica un pensiero speciale anche alle “condizioni inumane di tante carceri,
dove il detenuto è spesso ridotto in uno stato sub-umano e viene violato nella
sua dignità di uomo”. L’ultimo paragrafo del Messaggio è dedicato alla custodia
della natura. Anche qui, afferma, serve la fraternità perché “siamo spesso
guidati dall’avidità, dalla superbia del dominare” e non consideriamo la natura
“come un dono gratuito” da “mettere a servizio dei fratelli”. Il Papa rinnova
dunque l’appello contro “lo scandalo” della fame nel mondo. “E’ un dovere
cogente”, scrive il Papa, che “si utilizzino le risorse della terra in modo che
tutti siano liberi dalla fame”.
Il Messaggio - che è stato firmato l’8 dicembre,
Solennità dell’Immacolata Concezione – si chiude con un’invocazione a Maria
affinché “ci aiuti a comprendere e a vivere tutti i giorni la fraternità che
sgorga dal cuore del suo Figlio, per portare pace ad ogni uomo su questa nostra
amata terra”.
Nessun commento:
Posta un commento