sabato 8 marzo 2014

Fraternità con chi è triste

Diciamo la verità: siamo circondati da persone tristi. Basta uscire un attimo sulla strada, andare al mercato, salire sul pullman... Come Giovani per un Mondo Unito, vogliamo dedicare il mese di marzo ad accostarci a quelli che sono disoccupati, soli, dipressi...dandoli tutto l’amore che abbiamo in cuore.
Di Madre Teresa di Calcutta
 “La solitudine è il peggior tipo di miseria.
I poveri che raccogliamo ogni giorno sono coloro che la società rifiuta. Noi cerchiamo di restituire a queste persone la dignità umana. Come figli di Dio hanno diritto ad essa.
Abbiamo incontrato persone che conosciamo solo tramite l’indirizzo. Davvero ci rendiamo conto che esistono queste persone? Forse è uno molto vicino a noi, forse nel marciapiede opposto. Può essere un cieco che sarebbe felice se noi leggessimo il giornale per lui. Potrebbe anche essere una persona ricca di denaro, ma che non ha nessuno da visitare. Il ricco spesso ha molti beni, ma questi stessi beni lo isolano. Manca il contatto con altre persone, che è quello di cui ha realmente bisogno un essere umano.
Non accontentarti di dare i soldi. Il denaro non è sufficiente, ed è più facile da trovare rispetto a una mano che aiuti o a un cuore che ami.

Dove sono gli anziani adesso? Si trovano in istituti geriatrici. Perché? Perché nessuno li vuole, perché sono un peso. Mi ricordo che qualche tempo fa ho visitato una bella casa per anziani. C'erano una quarantina di pensionanti, e davvero non mancava niente. Ma tutti  erano seduti, fissando la porta. Non c'era un sorriso sui loro volti, e ho chiesto alla suora che lavorava lì: "Suora, perché queste persone non sorridono? Perché non smettono di guardare la porta?". E lei molto dolcemente, mi ha detto la triste realtà: "Ogni giorno succede la stessa cosa, Madre. Sperano che qualcuno venga a visitarli". Questa è la vera povertà.
Non c'è bisogno di camminare in quartieri malfamati e baraccopoli per trovare la mancanza di amore, la povertà. Senza dubbio nel nostro quartiere e nella nostra famiglia, qualcuno soffre.”

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