Che senso ha oggi parlare
di responsabilità se ormai tanti matrimoni – per chi ancora decide di sposarsi!
- finiscono dopo poco tempo, sacerdoti e religiosi lasciano il loro cammino e
quello che pare giusto adesso magari
domani sarà considerato un errore?Lettera firmata
La vita e quello
che ci circonda appaiono in continuo movimento e sono infiniti gli stimoli che
ci bombardano e che spesso ci fanno sentire piccoli o fragili. La velocità e
potenza della comunicazione massmediale, da una parte avvicina ogni punto del
globo ma dall’altra ci presenta situazioni così complesse e ampie da farci
richiudere nel nostro mondo, nell’attimo fuggente, spingendo tanti a non
prendersi impegni non solo “per sempre” ma perfino nel breve periodo.
Vi sono però anche
molti che riescono ad essere coerenti con le loro scelte e tanti giovani come
te che vogliono dare un senso alla vita, impegnarsi, anche se spesso le loro decisioni
sono prese senza una riflessione chiara e approfondita, con la conseguenza di
cambiare percorso davanti alla prima difficoltà. Vi sono anche decisioni che
nel momento in cui vengono prese coinvolgono un certo tipo di responsabilità,
ma che non riescono a superare la prova del tempo. Capita quando - per
abitudini legati alla cultura, all’età, all’esperienza… - qualcuno decide una
cosa importante perché “in quel momento” la sperimenta la migliore, la sente
importante, ma lo fa senza guardare in avanti ad un obiettivo più grande a cui
puntare. Queste decisioni, potremmo
dire, rispondono bene all’esigenza del presente ma non hanno alla base una
scelta di fondo. Essa presuppone una meta chiara, una strada da percorrere e un
carburante per non fermarsi: quell’amore vero che stringe legami che durano nel
tempo e si inscrivono nella dinamica del dono che deve essere gratuito e per
sempre.
Per parlare di responsabilità,
allora, mi pare occorra prima guardare alla necessità di impostare la propria
vita in un disegno grande, del quale ciascuno è protagonista ma che anche lo
trascende.
Città Nuova
2013/23-24
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