sabato 6 settembre 2014

Il coraggio di essere autentici

“Ciao, mi chiamo Laura e vengo dall’Olanda. Nel mio Paese ogni anno viene organizzata una giornata nazionale per i giovani cattolici: si sta insieme nella fede, si condividono le esperienze, ci si diverte con musica dal vivo e cibo, s’incontrano anche altri giovani cattolici.
Durante la preparazione a questo festival ci ha contattato l’emittente televisiva Talpa. Stavano facendo un programma commerciale dove un attore e un cantante visitano diversi gruppi in Olanda che condividono una passione o uno stile di vita. Stanno col gruppo tutto il tempo, fanno qualche intervista e alla fine preparano una bella cena per ringraziarli. Quando hanno sentito di questo festival, volevano passare il finesettimana con noi per il loro programma televisivo.

Era un periodo di grande critica per la Chiesa Cattolica in Olanda e sentivamo che sarebbe stata un’opportunità grande mostrare a tutta la nazione una chiesa giovane, vivace e piena di forza e coraggio. Allo stesso tempo ci veniva un po’ di timore, non sapendo come alla fine avrebbero modificato le interviste per la trasmissione finale. Dopo qualche incontro con i produttori di questo programma, hanno scelto tre giovani per fare un’intervista durante il festival, due ragazzi gen ed io.
Sentendo le domande che mi avrebbero fatto, si capiva che volevano creare un’immagine di un giovane cattolico secondo un preciso stereotipo: noioso e con una visione limitata sul mondo. Mi chiedevano tanto sui rapporti pre-matrimoniali, il vivere e predicare il Vangelo, i pregiudizi che esistono nella Chiesa oggi e le scelte che stavo facendo nella vita in quel momento. Ci ho dovuto pensare qualche giorno prima di accettare. Tanti pensieri giravano nella mia testa: ‘Non si sa chi guarderà questo programma: forse i miei amici dell’università, i vicini di casa, professori, persone che non mi accettavano per causa della mia fede’. Ero sicura che con questa intervista avrei trasmesso una certa immagine di me a tutto il Paese. E questo non mi lasciava tranquilla. Però allo stesso tempo pensavo: in Olanda non ci sono guerre, non c’è povertà come in altri paesi del mondo, non abbiamo i disastri naturali né la persecuzione dei cristiani o di altri popoli. Viviamo in un paese libero in cui possiamo fare e dire quello che vogliamo. E forse questa libertà era il mio nemico più grande in quel momento. Ho dovuto fare un passo grandissimo per superare questa paura di espormi davanti ad un pubblico di 1.500.000 persone. Nella giornata dell’intervista ho fatto una ‘prova’ con un amico. Lui ha potuto aiutarmi a rimanere autentica, così come sono, rispondendo alle domande con un cuore puro. Questo coraggio ricevuto da lui, che è più grande di me, sarà per sempre un ricordo vivo e vicino al mio cuore.
L’intervista è andata molto bene. Ho provato a rimanere nell’amore verso questo cantante e attore ricordandomi che essi non sapevano niente della Chiesa e del Movimento dei Focolari. Ripetevo a me stessa: andare fuori Laura, andare fuori! Sono contenta che ho potuto costruire in questo modo un pezzo di Mondo Unito, un pezzo di una Chiesa giovane e vivace, con una nuova generazione che crede nel futuro di questa Chiesa. Sì, di sicuro ci saranno le persone che vedranno l’intervista e faranno commenti negativi o non vorranno più rimanere in contatto con me. Però l’essere rimasta fedele a Dio e al suo piano su di me come giovane cattolica di fronte a milioni di persone mi dà una grandissima gioia. Una testimonianza più grande della mia fede e della mia passione per un Mondo Unito non avrei potuto dare.”

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