martedì 18 novembre 2014

Amare il prossimo uno alla volta

 «Abbiamo bisogno di dilatare il cuore sulla misura del Cuore di Gesù. Quanto lavoro! Ma è l’unico necessario. Fatto questo, tutto è fatto. Si tratta di amare ognuno che ci viene accanto come Dio lo ama. E dato che siamo nel tempo, amiamo il prossimo uno alla volta, senza tener nel cuore rimasugli d’affetto per il fratello incontrato un minuto prima. Tanto, è lo stesso Gesù che amiamo in tutti. Ma se rimane il rimasuglio vuol dire che il fratello precedente è stato amato per noi o per lui... non per Gesù. E qui è il guaio.
La nostra opera più importante è mantenere la castità di Dio e cioè: mantenere l’amore in cuore come Gesù ama. Quindi per essere puri non bisogna privare il cuore e reprimervi l’amore. Bisogna dilatarlo sul Cuore di Gesù ed amare tutti» (Chiara Lubich, La dottrina spirituale, Città nuova 2002, p.135).

... Poche parole sono ambigue quanto la parola “amore”. Chiara ci fa da guida per approfondirne il significato, ma soprattutto ci insegna «l’arte di amare», perché l’amore, come ogni arte, non s’improvvisa, ma ha bisogno di essere imparato. La simpatia o l’antipatia che proviamo nei riguardi di chi ci sta intorno, i difetti fisici o caratteriali che ci infastidiscono, il calcolo dei pro e dei contro nei rapporti con gli altri, il ricordo delle impressioni buone o cattive sono condizionamenti tirannici che possono lasciarci per tutta la vita “analfabeti dell’amore”. Se non impariamo ad amare, rischiamo di essere “esteti” dell’amore, di amare chi è lontano e dimenticare i nostri prossimi, di amare qualcuno o qualcosa “contro” qualcun altro o qualcos’altro.

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