giovedì 8 gennaio 2015

Charlie Hebdo violenza e libertà

di Michele Zanzucchi
fonte: Città Nuova
 
L’attentato alla redazione del settimanale satirico parigino ripropone la questione della guerra santa lanciata da tanti musulmani contro l’Occidente: ma bisogna capirne i motivi profondi

Charlie Hebdo
La guerra santa, il tanto famoso jihad – in realtà si tratta del “piccolo” jihad rivolto contro gli infedeli, mentre il “grande” jihad è al contrario rivolto contro le pulsioni personali – ha colpito nel cuore della capitale parigina, simbolo di tutto ciò che certi musulmani radicali e fanatici non accettano, in particolare la dissacrazione della religione e la corrispondente sacralizzazione della libertà e della libertà di peccare contro Dio e contro gli uomini.
Sostanzialmente il mondo musulmano non accetta che Dio sia stato bandito dalle società: alcune frange estremiste imbracciano le armi per combattere questa tendenza.
L’interpretazione fatta del Corano in senso jihadista dai leader di questi gruppi fanatici, Bin Laden e al-Baghdadi in testa – libro considerato d’ispirazione divina fin nei minimi dettagli – in realtà è una delle tante interpretazioni che ne possono essere fatte, certamente non la sola. L’assenza di istituzioni universalmente accettate nel mondo islamico per l’interpretazione del Corano – l’università al Azhar non ha più l’autorevolezza universale che negli anni Ottanta e Novanta le veniva riconosciuta – non può che favorire l’insorgenza di gruppi incontrollabili che spargono sangue, violenza e totale disprezzo per i diritti umani nel cuore della globalizzazione, dei cui strumenti si servono a piene mani (vedi i tanti network televisivi).
La condanna di tali efferatezze non può che essere totale e definitiva. Ma il problema, enorme problema, è che ormai questi gruppuscoli sono un popolo transfrontaliero che si esprime su Facebook, su Instagram e Twitter. Senza pudore. Se le condanne all’attentato di Parigi sono state unanimi nel mondo Occidentale e, va detto, anche tra le “autorità” musulmane, tra il miliardo e mezzo, o quasi, di musulmani, quanti sono coloro che hanno applaudito esplicitamente o in cuor loro all’attentato contro i blasfemi di Charlie Hebdo?
Ed è qui il problema, enorme problema. Come siamo arrivati fin qui? La guerra d’Algeria (non a caso due degli attentatori vengono da lì); mezzo secolo di irrisolti conflitti tra israeliani e palestinesi; lo sfruttamento del petrolio dei Paesi mediorientali da parte delle Sette sorelle (oggi sono di più); la crescita di regimi come quelli del Golfo Persico che predicano bene e razzolano male, finanziando contemporaneamente la Formula Uno e il fondamentalismo islamico; le due campagne d’Iraq dei Bush, padre e figlio; la guerra d’Afghanistan; le due guerre di Gaza; l’isolamento decretato contro l’Iran da trent’anni; le campagne russe in Cecenia, Cabardino-Balcaria, Ossezia del Nord, Inguscezia e Daghestan contro gli irredentisti caucasici di fede musulmana; le Rivoluzioni arabe finite male; il disprezzo di tanti occidentali per tutto ciò che sa di Islam e l’altrettanto forte disprezzo di tanti musulmani per tutto ciò che sa di Cristianesimo; la mancata vigilanza da parte dei governanti dei Paesi musulmani verso coloro che predicano morte e violenze contro gli infedeli… Stiamo quasi riuscendo a rendere reale quella che era forse solo una teoria, sullo scontro tra civiltà! Ci siamo in qualche modo creato un nemico, dopo il crollo del socialismo reale, ed ora questo nemico è giunto nel cuore delle nostre metropoli.
Vogliamo guardare lucidamente e non emotivamente a questo mezzo secolo di vento seminato che raccoglie ora tempesta? E ci meravigliamo? Vogliamo capire che ci sono milioni di giovani, e meno giovani ormai, che non hanno conosciuto altro che la guerra in queste terre martoriate? Terre in cui il sistema scolastico è ridotto a poca cosa, in cui la disoccupazione è largamente oltre il 50 per cento, in cui solo chi grida più forte viene ascoltato, in cui il culto delle armi (vendute in massima parte dai commercianti europei e statunitensi) fiancheggia il culto fondamentalista.
Servirebbe una Conferenza di pace universale per cercare di rispondere concretamente alle sfide lanciate dal “piccolo” jihad ormai sminuzzato, parcellizzato, incontrollabile per le mille schegge impazzite che sono conficcate anche qui da noi. La preghiera promossa da papa Francesco con Peres e Abu Mazen nei giardini vaticani ne è il primo e profetico esempio.
Ora è certamente giunto il tempo della difesa, del lavoro di smantellamento delle reti radicali e fanatiche jihadiste, in particolare in Europa. È pure il tempo di difendere le preziose gemme della libertà, della difesa dei diritti dell’uomo e anche della vera democrazia conquistate dall’Europa e dalle sue culture dopo le catastrofi immani delle guerre mondiali. Ma ciò non basta, non può bastare e non basterà: bisogna avviare uno, cento, mille cammini di riconciliazione e perdono, di accettazione delle diversità e di ricerca della giustizia. Ce ne sono già tanti di questi cammini, tra i cristiani, tra i musulmani, tra gli uomini e le donne di buona volontà: basterebbe percorrerli e magari appoggiarli finanziariamente, invece di foraggiare le guerre e il commercio d’armi. Serve un sussulto d’intelligenza e di cuore per uscire dal vicolo cieco nel quale ci siamo ficcati.

6 commenti:

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  2. Queremos mirar con lucidez y no emocionalmente a este medio siglo de sembrado viento que recoge la tormenta ahora? Y nos preguntamos? Queremos entender que hay millones de jóvenes y no tan jóvenes, que no han conocido otra cosa que la guerra en estas tierras atormentadas? Tierras donde el sistema escolar se reduce a la nada, donde el desempleo es en gran medida más del 50 por ciento, en el que sólo los que gritan más fuerte se escucha, donde el culto de las armas (se vende sobre todo por los comerciantes europeos y de EE.UU. ) flanquea el culto fundamentalista.
    Sirva una conferencia de paz universal a tratar de responder con eficacia a los desafíos planteados por la yihad "pequeña" ahora se derrumbó, fragmentado, incontrolable para los miles de bala perdida que están atrapados aquí también. La oración promovida por Francisco con Peres y Abbas en los jardines del Vaticano, es el primer y profética ejemplo.

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  3. Oriente Medio como parte de las Siete Hermanas (hoy hay más); crecimiento de regímenes como los del Golfo Pérsico que predican el bien y el mal el rayado, la financiación tanto de Fórmula Uno y el fundamentalismo islámico; las dos campañas de Irak Bush, padre e hijo; la guerra en Afganistán; las guerras en Gaza; aislamiento decretado contra Irán durante treinta años; campaña de Rusia en Chechenia, Kabardino-Balkaria, Osetia del Norte, Ingushetia y Daguestán contra irredentista caucásica musulmana; las revoluciones árabes terminaron mal; el desprecio de muchos occidentales a cualquier cosa que huela a Islam y el igualmente fuerte desprecio de muchos musulmanes de todo lo que huela del cristianismo; la falta de vigilancia por parte de los gobernantes de los países musulmanes hacia los que anuncian la muerte y la violencia contra los infieles ... Estamos casi llegando a hacer real lo que quizás fue sólo una teoría sobre el choque de civilizaciones! De alguna manera creamos un enemigo, después de la caída del socialismo, y ahora este enemigo ha llegado en el corazón de nuestra metrópoli

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  4. La condena de tales atrocidades sólo puede ser total y definitiva. Pero el problema, gran problema, es que estas facciones son ahora un pueblo a través de las fronteras, que se expresa en Facebook, Twitter e Instagram. Descaradamente. Si el ataque frases en París fueron unánimes en el mundo occidental y, todo hay que decirlo, incluso entre las "autoridades" musulmana, incluyendo el billón y medio, o casi, de los musulmanes, ya que son los que aplaudió de forma explícita o en sus corazones ataque contra los blasfemos de Charlie Hebdo?
    Y aquí está el problema, problema enorme. ¿Cómo hemos llegado hasta aquí? La guerra de Argelia (de hecho dos de los atacantes son de allí); medio siglo de conflictos no resueltos entre israelíes y palestinos; la explotación del petróleo de los países de

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  5. Sustancialmente el mundo musulmán no acepta que Dios ha sido desterrado de la sociedad: algunos extremistas tomar las armas para luchar contra esta tendencia.
    La interpretación que se hace del Corán en el sentido de los líderes yihadistas de estos grupos fanáticos, Bin Laden y al-Baghdadi en la cabeza - libro considerado divinamente inspirado en cada detalle - de hecho, es una de las muchas interpretaciones que se pueden hacer, sin duda no el único. La ausencia de instituciones universalmente aceptados en el mundo islámico para la interpretación del Corán - la universidad Azhar no tiene autoridad sobre lo universal en los años ochenta y noventa fue reconocida - sólo puede favorecer la aparición de grupos incontrolables derramar sangre, violencia y total desprecio por los derechos humanos en el centro de la globalización, lo que significa que necesita las dos manos (ver las muchas cadenas de televisión).

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  6. La guerra santa, la yihad tan famoso - de hecho, es la yihad "pequeña", dirigida contra los infieles, mientras que el "gran" yihad es dirigido de otra manera contra los impulsos personales - un golpe en el corazón de la capital de París, en un símbolo de todo lo que ciertos radicales y fanáticos musulmanes no aceptan, en particular, la profanación de la religión y la sacralización correspondiente de la libertad y la libertad de pecar contra Dios y los hombres.

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