fonte: AMU
Come si vive in una terra senza futuro?
Nel villaggio di Buota, uno dei più poveri della Repubblica di Kiribati, ci si prova anche così…
«Abbiamo saputo che non lontano da Buota, molte famiglie hanno dovuto
abbandonare le loro case distrutte dall’alta marea. Ora, con l’aiuto
dei villaggi vicini, stanno provando a ricostruire le abitazioni…».
La notizia, che ci arriva da Mary Cass – referente locale del progetto di Kiribati – non annuncia una nuova catastrofe ecologica, ma un’ordinaria emergenza. Il Paese ha infatti un grosso problema di fondo:
il progressivo innalzamento del livello del mare sta sottraendo terre
all’agricoltura, con effetti negativi sulle attività lavorative e sulla
qualità dell’alimentazione. Si prevede che fra alcuni decenni tutto
l’arcipelago sarà sommerso.
Non potendo arrestare l’avanzata del mare, dovuta al surriscaldamento
globale, il governo punta a fornire agli abitanti una nuova collocazione
all’estero o in altre parti del Paese.
Tarawa è l’isola più grande di quel vasto arcipelago del Pacifico. Uno dei villaggi più poveri dell’isola è il villaggio di Buota, dove è in corso il nostro progetto.
Oltre alle attività destinate ai bambini è previsto un supporto per sviluppare piccole attività produttive.
«Sono state aperte a Buota 2 nuove piccole attività commerciali, continua Mary Cass. La prima consiste nella produzione e vendita di ghiaccio, grazie ad un congelatore acquistato con i contributi AMU. La seconda riguarda invece la vendita di oggetti di artigianato
all’aeroporto di Tarawa, anche questa attività resa possibile dai
contributi AMU con i quali abbiamo acquistato una macchina da cucire. Va
bene anche la produzione di pane che viene venduto a
tre diversi negozi presenti nel villaggio e nell’area circostante. Il
ricavato di tutti questi lavori – oltre a retribuire il lavoro delle
donne coinvolte – va a beneficio della nostra scuola materna “Love and
Unity” e permette di provvedere ad alcune necessità alimentari dei
bambini e delle loro famiglie.»
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