venerdì 27 marzo 2015

Per il dialogo abbiamo bisogno di amare tutti

Dall’evitare all’amare


Nel riflettere su come vivere il Vangelo in modo autentico mi sono resa conto che ho dovuto affrontare alcune sfide con il "raggiungere il più piccolo", nella mia famiglia. Recentemente mi sono trasferita a una certa distanza dalla mia famiglia e cerco di tenermi regolarmente in contatto per telefono. Molte volte la nostra posizione all'interno della famiglia influenza la nostra vicinanza ai nostri fratelli. Nel mio caso, io ho una sorella gemella a cui sono molto vicina.
La chiamo spesso e ci scambiamo le notizie delle nostre famiglie, dei nostri figli e dtutte le avventure e i successi dei nostri nipoti. Facciamo molte conversazioni e passiamo momenti meravigliosi insieme.
Tuttavia, ho anche un’altra sorella più giovane, single, con cui non condivido la stessa vicinanza. Con lei in realtà passo molti momenti difficili a causa della sua forte personalità e delle sue opinioni forti su molte questioni, tra cui argomenti interni alla famiglia! Mi sono anche ritrovata a chiamarla e lasciarle dei messaggi quando so che lei è al lavoro per evitare conversazioni telefoniche. Ripensando al mio comportamento, mi sono resa conto che questo mio atteggiamento di chiamare la sorella che preferisco non era giusto. Amare tutti, aiutare gli ultimi - in questo caso la mia sorella single – era una cosa in cui dovevo cambiare. In diversi momenti lei mi aveva anche fatto sapere quanto era sola a volte.
Sentivo che Dio mi stava sfidando ad accogliere le chiamate di questa sorella con lo stesso amore con cui accoglievo le chiamate della mia sorella gemella! Questo nuovo atteggiamento di amore verso la mia sorella single è diventato l'occasione per scoprire le sue doti, i suoi doni, e costruire un rapporto più stretto con lei. Ora a dire il vero non vedo l'ora che mi chiami. Abbiamo ancora molte differenze, ma ho deciso di concentrarmi sugli aspetti positivi. Ho scoperto la gioia di poterla conoscere meglio, approfondendo le relazioni nella nostra famiglia.

J.C.

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