fonte: AsiaNews
Il governo della provincia del Sindh ha deciso di inserire
nei programmi scolastici dei licei lo storico primo discorso di
Muhammad Ali Jinnah, fondatore del Pakistan. In esso, il leader
auspicava che il neo-nato Paese diventasse una democrazia pluralistica,
basata sull’uguaglianza dei cittadini e sullo Stato di diritto. La mossa
delle autorità del Sindh è stata accolta con favore dall’Awaz-e-Haq
Ittihad (Ahi), una coalizione di 12 organizzazioni per i diritti umani.
Con Gandhi e Jawaharlal Nehru, Ali Jinnah è stato uno dei leader del
movimento per l’indipendenza dell’India dal Regno Unito. Ottenuta la
sovranità nel 1947, ma incapaci di raggiungere una formula di
condivisione dei poteri per un Paese unito, il Congress e la Lega
musulmana (di cui Jinnah era capo) decidono di creare due nazioni
separate: l’Unione indiana (India) a maggioranza indù, e il Pakistan a
maggioranza islamica, di cui Jinnah diventerà primo governatore
generale.
L’11 agosto 1947, nel discorso tenuto alla sessione inaugurale della
prima Assemblea costituente del Pakistan indipendente, il Quaid-i-Azam
(“Grande leader”) Jinnah dice: “Siamo tutti cittadini e uguali cittadini
di uno Stato. Adesso credo che dovremmo tenere a mente questo come
ideale, e comprenderete che, nel corso del tempo, gli indù cesseranno di
essere indù e i musulmani di essere musulmani. Non in senso religioso,
perché si tratta della fede personale di ciascun individuo, ma in senso
politico di cittadini dello Stato”.
“Voi siete liberi – aggiunge –. Liberi di andare nei vostri templi,
nelle vostre moschee o in qualunque altro luogo di culto in questo Stato
del Pakistan. Potrete appartenere a qualsiasi religione, casta o credo:
questo non ha nulla a che fare con gli affari dello Stato”.
Jinnah sottolinea poi che “le minoranze, qualunque comunità
appartengano, saranno salvaguardate. La loro religione o fede o credo
sarà al sicuro. Non ci sarà interferenza di alcun tipo con la loro
libertà di culto. Riceveranno protezione per quanto riguarda la loro
religione, la loro fede, la loro vita e la loro cultura. Saranno, sotto
tutti i punti di vista, cittadini del Pakistan senza alcuna
discriminazione di casta o credo”.
Parlando ancora delle minoranze il Quaid-i-Azam afferma poi: “Avranno
i loro diritti e privilegi e, senza dubbio, accanto a questi anche gli
obblighi della cittadinanza. Per questo, anche le minoranze hanno le
loro responsabilità e faranno la loro parte negli affari di questo
Stato. Fino a che le minoranze sono leali allo Stato e serbano vera
fedeltà, e fino a quando avrò potere, esse non dovranno preoccuparsi di
nulla”.
In un comunicato ufficiale Peter Jacob e Cecil Chaudhry, presidente e
coordinatore di Ahi, hanno dichiarato: “Il governo del Sindh è da
encomiare per questa iniziativa. Quando essa diventerà realtà, sarà un
grande passo nel ridurre i pregiudizi e le divisioni basate su colore,
credo e origine [che esistono] nella società. Raccomandiamo con forza ai
governi delle altre province di fare lo stesso”.
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