mercoledì 17 febbraio 2016

Papa Francesco a Guadalupe: “Chiamati a costruire nuovi santuari"

Ai piedi della Madonna più amata dai messicani e nel cuore della cristianità latinoamericana, Bergoglio ha lanciato un vibrante appello a costruire "nuovi santuari" in famiglia, nella comunità, nella cultura e nella propria vita. Un messaggio storico, in cui il pontefice invita a non lasciarsi vincere da dolore e tristezza

Dopo un percorso intenso per saluti e incontri, Papa Francesco ha concluso la sua giornata di sabato con una grande celebrazione eucaristica nella Basilica di Guadalupe a nord di Città del Messico.

Riprendendo il Vangelo letto durante la Messa, Bergoglio ha aperto la sua omelia ricordando il "sì" di Maria che le ha permesso di dare "il meglio di sé mettendosi in cammino e andando ad incontrare gli altri."
Nella figura di San Juan Diego, "Giovannino", è stato affettuosamente chiamato nel discorso, il Papa ha offerto un esempio dell’uomo umile, di quelli che come lui sentono “di non valere nulla”eppure venne scelto dalla madre di Dio " per sorvegliare, curare, custodire e favorire la costruzione di questo Santuario”

"Suscitare la speranza" in Juan Diego e nella sua gente fu il primo miracolo accaduto quella mattina di dicembre del 1531; un miracolo che sta ancora accadendo ai nostri giorni quando Dio “si avvicina al cuore sofferente ma resistente di tante madri, padri, nonni che hanno visto i loro figli partire, li hanno visti persi o addirittura strappati dalla criminalità.

Con gli occhi sempre fissi sugli ultimi e sugli esclusi, Papa Francesco ha parlato di un altro luogo di culto, quello dei giovani senza futuro, degli anziani dimenticati: un santuario che incrociamo ad ogni passo del nostro cammino. Di fronte all'orizzonte difficile che si profila per questo tempo, Sua Santità ha invitato incessantemente ricordare la promessa fatta dalla Vergine Maria al popolo messicano: "Che c’è, figlio mio, il piccolo di tutti? Che cosa rattrista il tuo cuore? Non ci sono forse qui io, io che ho l’onore di essere tua madre?"

Con queste parole così piene di incoraggiamento, la Madre di Dio, vuole ricordare di essere costruttori di nuovi santuari ed essere suoi ambasciatori, ha ribadito Francesco “per accompagnare tante vite e consolare tante lacrime". Ad ascoltarlo vescovi, autorità, ma anche un incalcolabile numero di fedeli che affollavano il santuario all’interno e fuori.

"Soccorri il prigioniero, non lasciarlo solo, perdona chi ti ha fatto del male, consola chi è triste, abbi pazienza con gli altri e, soprattutto, implora e prega il nostro Dio" ha concluso il Papa con forza e commozione.
Poi, Bergolgio ha chiesto alle migliaia raccolti intorno a lui di fare un momento di silenzio: un silenzio sacro in cui ha invitato tutti ad vita di intima comunione con Dio, che diventa poi riflessione e ascolto di quella voce unica che sembra perdersi nella fretta della vita quotidiana.

Al termine della Messa, il Papa si voltò verso la cappella della Basilica che si trova proprio dietro l'altare maggiore, per pregare per quasi mezz'ora davanti al manto della Vergine di Guadalupe, la tilma, che è stato esposto solennemente. I vescovi lo hanno accompagnato in piedi presso l'altare, in un segno palpabile di fratellanza. Un momento di silenzio interrotto solo dal canto spontaneo e fervente del Salve Regina, intonato dalla folla.

Sono scene indimenticabili di preghiera e di silenzio che hanno portato alla memoria la prima preghiera che Papa Francesco ha fatto, appena eletto, dal balcone centrale della Basilica di San Pietro, dove invitò tutta la piazza ad unirsi al suo raccoglimento. Scene, messaggi e gesti di significato profondo che restano e resteranno indelebili nei cuori di molti messicani.

Christopher Jiménez Estrada - Fonte: CittàNuova.it

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