Il primo giorno ci siamo rivolti ai poveri ed agli emarginati, facendo sport con i bambini zingari in una grande piazza di Budapest. Sono venuti in molti di diversa etá e ci hanno aiutato anche giovani di altre chiese. Dovevamo educarci all’amore, all’inizio c’é stato bisogno di un po' di coordinazione ma è riuscito tutto bene: le regole nel gioco sono state mantenute ed era bello vedere e sentire che durante le partite anche il linguaggio sconveniente è scomparso, nonostante avessimo sentito non poche espressioni del genere. Si è creata una nuova mentalitá, ci sono stati momenti in cui le squadre erano miste, e sono stati coinvolti anche quelli che non si conoscevano. Abbiamo giocato insieme in un’atmosfera molto piacevole, in circa 50/90 persone a seconda dei momenti.
Il giorno seguente pulizia in un bosco e raccolta della spazzatura.Eravamo insieme di diverse comunità, alcuni gruppi o movimenti non li avevamo mai sentiti nominare.
Anche nella cittá di Szeged ci siamo dati da fare. Eravamo circa 35 a raccogliere spazzatura nel centro della città. Ci ha sorpreso che non conoscevamo nemmeno i 2/3 dei giovani che erano con noi! Come motto della giornata abbiamo scelto la Parola di vita: "Amerai il prossimo tuo come te stesso." Dopo un gioco abbiamo letto una parte del commento alla Parola di vita, e ciascuno ha tirato "a sorte" un biglietto con sopra un breve pensiero di Chiara su uno dei punti dell’arte di amare, che poteva vivere durante la giornata. Abbiamo lavorato fino all’ora del pranzo, intanto avevamo la possibilitá di conoscerci di piú. Alcuni che passavano lí ci facevano delle domande, erano molto contenti e sorpresi che stavamo raccogliendo la spazzatura in un tempo quando "i giovani di solito sporcano l’ambiente"… Potevamo vivere il motto della giornata non soltanto con il lavoro ma anche con questi piccoli gesti di costruire rapporti. Dopo il pranzo in un caffé dei giovani messo gratis a nostra disposizione, abbiamo condiviso diverse nostre esperienze, anche sul lavoro comune della stessa giornata guardando alcune foto scattate durante la mattinata. Pian-piano anche alcuni "nuovi" hanno incominciato a mettere in comune quanto hanno vissuto! Abbiamo raccolto anche soldi per i colpiti dal disatro ecologico. Anche se i presenti non sapevano della raccolta (e non hanno portato con sè soldi per questo scopo) e c’erano tanti che frequentano ancora il liceo ed hanno pochi soldi – abbiamo raccolto cca. 40 Euro!
www.ujifju.hu
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In 30 abbiamo aderito a questa avventura, cominciando la giornata con un pensiero: cosa significa fare qualcosa senza compromesso? Sono venute fuori alcune cose: non misurare dove vorrei andare a lavorare, ma andare lá dove c’é bisogno, dove si manifesta un’esigenza o dove c’é una ferita. In questa prospettiva é venuto in evidenza anche che non possiamo rimanere indifferenti, scendere a compromessi, dobbiamo accorgerci di queste ferite e reagire. Concretamente, con fatti.
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