sabato 19 marzo 2011

Giappone: Un racconto in diretta dell’11 marzo

Il 15 marzo dalla città di Tocigi a 300 chilomentri da Tokio ci scrive Hiromi Onuki. Tutta la sua famiglia si è salvata, ma quel giorno del terremoto è vivissimo nei suoi ricordi. Pubblichiamo la sua lettera.
«L’11 marzo ero con un mio amico a fare delle compere, quando, all’improvviso, è cominciato il terremoto, sempre più violento: una scossa del settimo grado della scala sismica giapponese. Nel supermercato quasi tutte le merci sono crollate e poi è andata via la luce! Le lampade al neon sono cadute a pezzi. Siamo usciti fuori, abbiamo aspettato un po’, e poi siamo andati a prendere la macchina al parcheggio. I pilastri avevano tutti crepe visibili. La strada era già piena di automobili e gente. Non funzionavano i semafori. E, presi dal panico, in auto sentivamo ancora le scosse.
Dopo quasi un’ora siamo arrivati a casa. Il tetto era quasi squarciato e si erano formate tante crepe. Nel cimitero le tombe erano distrutte. Mio papà e mio fratello, che lavorano in comune, in questi giorni di rado sono riusciti a tornare a casa. Lavorano per i cittadini, ascoltano tanto, vanno a trovarli di casa in casa. Ieri sera finalmente sono riusciti a rientrare ma stamane erano già usciti.
Un mio amico lavora in una ditta, ma, in casi di emergenza, rientra immediatamente nella squadra dei pompieri. Ieri con gli altri ha messo dei sacchi di terra per arginare il pericolo continuo delle frane. Sono eroici! I nostri vicini da ieri sera sono rifugiati in una scuola elementare vicina a casa mia. I negozi sono chiusi, anche i benzinai non lavorano. La scritta: “Tutto esaurito” campeggia dovunque.
Per quattro giorni abbiamo vissuto senza acqua ed elettricità, solo alle tre del mattino è tornata la luce. Però noi siamo fortunati: abbiamo ancora cibo, letti e una casa. I parenti di una mia amcia del movimento dei focolari abitano in una città molto danneggiata e, dopo giorni senza notizie, oggi si è saputo che tutti stanno bene.
Nelle zona dell’epicentro abitano alcuni miei amici: una di loro si è salvata, ma si sono perse le tracce della sua famiglia. Lì vicino ci sono le centrali nucleari. Già c’è stata un’esplosione con grande rischio per la radioattività. I telegiornali dicono che le vittime aumenteranno. C’è stata anche un'esplosione di idrogeno. Da oggi comincia l’interruzione organizzata della corrente elettrica, continuerà fino ad aprile. Fino a questo momento i morti sono circa 7.200, i dispersi più di 5000. Una città, dopo il passaggio dello tsunami, è praticamente scomparsa. Una palestra vicina all’epicentro è diventata una camera mortuaria.
Eppure, in questa situazione drammatica, tra tutti nasce un forte vincolo di solidarietà e l'aiuto è reciproco e grande».

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