Racconto di Dario di Parma (Italia) dopo una visita a Fontem, Cameroun.
“Durante le giornate a Fontem ho avuto la fortuna di conoscere una nuova possibilità di vita, messa in pratica da persone straordinarie come i focolarini. Credo che non tutti abbiano il dono di riuscire a scegliere di dedicarsi in modo così completo all'amore e all'altro; credo che ci voglia la grazia di Dio, come quella che ha permesso a Chiara Luce di dire sì innanzi alla malattia. Non penso di aver una forza tale e non penso sia la mia strada, tuttavia, ora che ho questa nuova conoscenza posso di certo provare a fare del mio meglio per dare a quello che farò in futuro il nuovo "sapore" dell'amore".
"Dal punto di vista professionale penso sia evidente come stare al Mary Health of Africa General Hospital mi sia stato incredibilmente utile. Prima di tutto ho visto come nella nostra medicina si rischi veramente di perdere il senso del paziente nel suo insieme, in quanto uomo. A Fontem prima si cura la persona e quindi la sua malattia; in Italia tante volte per il paziente non si spende nemmeno una parola anche se la malattia viene trattata certamente meglio ... Mercoledì ho fatto la prima guardia medica dopo il ritorno: c'era una chiamata di un bambino che aveva solo un po' di tosse e fuori c'era la neve; ho deciso di non fermarmi alla consulenza telefonica ma di andare lo stesso a visitarlo: i genitori sono stati veramente contenti e grati anche se io non ho dato terapia. Mentre tornavo in macchina ero contento e pensavo che allora funziona anche qui, dai per primo, senza aspettarti niente in cambio, ed avrei fatto del bene”.
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