mercoledì 29 giugno 2011

Conoscere e servire la propria città con orizzonte aperto


Mi chiamo Anna Marenchino, vivo a Roma. Da 8 anni lavoro all’AMU, una ong di sviluppo che si occupa di cooperazione internazionale, dove sperimento che si può costruire un mondo più giusto e più fraterno, riconoscendo anzitutto la dignità di ogni persona e di ogni comunità.
Quotidianamente sono a contatto con persone di tanti Paesi, e questo mi permette di seguire in diretta gli avvenimenti che caratterizzano la vita degli Stati, cosi come vissuti dalla gente comune.
Penso al Sudan dove, insieme ai Comboniani, l'AMU porta avanti progetti di aiuto agli sfollati. O l’Egitto, dove lavoriamo con ragazzi di strada e creiamo occasioni di conoscenza e dialogo tra giovani cristiani e musulmani.
In un mondo sempre più interdipendente, in cui la nostra felicità e prosperità non possono prescindere da quella degli altri, è evidente la funzione della politica, che potrà orientare sempre di più gli enti, le comunità del nord e del sud del pianeta verso uno sviluppo di fraternità, in cui ogni popolo faccia partecipe l’umanità intera delle proprie specificità, nella condivisione libera e generosa delle proprie ricchezze materiali e culturali.
Per questo, da due anni faccio parte del gruppo di Coordinamento delle “Scuole di partecipazione”, che sono scuole di formazione politica per giovani promosse dal Movimento politico per l'unità.
Ne sono sorte 10 in Italia. Altre sedi sono aperte in Brasile, Argentina e in Corea del sud.
I corsi durano due anni; anche se ogni scuola ha la sua specificità, alcune discipline sono comuni: istituzioni politiche, relazioni internazionali, diritto, economia, comunicazione. Il filo che lega gli argomenti è la categoria politica della fraternità universale, che diventa chiave di interpretazione dei fatti sociali e criterio di intervento.
Così, lungo il percorso, ogni Scuola diventa un laboratorio di politica nella città, che interagisce con gli amministratori locali, ricerca e pone domande, sperimenta. L'obiettivo è quello di conoscere e servire la propria città con l'orizzonte aperto sul mondo intero.
Al momento dell’iscrizione, ad ogni studente viene chiesto di sottoscrivere un Patto che sta alla base dell'esperienza formativa: l'impegno a sentirsi responsabili in prima persona e a lasciarsi arricchire reciprocamente dalle diversità di esperienza e di opzione politica.
Vorrei ricordare ancora un fatto. Sia a Palermo che a Catania, le due “Scuole di partecipazione” sono intitolate a Igino Giordani; e una specifica presentazione del suo percorso e del suo pensiero fa parte del piano didattico comune a tutte le scuole.
Anche per questo, lo sentiamo con noi più che mai, a continuare a sfidare con la sua visione profetica il presente della politica.

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