martedì 5 luglio 2011

Semi di fraternità: le Mariapoli

Nel difficile dopoguerra, mentre faticano a rimarginarsi tra i popoli europei le ferite inferte dal Secondo conflitto mondiale, ogni estate, sui monti del Trentino, nel nord dell’Italia, al gruppo nascente del Movimento si unisce un numero sempre maggiore di giovani, famiglie, operai, professionisti, politici.
Si compone così la Mariapoli, un bozzetto di società rinnovata dall’amore evangelico. Si incontrano sud-tirolesi e italiani, francesi e tedeschi, che vedono sciogliersi odi e rancori. “Tranvier, studenti e medici, speziali e deputati, entrati qui in Mariapoli son già parificati. Che valgono le cariche se qui fratelli siam?” recitava una vecchia canzone in voga nelle prime Mariapoli, e che ben esprime il senso di fraternità che si respirava e che si respira ancora oggi in tanti Paesi del mondo dove si ripete questa originale esperienza.
La nota dell’internazionalità caratterizza ben presto il Movimento in rapida espansione, dapprima in tutta Italia, poi, dal 1952, negli altri paesi d’Europa e dal 1958 nei continenti extraeuropei. Nel 1959 saranno più di 10.000 le persone che giungeranno a Fiera di Primiero, nel Trentino. Sono rappresentati 27 Paesi dai diversi continenti. In quella Mariapoli – e poi, nel 1960, a Friburgo –, Chiara Lubich, parlando a gruppi di diverse nazioni dell’unità dei popoli, trasferisce al rapporto tra le nazioni la legge evangelica dell’amore, e propone di “amare la patria altrui come la propria”.
Le Mariapoli si ripetono tutt’oggi nei 5 continenti.
Sul loro modello sorgeranno nel mondo le ‘Mariapoli permanenti’, le cittadelle del Movimento, ora una ventina, a vari stadi di sviluppo; la prima nasce nel 1964 in Italia, a Loppiano.

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