sabato 18 febbraio 2012

War Horse


È tornato Steven Spielberg con un racconto-fiume, di oltre due ore, che ricorda il grande cinema avventuroso americano dalla fotografia stupenda di praterie, montagne e di stagioni; con i volti dei personaggi caratterizzati plasticamente (la madre energica, il figlio sognatore e deciso, il padre testardo, la ragazzina romantica, il contadino nonno affettuoso, e così via…) e la voglia di raccontare una storia di affetto tra un ragazzo e il suo cavallo negli anni della Prima guerra mondiale. Era da tempo che quel gran narratore di Spielberg si faceva aspettare per regalarci nell’ultima mezz’ora la cavalcata di Joey, il cavallo nero, sopra ogni barriera: vero momento di forza selvaggia, inno alla libertà naturale. Tutto il resto del film, spettacolare e piacevole, passa in secondo piano rispetto a quella corsa in cui il cavallo sembra trascinare con sé uomini e cose, la storia e il mondo, per superarli. Bellissima. Come l’omaggio finale, ombre scure al tramonto, a John Ford. Val la pena, almeno per questo motivo, non perderlo. Bravissimi gli attori: Jeremy Irvine, Peter Mullan, Emily Watson, Nierls Arestrup e tanti altri.
Mario Dal Bello

Nessun commento:

Posta un commento