lunedì 1 ottobre 2012

Ancora echi del Let’s bridge – ci scrivono quelli di Dallas


È incominciato un po’ storto. Un disguido e il nostro gruppo si è separato in aeroporto a Francoforte e per ritrovarci ci è voluto tempo. Incredibilmente, nessuno ha perso la pazienza, anzi una gran pace perdurava.

Poi, il nostro volo da Francoforte a Budapest è stato annullato, e abbiamo dovuto partire la mattinata dopo. Anche questa un‘avventura. Arrivati in Budapest: 18 ore di ritardo, e …. senza le valigie.

Finalmente arrivati all'arena: era già incominciato il programma del mattino. In quel momento, ci siamo resi conto che la maggior parte delle nostre radioline per le traduzioni erano ancora in valigia! Quindi ci siamo aiutati in tutti i modi possibili, condividendo per esempio gli auricolari in modo che tutti avessero la traduzione. Senza nessuna esitazione subito ci siamo messi a seguire con attenzione il programma.

Ed era bellissimo: la diversità  delle esperienze, i balli, i canti. Nonostante il sonno, la stanchezza per le molte ore di viaggio è stato incredibile come riuscivamo a seguire tutto in maniera sorprendente.
Eravamo tanto colpiti dal gran numero di giovani presenti nel Genfest. Dapprima abbiamo fatto amicizia tra noi americani, poi ci siamo lanciati a conoscere altri: iniziato a giocare con i brasiliani e altre persone provenienti da tutto il mondo.

Ecco alcune delle nostre impressioni:
Joseph: "Ho delle foto con persone che faccio fatica a ricordare - erano tante! - ma in quel momento era come se fossero i miei migliori amici. (…)
Adele: “Sono proprio cambiata. Avevo sempre pensato che fosse sufficiente essere buona, ma ora so che ciò che conta è amare e questo è qualcosa totalmente diverso. Non vedo l'ora di dire questo ai bambini che insegno.”
Mercedes: “Qualcuno ha detto che il primo a costruire ponti è stato Gesù: l’ha costruito tra cielo e terra,  questo mi ha toccato molto. (…)
Anna Chew: “Questo viaggio ha fatto un grandissimo impatto nella mia vita. Ho imparato tanto sulla mia fede. Mi ha aiutato a capire di più l’unità, darsi all’altro e molto di più. Penso mi aiuterà ad incominciare l’università nella giusta disposizione e mi servirà anche per la mia vita futura. È stato un meraviglioso momento della mia vita”.

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