lunedì 27 maggio 2013

La festa dell'Illuminato

Vesak è la celebrazione più importante per milioni di buddisti: si ricorda nascita, illuminazione e morte di Buddha. In Italia numerosi fedeli festeggeranno la ricorrenza e saranno non solo immigrati ma tanti nostri connazionali. Nel messaggio della Chiesa si sottolinea il valore comune del rispetto della vita
La festa di Vesak, che rappresenta la celebrazione più importante per i milioni di seguaci dell’illuminato principe Siddharta, si celebra in diversi momenti del mese di aprile e maggio, a seconda delle varie tradizioni. Si tratta del ricordo della nascita, dell'illuminazione e della morte di Gautama Buddha. Infatti, la tradizione dice che questi tre momenti fondamentali della vita del principe diventato l’Illuminato, sono avvenuti durante il plenilunio del mese di maggio. Quest’anno, la maggior parte dei buddhisti la celebra il 24 ed il 25 maggio.
Come ogni anno il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso (PCDI) ha inviato un messaggio augurale a firma del suo Presidente, il Card. Jean-Louis Tauran, e del suo Segretario, padre Miguel Ángel Ayuso Guixot.

Il testo, offre una particolare attenzione alla dimensione del dialogo dell’amicizia fra i seguaci delle diverse religioni, citando quanto papa Francesco ha affermato nel corso del suo primo incontro con i Rappresentanti delle Chiese e delle comunità ecclesiali, e di altre religioni. "La Chiesa è consapevole della responsabilità che tutti portiamo verso questo nostro mondo, verso l’intero creato, che dobbiamo amare e custodire. E noi possiamo fare molto per il bene di chi è più povero, di chi è debole e di chi soffre, per favorire la giustizia, per promuovere la riconciliazione, per costruire la pace"
Punto centrale del messaggio, tuttavia, è il rispetto per la vita umana, "considerata nella molteplicità dei suoi aspetti, a cominciare dal suo concepimento, nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale. Veri operatori di pace sono, allora, coloro che amano, difendono e promuovono la vita umana in tutte le sue dimensioni: personale, comunitaria e trascendente. La vita in pienezza è il vertice della pace. Chi vuole la pace non può tollerare attentati e delitti contro la vita".[1]
Gli auguri da parte della Chiesa ai fratelli e sorelle buddhisti non mancano di sottolineare una consonanza di valori, come il rispetto per la vita, la contemplazione, il silenzio e semplicità. “Il nostro autentico dialogo fraterno – propone il messaggio - esige che noi buddisti e cristiani facciamo crescere ciò che abbiamo in comune, e specialmente il profondo rispetto per la vita che condividiamo”.
Questa comunanza di valori e la possibilità di progetti comuni per la vita e la pace erano emersi anche in un recente convegno, tenutosi presso la Pontificia Università Urbaniana. Organizzata proprio dal PCDI, in collaborazione con l’ufficio C.E.I. per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso, il Movimento dei Focolari e varie organizzazioni buddhiste in Italia, fra le quali l’Unione dei Buddhisti Italiani, la giornata di colloquio proponeva un percorso interessante: Pace interiore, pace fra i popoli. Erano presenti rappresentanti delle diverse correnti, theravada, mahayana e tibetana, provenienti anche dal Giappone, dalla Thailandia e da Taiwan, ma soprattutto dall’Italia.
La giornata di riflessione ha mostrato come ormai lo spirito del Buddha sia presente anche nel nostro Paese, sia per l’immigrazione che ha portato nelle nostre città persone di etnie provenienti da Paesi tipicamente buddhisti - come lo Sri Lanka e la Cina -, ma anche per la crescente presenza di italiani che hanno deciso di seguire la via del Buddha.
I partecipanti al colloquio, tenutosi all’inizio di maggio, avevano espresso in un messaggio finale alcune prospettive che si armonizzano con quanto il cardinal Tauran ha augurato ai buddhisti del mondo. Concordavano, infatti, sulla necessità di rafforzare il dialogo tra buddisti e cristiani per affrontare le sfide della minaccia alla vita umana, della povertà, della fame, delle malattie endemiche, della violenza e della guerra, che mortificano la vita umana ed avvelenano la pace nelle società umane.
L’auspicio è che sia per i buddisti che per i cristiani, questi momenti di celebrazione possano costituire anche la possibilità di incontro per una crescente conoscenza del patrimoniodellerispettive tradizioni religiose, al fine di creareun clima di pace per amare, difendere e promuovere la vita umana.

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