Di Emanuela Megli
Occuparsi senza ansia né
affanno, confidando nei nostri talenti e sfruttando le tecniche di
self-marketing
Qualche giorno fa mi ha
chiamato un’amica che si è da poco trasferita per motivi di lavoro del marito.
Lei aveva già una propria attività come libera professionista, che ha dovuto
lasciare per consentire maggiori opportunità occupazionali al coniuge. Mi ha
confidato il suo senso di smarrimento, nel sentirsi sola in una città che non
conosce e soprattutto spaesata nella ricerca di opportunità lavorative. I siti
internet per la ricerca del lavoro non offrono niente di interessante e non
sapeva da dove incominciare. Le sembrava di aver buttato al vento anni di
faticoso studio, di specializzazioni e aggiornamenti. Nella sua città natale
era conosciuta e apprezzata, ma in questo nuovo contesto si sentiva inutile.
Ricordo che ho vissuto la
stessa esperienza quando finito il mio dottorato di ricerca mi sono ritrovata
con un pugno di mosche in mano e, se non avessi svolto alcune esperienze di
collaborazione a progetto per enti di formazione, parallelamente alla ricerca
universitaria, non avrei davvero saputo da dove iniziare. Concluso il rapporto
con l’università, avevo ancora qualche richiesta di collaborazione per la
docenza nei corsi e per la progettazione di attività finanziate dal fondo
sociale europeo. Incominciai a dedicarmi ad esse a tempo pieno, anche al di là
degli orari che mi venivano richiesti da contratto e a frequentare l’ente di
formazione committente per tutto il tempo necessario allo svolgimento delle
attività. Mi resi utile, senza pretesa. E questo comportò, nel tempo, la
proposta di nuovi incarichi a progetto su altre attività, fino ad un contratto
di assunzione a tempo indeterminato.
È stato un rischio, in alcuni
momenti, dare più di quello che ricevevo. Ma era l’unico modo per verificare se
quella fosse la mia strada. Contemporaneamente al lavoro e alla dedizione alla
famiglia, partecipavo ad eventi, convegni e iniziative, nel mio ambito di
interesse, certa che la formazione continua fosse il migliore investimento del
mio tempo libero, anche se a volte, sembrava non avere alcun ritorno. Non
rinunciavo ad accettare incarichi professionali per attività affini, come
scrivere per alcuni quotidiani locali o riviste specializzate in comunicazione
e formazione, fare formazione per piccole e medie imprese, e pubblicare i
risultati delle ricerche condotte in ambito accademico, come la mia tesi di
dottorato.
Ho consigliato di fare
altrettanto a questa mia amica, aggiungendo un dettaglio non irrilevante: la
visibilità. Ossia il self marketing, l’autopromozione. Sia mediante la
partecipazione fisica ad eventi, sia mediante i social network professionali, i
blog o i siti internet, che continuano ancora oggi per me ad essere fonte di
contatti e di opportunità di lavoro e di collaborazione. È importante agire e
pensare come fossimo imprenditori di noi stessi, perché il lavoro è anche una
questione di atteggiamento mentale e di fiducia in se stessi. Oggi non basta
essere bravi, non basta il passaparola, bisogna trovare i mezzi per farsi
conoscere, perché in un mercato i veri beni sono le persone e le relazioni e,
mediante queste ultime si possono trovare le connessioni necessarie per
individuare il proprio posto nella società, per contribuire alla crescita
dell’economia del Paese. Ognuno di noi è un diamante grezzo, e nei diversi
ruoli sociali e professionali ha la possibilità di dispiegare i propri talenti,
realizzando pienamente se stesso, con una propria altissima e insostituibile
missione per la crescita dell’umanità.
Nessun commento:
Posta un commento