02-06-2013 di Alberto Barlocci
Fonte: Città Nuova
I Paesi membri del gruppo,
Cile, Perù, Colombia e Messico, stanno definendo i meccanismi per liberare il
90 per cento del commercio nell’area. Numeroso il gruppo di Paesi osservatori,
tra i quali Spagna, Francia e Portogallo. La
Costa Rica sarà il prossimo nuovo membro
L’Alleanza del Pacifico spinge
sull’acceleratore. Durante il summit numero sette organizzato nella città
colombiana di Cali, i presidenti dei quattro Paesi fondatori del blocco – Cile,
Perù, Colombia e Messico –, hanno preso accordi per avanzare con certa rapidità
nell’apertura commerciale. A partire da luglio, il 50 per cento dei prodotti
dell’area sarà liberato da ogni barriera doganale e anche dalle norme
fitosanitarie. A breve termine si definiranno i dettagli per liberalizzare il 90%
del commercio tra i Paesi membri, mentre si compilerà la lista delle eccezioni.
È stato inoltre deciso un visto
unico di ingresso per i turisti e anche campagne comuni per favorire il turismo
tra i Paesi soci. Si sono presi ulteriori accordi anche nel campo della
formazione universitaria e per la cooperazione allo sviluppo.
Un’altra novità di peso è il
prossimo ingresso di un nuovo componente, la Costa Rica. La presidente Laura
Chinchilla ha firmato il trattato di libero commercio con la Colombia (nella
foto), requisito necessario all’ammissione al blocco.
Al summit di Cali hanno partecipato un folto gruppo di Paesi che hanno assunto lo status di osservatori, ben 16, tra i quali Francia, Portogallo, Ecuador, Uruguay, Paraguay, Repubblica Domenicana, Panamà, El Salvador, Honduras. La Spagna era rappresentata dal presidente del governo Mariano Rajoy. È noto l’interesse commerciale spagnolo per la regione latino-americana, i cui porti del Pacifico sono considerati da Madrid un interessante trampolino per il commercio con l’Asia. Un punto di vista condiviso anche dal Portogallo. È infatti la prima riflessione geopolitica che sorge analizzando le potenzialità dell’Alleanza del Pacifico, in un momento in cui il commercio con i colossi asiatici, primi fra tutti India e Cina, sta rivoluzionando la regione latino-americana. I porti dei Paesi del gruppo situati sul Pacifico si presentano come un importante strumento per la consolidazione di quello che alcuni chiamano la “nuova via della seta”.
Nessun commento:
Posta un commento