Di Silvano Gianti
Fonte: Città Nuova
L’appuntamento è a Caserta dal 29 luglio al 2 agosto. Arriveranno dalla Lombardia, dalla Campania e dalla Sicilia, ma anche
dal Lazio e dal Trentino i Giovani per un Mondo Unito (GMU) dei Focolari per un
originale meeting voluto da loro stessi, che ha per titolo: “Legalità.Protagonisti della nostra terra”. Filo conduttore del meeting la diffusione nei
territori di appartenenza di una cultura che faccia terra bruciata
intorno alla criminalità.
Giovanni è uno studente universitario di Milano che sarà a Caserta
quest’estate, con tanti altri giovani della Lombardia. A lui abbiamo domandato
cosa li ha spinti a realizzare questo originale progetto che lega Nord e Sud
dell’Italia.
«Di mafie si parla spesso, soprattutto negli ultimi anni, e si comincia
a parlarne anche nel Nord Italia. Di fronte a questo, se guardiamo con uno
sguardo sincero la realtà intorno a noi, non possiamo restare indifferenti.
Sapevamo in partenza di non poter cambiare un intero Paese da soli, ma abbiamo
scelto di raccogliere una sfida: mostrare, nel nostro piccolo, che un’alternativa
è possibile, e di farlo vedere lavorando – insieme e in parallelo, in tre
regioni diverse toccate da questo fenomeno Sicilia, Campania, Lombardia – sullo
stesso tema, quello della legalità. Abbiamo sensibilità e problemi diversi, ma
a partire dalla base ideale che ci unisce, possiamo provare a rendere più
unito, e più giusto, il nostro Paese».
So che vi siete preparati nel corso dell’anno con numerose iniziative
sul territorio. A Milano come hanno reagito i giovani coinvolti?
«Ci sembra di essere stati fortunati: la legalità è un tema caldo,
soprattutto negli ultimi tempi e soprattutto in Lombardia, così abbiamo trovato
terreno fertile per le nostre iniziative. Quest’anno abbiamo provato ad
intrecciare il racconto di quello che succede intorno a noi e le storie di chi
si dà da fare per cambiare la propria realtà. Alcuni racconti ci hanno lasciato
increduli, ma la voglia di mettersi in gioco è stata contagiosa: qualcuno ha
raccontato la propria esperienza sul tema, altri hanno coinvolto anche i loro
amici, altri ancora si sono dedicati ad azioni concrete. A tutti è rimasta la
spinta a darsi da fare in prima persona».
Cosa volete rimanga nei partecipanti di questa iniziativa e, se pensate
di continuare, quali saranno le prossime iniziative?
«Quando si parla di legalità, sembra spesso che nessuno di noi possa
fare nulla, a meno di essere eroi: i fenomeni sono troppo ampi, fuori dalla
nostra portata. Invece, a noi piacerebbe un cambio di prospettiva. Non potremo
essere noi, da soli, a reprimere le mafie, ma creando una cultura della
legalità diffusa possiamo contribuire a prevenire la diffusione di questi
fenomeni, facendo sempre più terra bruciata intorno alla criminalità. Insomma,
più che gesti eclatanti, vorremmo lasciare idee che cambino il nostro modo di
pensare. Al momento, puntiamo molto sul meeting di Caserta, ma speriamo di
tornare nelle nostre città con un carico di entusiasmo e di nuove idee per
continuare il progetto: abbiamo scelto di chiamarlo “cantiere” proprio perché
mai completo, ma in continua costruzione».
Nota importante: Cantiere Legalità fa parte dello United World Project
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