martedì 9 luglio 2013

Da Nord a Sud il cantiere legalità interpella i giovani

Di Silvano Gianti
Fonte: Città Nuova
L’appuntamento è a Caserta dal 29 luglio al 2 agosto. Arriveranno dalla Lombardia, dalla Campania e dalla Sicilia, ma anche dal Lazio e dal Trentino i Giovani per un Mondo Unito (GMU) dei Focolari per un originale meeting voluto da loro stessi, che ha per titolo: “Legalità.Protagonisti della nostra terra”. Filo conduttore del meeting la diffusione nei territori di appartenenza di una cultura  che faccia terra bruciata intorno alla criminalità.
Giovanni è uno studente universitario di Milano che sarà a Caserta quest’estate, con tanti altri giovani della Lombardia. A lui abbiamo domandato cosa li ha spinti a realizzare questo originale progetto che lega Nord e Sud dell’Italia.
«Di mafie si parla spesso, soprattutto negli ultimi anni, e si comincia a parlarne anche nel Nord Italia. Di fronte a questo, se guardiamo con uno sguardo sincero la realtà intorno a noi, non possiamo restare indifferenti. Sapevamo in partenza di non poter cambiare un intero Paese da soli, ma abbiamo scelto di raccogliere una sfida: mostrare, nel nostro piccolo, che un’alternativa è possibile, e di farlo vedere lavorando – insieme e in parallelo, in tre regioni diverse toccate da questo fenomeno Sicilia, Campania, Lombardia – sullo stesso tema, quello della legalità. Abbiamo sensibilità e problemi diversi, ma a partire dalla base ideale che ci unisce, possiamo provare a rendere più unito, e più giusto, il nostro Paese».
So che vi siete preparati nel corso dell’anno con numerose iniziative sul territorio. A Milano come hanno reagito i giovani coinvolti?
«Ci sembra di essere stati fortunati: la legalità è un tema caldo, soprattutto negli ultimi tempi e soprattutto in Lombardia, così abbiamo trovato terreno fertile per le nostre iniziative. Quest’anno abbiamo provato ad intrecciare il racconto di quello che succede intorno a noi e le storie di chi si dà da fare per cambiare la propria realtà. Alcuni racconti ci hanno lasciato increduli, ma la voglia di mettersi in gioco è stata contagiosa: qualcuno ha raccontato la propria esperienza sul tema, altri hanno coinvolto anche i loro amici, altri ancora si sono dedicati ad azioni concrete. A tutti è rimasta la spinta a darsi da fare in prima persona».
Cosa volete rimanga nei partecipanti di questa iniziativa e, se pensate di continuare, quali saranno le prossime iniziative?
«Quando si parla di legalità, sembra spesso che nessuno di noi possa fare nulla, a meno di essere eroi: i fenomeni sono troppo ampi, fuori dalla nostra portata. Invece, a noi piacerebbe un cambio di prospettiva. Non potremo essere noi, da soli, a reprimere le mafie, ma creando una cultura della legalità diffusa possiamo contribuire a prevenire la diffusione di questi fenomeni, facendo sempre più terra bruciata intorno alla criminalità. Insomma, più che gesti eclatanti, vorremmo lasciare idee che cambino il nostro modo di pensare. Al momento, puntiamo molto sul meeting di Caserta, ma speriamo di tornare nelle nostre città con un carico di entusiasmo e di nuove idee per continuare il progetto: abbiamo scelto di chiamarlo “cantiere” proprio perché mai completo, ma in continua costruzione».
Nota importante: Cantiere Legalità fa parte dello United World Project

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