Cerimonia di benvenuto a Rio de Janeiro: il Santo Padre
sottolinea l’importanza dell’educazione della gioventù, “la finestra attraverso
la quale il futuro entra nel mondo”
Il debutto di papa Francesco in terra
brasiliana è avvenuto alle 15.43 ora locale. Il Santo Padre è atterrato
all’aeroporto internazionale “Galeão/Antonio Carlos Jobim” di Rio Janeiro,
accolto da una folta delegazione di autorità: la presidente della Repubblica
del Brasile, Dilma Rousseff, l’arcivescovo di Rio, monsignor Orani João
Tempesta, l’Arcivescovo di Aparecida e Presidente della Conferenza Episcopale
del Brasile, il cardinale Raymundo Damasceno Assis, il Governatore dello Stato
di Rio de Janeiro, Sérgio Cabral Filho, il Sindaco di Rio de Janeiro, Eduardo
Paes e il Nunzio Apostolico in Brasile, monsignor Giovanni d’Aniello.
Il successivo trasferimento presso il
Palazzo presidenziale di Guanabara, per la cerimonia di benvenuto, è stato
rallentato dalla massiccia folla di pellegrini giunti in strada per salutare il
Pontefice che, a metà percorso ha cambiato vettura, passando da una Fiat Idea
alla ormai familiare jeep scoperta.
Il pressocché totale blocco stradale
ha costretto Papa Francesco e il suo seguito ad utilizzare l’elicottero, a
bordo del quale, è poi giunto al Palazzo di Guanabara intorno alle 18, ora
locale, con circa un’ora di ritardo sul tempo previsto.
Dopo aver ascoltato l’indirizzo di
saluto della presidente Rousseff, il Santo Padre ha così esordito: “Nella sua
amorevole provvidenza, Dio ha voluto che il primo viaggio internazionale del
mio Pontificato mi offrisse la possibilità di ritornare nell’amata America
Latina, concretamente in Brasile, Nazione che si vanta dei suoi saldi legami
con la Sede Apostolica e dei suoi profondi sentimenti di fede e di amicizia che
sempre l’ha tenuta unita, in modo singolare, al Successore di Pietro. Rendo
grazie per questa benevolenza divina”.
Per conoscere bene il popolo
brasiliano, ha commentato il Pontefice, “bisogna entrare dal portale del suo
immenso cuore”. Bussando “delicatamente” a questa porta, il Papa ha chiesto
umilmente ai brasiliani “permesso per entrare e trascorrere questa settimana
con voi”.
“Io non ho né oro né argento, ma porto
ciò che di più prezioso mi è stato dato: Gesù Cristo! - ha proseguito Francesco
-. Vengo nel suo Nome per alimentare la fiamma di amore fraterno che arde in
ogni cuore”.
Dopo aver salutato e ringraziato la
presidente Dousseff e le altre autorità politiche presenti, assieme ai vescovi
e alle autorità ecclesiastiche, papa Francesco ha parlato del fulcro del suo
viaggio apostolico: incontrare i giovani di tutto il mondo, pellegrini che
“provengono dai diversi continenti, parlano lingue differenti, sono portatori
di culture variegate, eppure trovano in Cristo le risposte alle loro più alte e
comuni aspirazioni e possono saziare la fame di una verità limpida e di un
amore autentico che li uniscano al di là di ogni diversità”, ha detto.
L’amicizia con Cristo sprigiona una
“energia potente”, specie nei cuori dei giovani e il tema della GMG, “Andate
e fate discepoli tra tutti i popoli” (cfr. Mt 28,19), implica
andare “oltre i confini di ciò che è umanamente possibile” e generare “un mondo
di fratelli”, ha aggiunto il Papa.
Il Pontefice ha indicato nei giovani
la loro “fiducia in Cristo” e la disponibilità a “rischiare con Lui l'unica
vita che hanno, perché sanno di non rimanere delusi”. Alle famiglie, alle
comunità ecclesiali e nazionali di provenienza, Francesco ha ricordato che è
proprio dai giovani che “dipende in gran misura il futuro di queste nuove
generazioni”.
Ha poi citato il detto brasiliano “I
figli sono la pupilla dei nostri occhi”. “Che ne sarà di noi se non ci
prendiamo cura dei nostri occhi?”, si è domandato il Papa, esprimendo l’augurio
che “in questa settimana, ognuno di noi si lasci interpellare da questa domanda
provocatoria”.
La gioventù è “la finestra attraverso
la quale il futuro entra nel mondo, e quindi ci impone grandi sfide”, ha
proseguito. Ai giovani va offerto spazio affinché sia tutelata la loro
realizzazione profonda, la loro “sete di felicità autentica”, va consegnato
loro “un mondo che corrisponda alla misura della vita umana”, ne vanno
coltivate le “migliori potenzialità” per renderli protagonisti del domani e
corresponsabili del “destino di tutti”.
A conclusione del suo discorso, il
Pontefice ha detto: “In questo momento, le braccia del Papa si allargano per
abbracciare l'intera nazione brasiliana, nella sua complessa ricchezza umana,
culturale e religiosa”. Ha infine promesso sul paese l’intercessione di Nostra
Signora di Aparecida, patrona del Brasile, in occasione della visita al
santuario, prevista per mercoledì.
È seguita la presentazione delle due
delegazioni brasiliana e pontificia. La presidente Rousseff ha quindi accolto
il Santo Padre nella “Sala Verde” dove sono avvenuti i colloqui privati tra i
due capi di stato, conclusisi con lo scambio dei doni.
Dopo un breve incontro con Sérgio
Cabral Filho ed Eduardo Paes, rispettivamente governatore dello Stato di Rio de
Janeiro e sindaco della città, papa Francesco ha lasciato il Palazzo Guanabara,
per trasferirsi presso la Residenza di Sumaré, dove soggiornerà fino a
mercoledì.
Di Luca Marcolivio
RIO DE
JANEIRO, 22 Luglio 2013 (Zenit.org)

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