sabato 25 gennaio 2014

Costruendo nuovi ponti – Giordania

Vengo da una nazione musulmana dove i cristiani costituiscono il 3% della popolazione. La diversità tra queste due fedi ha cominciato a pesare sulla mia vita da quando ero all'università. Le differenze a volte mi hanno fatto male: mi sentivo come se ci fossero muri che ci dividono.
Mi ricordo una volta in una lezione che un professore disse alcune cose che mi hanno offeso come cristiana. In quel momento, ho capito che era inutile cercare di risponderli. Ma c'era un'altra cosa che potevo fare: potevo affrontare questa difficile situazione senza mai fermarmi ad amare. Inoltre ho pensato che anche Gesù sulla croce era l'emblema di chi è discriminato. Così, in silenzio, ho pregato per questo professore e per tutti i miei compagni di classe. Il giorno seguente, sono rimasto sorpreso quando l'insegnante mi ha detto che si scusava e un nuovo rapporto è cominciato.

Nel frattempo, una bella amicizia cominciò a crescere tra me e una ragazza musulmana. Sono stato il primo cristiano che lei conosceva personalmente. All'inizio non è stato facile. Lei aveva dei problemi con i sui amici come io anche avevo con i miei. Però ho deciso di andare avanti con questa amicizia che, giorno dopo giorno, costruiva nuovi ponti.
Qualche anno fa, insieme ad altri giovani che vivono per costruire un mondo unito, abbiamo deciso di fare un programma scolastico per i bambini e gli adolescenti provenienti dall'Iraq che sono rifugiati nella nostra nazione. Noi siamo cristiani e musulmani, e anche questi bambini appartengono alle due fedi.

Durante questi anni, abbiamo conosciuto tantissime situazioni terribili. Ma tra di noi c'e un vero scambio di doni che continua alcuni, anche dopo la loro partenza ad altri paesi con le loro famiglie.

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