Ci scrivono da Londrina:
“Da circa un anno, siamo in contatto con alcuni giovani
che desideravano conoscere il Movimento Giovani per un Mondo Unito. Ci hanno
cercato via email o per telefono.
Abbiamo proposto degli incontri quindicennale ma per una
esigenza loro siamo passati a degli incontri settimanale dove andavamo in
profondità con i punti della spiritualità dell’unità. Si sono inseriti nella
vita della comunità partecipando attivamente agli incontri di Parola di Vita
facendo anche: presentazioni, cantando i canti, ecc. Hanno anche sentito il
desiderio di fare qualcosa di concreto ed è nata l’idea di andare a trovare degli
anziani che vivono lontano dalle proprie familgie e spesso molto soli.
Un giorno abbiamo avuto un evento all’università dove si
è parlato dell'Economia di Comunione (EdC). Loro sono rimasti colpiti da
questa realtà e ne volevano sapere di più di come l’Ideale è capace di
penetrare cosi nelle realtà umane. Da questo interesse è nata La “Scuola di
Cultura” che si è svolta il fine settimana scorsa (30 e 31 di agosto).
Loro sono stati coinvolti fin dall’inizio nella
preparazione: inviti ai loro amici, presentazione, l’armonia del posto che
avrebbe accolto i giovani. Anche a pensare sul programma, parlavamo di
economia, ecologia, politica. Il tema della Scuola: ‘La cultura dell’incontro’,
cioè, la cultura dell’unità che porta al vero incontro capace di trasformare
uomini e scienze. Hanno preparato le loro esperienze di come si sentivano nel
Movimento dei Focolari per presentare ai giovani invitati.
“Siamo molto diversi nel gruppo: provenienza, età,
pensieri che non sempre sono uguali. Nonostante questo esiste ciò che chiamiamo
unità. Non significa essere tutti uguali ed andare sempre d’accordo. Ma
rispettare quello che non può essere uguale, ascoltare l’altro con rispetto e
se non sei d’accordo, dire il proprio pensiero con attenzione per non essere di
troppo e non voler convincerlo. Nell’incontro con l’altro impariamo e cambiamo
e questo cambiamento portiamo per la mostra vita fuori dal gruppo, che non è
sempre facile, ma cerchiamo di migliorare sempre.” (Vitor – master in
psicologia)
“Prima di essere invitata per il gruppo non avevo mai
sentito nominare il Movimento dei Focolari. In quel periodo i giovani
preparavano l’incontro con gli anziani e in quel giorno ho capito in modo
concreto cos’era l’amore: dare e ricevere e l’unità, ed era tutto cio che avevo
ascoltato nei primi incontri. Tornata a casa mi sono trovata con la realtà: la
mia nonna da cui mi avevo allontanata dopo la scoperta del Alzheimer, non
riuscivo a vederla come prima. Però ho pensato in tutto quanto avevamo vissuto
con gli anziani e ricordavo che quando si fa le cose per amore, l’amore torna a
noi. Ed allora perché non farlo con la mia nonna? Le cose son cambiate: mi sono
riavvicinata della nonna con piccoli gesti e l’amore è tornato. E posso vivere
cosi ad ogni instante della mia vita. Tutto che vivo dentro del Focolare porto
via per la mia vita e tutto cambia.” (Mônica - Architetta)
“Sono venuto a Londrina per fare l’università. Mi son
trovato senza amici e senza la mia famiglia. Però un amico mi ha parlato del Movimento
dei Focolare e subito dopo ho ricevuto un invito per andare in focolare e sono
andato. Sono stato accolto con un amore cosi grande che mi ha colpito e questo
giorno è stato fondamentale per me: mi son sentito amato. Proprio in quel
periodo un gruppo di giovani incominciava a trovarsi nel focolare e sono stato
invitato. Ad ogni incontro amavo di più quell’ideale dell’unità e ho fatto
un’amicizia fraterna come mai nella vita ho sperimentato.” (Mateus – Studenti
Contabilità)
Avevamo pensato in una scuola per circa 50 giovani e ne
sono venuti 75! Ed ancora volevano venire alcuni, ma non era più possibile.
Quelli che sono venuti per la prima volta sono rimasti colpiti della profondità
delle parole e da come si può vivere principi cristiani in realtà umane. La
sala era molto attenta. Un tema dopo l’altro e tutti vivevano la scoperta del
carisma dell’unità. In serata c’era un programma musicale dove tanti sono
stanti coinvolti offrendo il loro talento.
Alla conclusione, abbiamo dato la parola a Chiara Lubich.
È stata accolta con un silenzio incredibile e le sue parole sicuramente in quel
silenzio è stata stampata nel loro cuore: “Puntate in alto. Avete una vita
sola.”
Dopo l’incontro i giovani del gruppo, i protagonisti di
questa scuola, hanno scritto e ringraziato, esperimentavano una grande gioia e
la voglia di portare avanti questa vita ed esperienza. Con loro, andremmo alla
fine del mese per un fine settimana alla Mariapoli Ginetta, vicino a San Paolo.”
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