martedì 28 ottobre 2014

UN GRIDO DI PACE

Dai confini della Terra: un grido per la pace! Giovani del Movimento dei Focolari in Nuova Zelanda hanno dedicato una serata per la pace, soprattutto in quei paesi che stanno attraversando momenti atroci a causa di guerre, violenze e malattie.
“Siamo in Nuova Zelanda, nel cuore di Wellington, capitale di questa terra all’apparenza lontana e ai confini,  eppure terra che ha aperto le braccia e le porte a tanti popoli.
Mossi dalle notizie delle guerre in corso in Iraq, Gaza, Ukraine, Centro Africa così come dal crescente timore per l’incapacità di far fronte all’avanzare di Ebola, mossi dagli appelli alla Pace del Papa in tantissime occasioni così come dalle persone della comunità del Movimento, e non solo, provenienti da questi paesi, i giovani hanno sentito l’ urgenza, la voglia, il desiderio, di ritrovarsi in un luogo pubblico e dar voce all’ansia di Pace che portano dentro e che condividono con tanti, primo fra tutti, con Papa Francesco.
L’Arcivescovo di Wellington, John Dew, che ha avuto la gioia di conoscere la Presidente del Movimento dei Focolari, Maria Emmaus, durante la sua visita in Nuova Zelanda nel Febbraio 2013, era presente e ha offerto un suo contributo alla serata, fra canti, preghiere e testimonianze.
Fra tutte, quella sera, una testimonianza forte, chiara, semplice di due ragazze, entrambe provenienti dall’Iraq, che si sono conosciute in Nuova Zelanda, dopo che, entrambe le famiglie, si sono trasferite in questa terra.
Sendirella e Ayssar, la prima cattolica, la seconda musulmana. Quella sera parlano del loro paese, della loro amicizia, di ciò che hanno in cuore e che le unisce. Si incontrano per la prima volta a casa di amici comuni e da lì cominciano un’amicizia che le ha portate a condivedere sogni, studi, passioni e viaggi.
Quella sera si alternano nel parlare, prima l’una e dopo l’altra. Sendirella dice, siamo diverse e subito Aysser aggiunge, ma siamo uguali. Poi continuano dicendo come per molte persone la religione è proprio una delle più grandi diversità fra loro, forse anche un ostacolo e di come invece la religione non è mai stato un problema, anzi le ha avvicinate. Nella religione dell’una, dice Sendrella, abbiamo sempre visto e riconosciuto elementi della religione dell’altra.
Poi parlano del loro paese, un Iraq associato oggi a guerra, minoranze che devono fuggire, torture, mentre il paese dei loro genitori è un Iraq dove il tuo vicino può essere un Cristiano, Musulmano, Ebreo o Yazidi; un Iraq, dice Ayssar, dove la differenza di religione è sempre stata vissuta come una realtà e non un problema. Oggi questo Iraq sembra così lontano. E continua, ci hanno detto che a causa delle nostre religioni noi siamo diversi e che non c’è possibilità di capirci, ci hanno detto che la pace è impossibile. E Sendirella continua, invece noi sappiamo che pace non è una parola di una costituzione, non è un particolare sistema di governo, non sta nemmeno in attacchi aerei che vogliono costringere alla pace. Noi sappiamo che la pace sta invece nell’osservanza quotidiana dei nostri principi e valori, è qualche cosa che si costruisce dal basso, piuttosto che dall’alto.
Katheen, giovane universitaria, ha fatto seguito alla loro testimonianza, con un’esperienza sua e personale di come, a seguito di un malinteso nell’appartamento che condivide con altre giovani universitarie, ha sentito l’urgenza di chiedere scusa e di come questo gesto, prima tanto difficile e impegnativo, ha poi aperto la porta ad un rapporto nuovo con quella giovane.
Il momento di preghiera si è concluso con l’invito a tutti i partecipanti ad essere costruttori di pace o peacemakers e a sigillare questa serata, questo impegno e le preghiere annodando un nastro bianco ad un piccolo albero dal nome maori, Kowhai. È uno degli alberi originari della Nuova Zelanda e caratteristico di questa terra. Il suo fiore, giallo intenso, è una delle immagini non ufficiali che rappresentano la Nuova Zelanda, usata anche su francobolli. Pur sottile nei suoi rami, il Kowhai è un albero forte e che può crescere fino a 20 metri di altezza. Ha molte caratteristiche medicinali e molti degli uccelli caratteristici della Nuova Zelanda trovano in questo albero nutrimento per il nettare che produce.

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