Fonte: Avvenire
“Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Vi accolgo con piacere in occasione del Congresso che
state celebrando con il sostegno del Pontificio Consiglio per i Laici.
Ringrazio il Cardinale Ryłko, anche per le sue parole, e Mons. Clemens. Al
centro della vostra attenzione in questi giorni ci sono due elementi essenziali
della vita cristiana: la conversione
e la missione. Essi sono intimamente legati. Infatti, senza un’autentica
conversione del cuore e della mente non si annuncia il Vangelo, ma se non ci
apriamo alla missione non è possibile la conversione e la fede diventa sterile.
I Movimenti e le Nuove Comunità che voi rappresentate sono ormai proiettati
alla fase della maturità ecclesiale, che richiede un atteggiamento vigile di
conversione permanente, al fine di rendere sempre più viva e feconda la spinta
evangelizzatrice. Desidero, pertanto, offrirvi alcuni suggerimenti per il
vostro cammino di fede e di vita ecclesiale.
1. Anzitutto è
necessario preservare la freschezza del carisma: che non si rovini quella
freschezza! Freschezza del carisma! Rinnovando sempre il «primo amore» (cfr Ap 2,4). Con il tempo
infatti cresce la tentazione di accontentarsi, di irrigidirsi in schemi
rassicuranti, ma sterili. La tentazione
di ingabbiare lo Spirito: questa è una tentazione! Tuttavia, «la realtà è
più importante dell’idea» (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 231-233); se una
certa istituzionalizzazione del carisma è necessaria per la sua stessa
sopravvivenza, non bisogna illudersi che le strutture esterne possano garantire
l’azione dello Spirito Santo. La novità
delle vostre esperienze non consiste nei metodi e nelle forme, la novità, che
pure sono importanti, ma nella disposizione a rispondere con rinnovato
entusiasmo alla chiamata del Signore: è questo coraggio evangelico che ha
permesso la nascita dei vostri movimenti e nuove comunità. Se forme e
metodi sono difesi per sé stessi diventano ideologici, lontani dalla realtà che
è in continua evoluzione; chiusi alla novità dello Spirito, finiranno per
soffocare il carisma stesso che li ha generati. Occorre tornare sempre alle
sorgenti dei carismi e ritroverete lo slancio per affrontare le sfide. Voi non
avete fatto una scuola di spiritualità così; non avete fatto una istituzione di
spiritualità così; non avete un gruppetto... No! Movimento! Sempre sulla strada,
sempre in movimento, sempre aperto alle sorprese di Dio, che vengono in
sintonia con la prima chiamata del movimento, quel carisma fondamentale.
2. Un’altra
questione riguarda il modo di accogliere e accompagnare gli uomini del nostro
tempo, in particolare i giovani (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium,
105-106). Facciamo parte di un’umanità ferita, - dobbiamo dirci questo! -
dove tutte le agenzie educative, specialmente la più importante, la famiglia,
hanno gravi difficoltà un po’ ovunque nel mondo. L’uomo di oggi vive seri
problemi di identità e ha difficoltà a fare le proprie scelte; perciò ha una
disposizione a farsi condizionare, a delegare ad altri le decisioni importanti
della vita. Bisogna resistere alla tentazione di sostituirsi alla libertà delle
persone e a dirigerle senza attendere che maturino realmente. Ogni persona ha
il suo tempo, cammina a modo suo e dobbiamo accompagnare questo cammino. Un
progresso morale o spirituale ottenuto facendo leva sull’immaturità della gente
è un successo apparente, destinato a naufragare. Meglio pochi, ma andando
sempre senza cercare lo spettacolo! L’educazione cristiana invece richiede un
accompagnamento paziente che sa attendere i tempi di ciascuno, come fa con
ognuno di noi il Signore: il Signore ha pazienza con noi! La pazienza è la sola
via per amare davvero e portare le persone a una relazione sincera col Signore.
3. Un’altra
indicazione è quella di non dimenticare che il bene più prezioso, il sigillo
dello Spirito Santo, è la comunione. Si tratta della grazia suprema
che Gesù ci ha conquistato sulla croce, la grazia che da risorto chiede per noi
incessantemente, mostrando le sue piaghe gloriose al Padre: «Come tu, Padre,
sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi
hai mandato» (Gv 17,21). Perché il mondo creda che Gesù è il Signore bisogna
che veda la comunione tra i cristiani, ma se si vedono divisioni, rivalità e
maldicenza, il terrorismo delle chiacchiere, per favore...se si vedono queste
cose, qualunque sia la causa, come si può evangelizzare? Ricordate quest’altro
principio: «L’unità prevale sul conflitto» (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium,
226-230), perché il fratello vale molto di più delle nostre personali
posizioni: per lui Cristo ha versato il suo sangue (cfr 1 Pt 1,18-19), per le
mie idee non ha versato niente! La vera comunione, poi, non può esistere in un
movimento o in una nuova comunità, se non si integra nella comunione più grande
che è la nostra Santa Madre Chiesa Gerarchica. Il tutto è superiore alla parte
(cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 234-237) e la parte ha senso in relazione al
tutto. Inoltre, la comunione consiste anche nell’affrontare insieme e uniti le
questioni più importanti, come la vita, la famiglia, la pace, la lotta alla
povertà in tutte le sue forme, la libertà religiosa e di educazione. In
particolare, i movimenti e le comunità sono chiamati a collaborare per
contribuire a curare le ferite prodotte da una mentalità globalizzata che mette
al centro il consumo, dimenticando Dio e i valori essenziali dell’esistenza.
Per raggiungere la maturità ecclesiale, dunque, mantenete
- lo ripeto - la freschezza del carisma, rispettate la libertà delle persone e
cercate sempre la comunione. Non dimenticate però che, per raggiungere questo
traguardo, la conversione deve essere missionaria: la forza di superare
tentazioni e insufficienze viene dalla gioia profonda dell’annuncio del
Vangelo, che è alla base di tutti i vostri carismi. Infatti, «quando la Chiesa
chiama all’impegno evangelizzatore, non fa altro che indicare ai cristiani il
vero dinamismo della realizzazione personale» (Esort. ap. Evangelii gaudium,
10), la vera motivazione per rinnovare la propria vita, perché la missione è
partecipazione alla missione di Cristo che ci precede sempre e ci accompagna nell’evangelizzazione.
Cari fratelli e sorelle, voi avete portato già molti
frutti alla Chiesa e al mondo intero, ma ne porterete altri ancora più grandi
con l’aiuto dello Spirito Santo, che sempre suscita e rinnova doni e carismi, e
con l’intercessione di Maria, che non cessa di soccorrere e accompagnare i suoi
figli. Andate avanti: sempre in movimento... Non fermatevi mai! Sempre in
movimento! Vi assicuro la mia preghiera e vi chiedo di pregare per me - ne ho
bisogno davvero - mentre di cuore vi benedico.
Adesso vi chiedo, tutti insieme, di pregare la Madonna,
che ha provato questa esperienza di conservare sempre la freschezza del primo
incontro con Dio, di andare avanti con umiltà, ma sempre in cammino,
rispettando il tempo delle persone. E poi anche di non stancarsi mai di avere
questo cuore missionario.”
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